La presentazione della Liberty Molfetta è una festa. Adesso, il campo
Sontuoso debutto della squadra del presidente Canonico di fronte alla nuova tifoseria. I giocatori in coro: "parlerà il campo"
MOLFETTA - Inizia con le luci e il volume alto di una festa attesa dodici mesi l'avventura della Liberty Molfetta del presidente Nicola Canonico. Un nuovo che ritorna all'antico, una maglia a strisce verticali biancorosse che fa eco alla nostalgia: e poco importa se il nome Molfetta Sportiva non arriverà. Un cuore non sta dentro a un nome, e il cuore che a Molfetta sente voglia di calcio è tutto lì, per la Liberty.
Nella serata del lungomare che consegna la squadra alla sua nuova città i tifosi, arrivati in tanti, hanno trovato l'ideale sfogo alla propria voce e ai propri sentimenti tenuti soppressi dopo la scomparsa, a giugno dello scorso anno, del Molfetta calcio. Ieri erano lì, a tenere a battesimo e a travolgere con il proprio calore i nuovi beniamini; vecchi, in qualche caso (Carlucci, Tridente e Uva), nuovi ma già idoli (capitan Suarez), nuovi che incuriosiscono (il portiere coloured, Mamadou Sakho) Tutti accomunati, nelle dichiarazioni sul palco, dalla voglia di far bene, dal poco populismo nonostante la mediaticità della presentazione, e dall' intenzione di dimostrare il proprio valore in campo. “Gli assist non si fanno sul palco ma sul campo” dice Menga, gli fa eco il capitano Juan Pablo Suarez, che pur da autentico trascinatore, rinvia anch'egli il verdetto al campo.
Ma lo spirito molfettese, la sensazione di sentirsi a casa e l'entusiasmo di fare calcio per i propri concittadini prendono il sopravvento in Carlucci, che inizia a intonare, seguito dai tifosi, il coro “Serie D”. Lancia un grido di richiamo: la speranza per tutti, ieri sera al lungomare di Molfetta, è che vi sia a giugno quello di risposta, l'urlo di un'altra festa, quella della promozione tra i dilettanti.
Autore: Vincenzo Azzollini