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La sezione Aia Molfetta ricorda l'arbitro Mauro Zaza
01 aprile 2014

MOLFETTA – L’associazione Aia (arbitri) di Molfetta ha ricordato la figura del prof. Mauro Zaza (al centro, nella foto) recentemente scomparso.

Questo il comunicato (inviato a “Quindici” con inspiegabile ritardo e che, perciò, pubblichiamo solo ora per rendere omaggio a Zaza):

«Molte sono state le personalità che hanno contribuito alla gloriosa storia della sezione arbitri AIA-FIGC “Paoli Poli” di Molfetta nel corso dei suoi ormai 80 anni di attività. Personalità che hanno contribuito a portare il nome della nostra città in giro per l’Italia nei massimi campionati di calcio, come nel caso del collega Mauro Zaza, che con serenità ci ha lasciato lo scorso 15 marzo.

Nato il 12/07/1924, entra nella “famiglia Arbitrale” della Sezione Paolo Poli di Molfetta il 01/07/1947, dirige 200 gare cosi distribuite: 72 gare al CRA (Commissione Arbitri Regionale); 70 gare alla CASP (Commissione Arbitri Semi Professionisti); 59 gare alla CAN (Commissione Arbitri Nazionale). Nominato arbitro benemerito il 09/09/1967, al termine della sua attività, svolse quella di osservatore Arbitrale e dirigente sezionale.

La commozione e il ricordo del contributo umano e culturale che egli seppe offrire ai giovani colleghi riempie il cuore di nostalgia e gratitudine degli oltre 200 associati della sezione arbitrale cittadina, che vuole ricordarlo attraverso le parole dell’arbitro benemerito, il prof. Mauro Minervini: “Molti giovani colleghi arbitro, hanno beneficiato, anche indirettamente, dei Suoi esempi e valori che da sempre sono stati alla base dell’identità della Sezione Paolo Poli di Molfetta. Il nostro collega Zaza definiva l’uomo come la misura di tutte le cose.

“Una definizione che dirada ogni tenebra. L’uomo, la più completa espressione della creazione non dovrebbe aver bisogno di sollecitazioni, di incitamenti, di pressioni di alcun genere per operare al meglio delle sue possibilità in ogni campo della sua attività. Non usare il condizionale in affermazioni simili, vuol dire però prestare il fianco a considerazioni utopistiche e la lettura critica della società attuale, purtroppo, avvalora quest’ipotesi.

L’uomo, centro del mondo sociale, soffre la crisi della sua identità che è la crisi del suo essere uomo. Ciò è dovuto a vari fattori : il predominio dell’avere sull’essere; delle cose sulle persone; del potere sulla condivisione; della massificazione sulla creatività; dell’interesse privato sul bene comune; della violenza sull’amore; dell’ignoranza sul sapere; dell’auto-deresponsabilizzazione sulla partecipazione.

Le nuove generazioni sono chiamate a chiarificare questa confusa e contradditoria realtà.

I giovani che bussano alla porta del mondo arbitrale sono obbligati ad armarsi di passione, di volontà ferma e decisa, di spirito di sacrificio; ad assumere una personalità condita di intelligenza, di un pizzico di ambizione, di un grado sufficientemente valido di cultura.

Costanza, abnegazione, sacrificio: sono le piastrelle con le quali è lastricata le strada che l’AIA ha deciso di percorrere. E ciò, per soli 90 minuti di passionalità sportiva che un arbitro è chiamato a contenere nell’alveo che porta al rispetto di norme scritte e di quelle dettate dall’etica sportiva”.

Così scriveva Mauro Zaza decenni addietro, eppure le sue parole sono ancora attuali. Credo che con tali maestri di vita ora capirete a cosa si riferiscono i dirigenti arbitri quando chiedono serietà d’impegno e acquisizione di quei  valori che garantiscono una vita tesa al bene comune, alla giustizia, alla solidarietà; valori senza dei quali non si potrà realizzare pienamente la propria “umanità” in qualsiasi luogo e ruolo si manifesti.

Credo che il miglior modo di onorare la memoria del nostro caro collega Mauro sarà quello di fare tesoro delle indicazioni e suggerimenti nel Suo scritto contenuti”.

La sezione AIA di Molfetta, nella persona del presidente a.b. dott. de Leo, del consiglio direttivo e di tutti i suoi associati, si stringe perciò al cordoglio della famiglia Zaza».     

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