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La giornata di Azzollini tra ansia, euforia e delusione
15 aprile 2008

Ansia, incertezza, (mal) celata euforia, (mal) celata delusione. La giornata nella quale il candidato della coalizione di centrodestra, Antonio Azzollini, vive lo scrutinio della prima tornata elettorale, quella che alla fi ne, per poche centinaia di voti gli porterà in dote soltanto il ballottaggio con Mino Salvemini, passa attraverso tutti questi stati d'animo; spesso, in rapidissima successione. Vediamo come, a tappe, il senatore ha vissuto le fasi dello scrutinio, all'interno del suo comitato elettorale, dove c'eravamo anche noi di Quindici. Ore 15.00 – Azzollini è già presente al comitato, avvolto ancora nella penombra e quasi deserto. Non parla molto, siede quasi in silenzio, e ogni tanto riceve comunicazioni o parla direttamente al telefono con i suoi informatori. Lo spoglio è iniziato da un'oretta, e i dati che danno i due candidati principali, Salvemini e appunto Azzollini, in sostanziale equilibrio, non lo convincono. Su questo avrà ragione; ma nelle fasi che lo separano tra una battuta e l'altra con i presenti, la tensione, sottopelle, sembra esserci. E' presto, ma i numeri non vanno come dovrebbero. Ore 15.30 – La sala del comitato inizia a riempirsi, a chi gli fa gli auguri per la sua vittoria come senatore alle politiche, Azzollini risponde con un sorriso sornione, di chi spera non siano gli unici auguri della giornata. I numeri però sono ancora in equilibrio, ma il senatore a Quindici li defi nisce ancora casuali e senza molto valore simbolico. Ci dice che, magari, i suoi sostenitori sono andati per primi a votare, e che le sue schede sono sul fondo. Inizia però ad aleggiare lo spettro del ballottaggio: “lo avevo detto, stamattina: andremo al ballottaggio per 300 voti”, afferma Azzollini, con rammarico. Ore 16.00 – Accelera notevolmente il tam tam delle notizie dalle varie sezioni: iniziano ad arrivare i primi numeri dopo due ore di scrutinio, quindi più credibili. La tendenza sembra essere questa: non in tutte le sezioni il centrodestra è in vantaggio, in alcune è sotto. Ma in quelle in cui Azzollini conduce, conduce di un bel po'. Sono i dati che iniziano a far distendere Azzollini, la situazione sta evolvendo, e dunque inizia a rilasciare le prime dichiarazioni. Agli organi di stampa, tra cui anche – e soprattutto – a Quindici, dichiara che bisognerà attendere più di un'ora perché i numeri abbiano un riscontro oggettivo. “Ora siamo alla mera casualità”, afferma il senatore, comunque visibilmente più sereno. Ore 16.45 – E' il momento della svolta: Azzollini passa sensibilmente in vantaggio, e anche se i numeri al comitato lasciano un po' troppo all'ottimismo rispetto a ciò che in realtà sta accadendo, si inizia a respirare aria di vittoria. Azzollini comincia a sperarci sul serio, è sempre più spesso fuori dal comitato, su via Margherita di Savoia, a prendere aria fresca dopo un primo pomeriggio più teso del previsto. A qualche passante che lo saluta dalla macchina, Azzollini rivolge spesso gesti e parole di fi ducia. Riceve anche la visita dei familiari. Il quadro si rischiara di minuto in minuto, e anche se non c'è mai, uffi cialmente, il 49,84% di cui si parla al comitato, Azzollini è decisamente in fuga. “Siamo la prima coalizione, questo è assodato. Se arriviamo a quel 50% è tutto da vedere”. Scherza spesso. Ore 17.15 – E' frizzante l'aria, frenetico il susseguirsi delle notizie, e l'ex sindaco sembra convincersi che quell'«ex» potrebbe sparire già in serata. Usciamo per raccogliere ancora le sue impressioni. E' sorridente, vede il segnale di ultimo chilometro. “Sono molto contento, il dato certo è che la mia coalizione ed io siamo i primi nel panorama politico cittadino. Ora dobbiamo vedere se ci sarà quello sprint necessario per chiudere la partita al primo turno. La nostra proiezione ci dà al 49,84%, ma come al solito mantengo la calma e la cautela perché i dati non sono ancora precisi. Non posso nascondere che già così sono soddisfatto, stiamo andando molto bene e con un po' di fortuna potremmo chiudere già stasera” dice a Quindici. La speranza si sta trasformando in convinzione, e Azzollini non fa nulla per mascherarlo. Gli chiediamo, se avesse un euro da giocarsi, se se lo giocherebbe su “Antonio Azzollini sindaco di Molfetta” già in serata. Ci dice di sì: e dall'aria che si respira al comitato del Popolo delle Libertà, sembra proprio che questa eventualità debba essere quotata ad un prezzo decisamente basso. Azzollini, adesso sì, ci crede sul serio. Ore 17.30 – “Siamo molto vicini” afferma il candidato del centrodestra. Quando ci eravamo affacciati al Pd, a pochi metri di distanza, l'umore era diametralmente opposto. Azzollini parla di “ultimo sprint”, di un colpo di reni capace di colmare quel fantomatico 0,14% di distacco dal 50% che non si saprà mai se c'è stato veramente. Si parla di una sessantina di voti che separano il candidato del Pdl dalla poltrona di Palazzo Giovene. Questi sono i numeri che Azzollini possiede, e a questi si aggrappa. Motorizzato, abbandona il comitato elettorale per andare a vedere cosa succede nei seggi. Lo abbandona con il sorriso sulle labbra. Ore 18.00 – Arriva lo stallo. Quella percentuale non si muove, lo sprint non c'è. Le schede non sono sul fondo. Ore 18.45 – Ricomincia a materializzarsi lo spettro del ballottaggio, l'attesa sembra non portare a niente, mentre si moltiplica il numero delle sezioni che offrono il dato defi nitivo, dei rappresentanti di lista che consegnano il loro risultato. L'euforia inizia a calare, anche se la vittoria come coalizione non è in discussione da almeno due ore e mezza. Si capisce che su questo, dialetticamente, si dovrà investire. Ore 19.30 – Quando lo incontriamo di nuovo, i dati puntano con decisione al ballottaggio, anche se di poco, anche se di quel poco che Azzollini, informalmente, temeva all'inizio della giornata. E' stato un buon profeta ma non ha da esserne contento, anche se, durante l'ultima dichiarazione che raccogliamo, conserva comunque il sorriso. “Sono comunque state smentite le previsioni un po' arrogantelle degli altri” dice. “Abbiamo fatto le elezioni e la mia coalizione è arrivata prima. Mi auguro ci sia ancora qualche sezione che ci porti verso il 50%, ma se non ci fosse, affronteremmo il ballottaggio da una netta posizione di vantaggio”. Gli ricordiamo di quello sprint evocato, che non c'è stato e che adesso suona come una beffa. Azzollini ci risponde che è così, purtroppo si è fermato a qualche metro dal traguardo. I brutti pensieri, quelli che parlavano di 300 voti mancanti, sono tornati, e hanno un aspetto molto più reale. Il senatore pensa comunque positivo, riferendosi anche al passato: “è già accaduto l'altra volta, e la somma dei voti dei due avversari era di gran lunga superiore alla mia. E al ballottaggio sappiamo come è andata. Il ballottaggio è un'altra sfi - da tra i candidati sindaci che hanno raggiunto il maggior suffragio di voti, e questa sarà una nuova battaglia. Me la giocherò, l'ho vinta benissimo l'altra volta, se dovessi misurarla con gli scarti, questa la vincerò ancora meglio”. Ore 20.00 – Fuori è buio, i numeri parlano inequivocabilmente di ballottaggio. In sala già ci si chiede cosa farà Zaza dei suoi voti, in quanti torneranno a votare. Domina un diffuso rimpianto, ma il presente è già una nuova sfi da, e la giornata che volge al termine è solo un passaggio verso una nuova corsa al voto, quella che davvero potrebbe rendere Azzollini il nuovo sindaco, oppure trasformare questa qui, di giornata, nella più cocente delle delusioni. Senza un ballottaggio.
Autore: Vincenzo Azzollini
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