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La giornalista Rai Tiziana Ferrario a confronto con gli studenti degli istituti superiori a Molfetta sul risveglio delle donne al tempo di Trump
Tiziana Ferrario all'incontro con gli studenti
15 novembre 2018

MOLFETTA - Si lotta non solo per conquistare, ma soprattutto per preservare le proprie conquiste: a ricordarlo agli studenti radunatisi presso l’auditorium dell’istituto professionale “Mons. Antonio Bello” è la giornalista Rai e conduttrice televisiva Tiziana Ferrario. É proprio questo il file rouge dell’incontro, un appuntamento della rassegna culturale “Conversazioni dal Mare” dell’associazione #Artemia guidata da Giulia Murolo, realizzata con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Molfetta, della Commissione Regionale Pari Opportunità e dell’Associazione Italiana Biblioteche - Puglia.

Prima di parlare da autrice del libro “Orgoglio e pregiudizi: il risveglio delle donne ai tempi di Trump”, l’amore per la sua professione porta la Ferrario a parlare da giornalista, facendo riferimento alle manifestazioni che hanno animato i colleghi di tutta l’Italia nella giornata del 13 novembre a difesa della libertà di stampa a seguito degli insulti ricevuti dai politici.

«Ci hanno chiamato “puttane”, “sciacalli” e “pennivendoli” andando contro l’articolo 21 della Costituzione Italiana che promulga uno degli aspetti più significativi della democrazia, la libertà di stampa. A questo punto abbiamo il dovere di farci sentire: non si può pensare ad un Paese in cui la stampa sia sottomessa e tema ritorsioni».

«Più voci ci sono è meglio è» è l’invito al pluralismo, lo stesso che riguarda anche il diritto alle pari opportunità, quello che abbraccia l’ultima pubblicazione dell’autrice, tema dell’incontro sviluppatosi in presenza dell’Assessore alla Cultura, Sara Allegretta e della Preside dell’Istituto “A. Bello”, Maria Rosaria Pugliese.

La permanenza negli Stati Uniti in qualità di inviata ha permesso alla giornalista di ampliare i propri orizzonti e ha acceso in lei la voglia di portare in Italia quel fervore che ha ispirato gli USA, dove quella in corso non è solo un’ondata democratica, ma “un’ondata rosa.”

Quella nata in seguito all’esemplare sconfitta alle elezioni per la Casa Bianca contro l’atipico rivale Donald Trump di Hillary Clinton che, pur non avendocela fatta, è riuscita a infondere energia a tutte le donne, motivandole a mettersi in gioco in prima persona. Grazie alla presenza di un modello di tenacia è avvenuta la marcia delle donne del 21 gennaio 2017, giorno successivo all’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti e data che ha segnato non solo la storia dell’America, ma anche quella delle donne. Le stesse che secondo la Ferrario non smetteranno mai di marciare se guidate dall’ideale dell’unione.

«Enorme la difficoltà delle donne americane ad andare oltre le divisioni che esistono ancora fra le stesse donne, trattandosi di un Paese multietnico sin dalle sue origini. Ma la creazione di una rete fa la differenza».

E fa la differenza sin dalla tenera età, da quando i maschietti vengono abituati al gioco del calcetto, che invece non è l’hobby preferito dalle femminucce, per le quali non esiste un’attività standard mirata a sviluppare la capacità di fare gioco di squadra.

Quel gioco che rappresenta la salvezza di tutte le donne, ma non solo, perché secondo gli economisti, come ricordato in loco dalla stessa Ferrario, a beneficiare delle pari opportunità di donne e uomini nel mondo lavorativo sarebbe l’economia dell’intero Stato, oltre che delle singole famiglie.

Più flessibilità negli orari e nelle modalità di lavoro, parità di stipendio, parità di opportunità: sono queste le battaglie da fare per prendere in mano le redini di un Paese in cui le donne, pur rappresentando una maggioranza, sono ancora trattate come fossero una minoranza. Tanto che ci si vergogna a dire di essere femministi, soprattutto se si è uomini: preconcetto impensabile a parere della giornalista, che ci tiene a precisare come questa non sia la lotta delle donne, ma la lotta delle donne affiancate dagli uomini, che non devono restare indifferenti dinanzi alla violenza di genere e alle disparità ancora vigenti tra uomo e donna.

«Assurdo perdere dei talenti per dar conto a stereotipi che non valorizzano in alcun modo la personalità di un individuo, uomo o donna che sia» dichiara la Ferrario, rispondendo ad un intervento a proposito del ruolo maschile nella lotta ai pari diritti, cui sono seguite numerose domande da parte di studenti e studentesse che non hanno perso l’occasione di confronto con un talento della cultura italiana.

In un linguaggio forbito e nella massima disponibilità Tiziana Ferrario ha risposto alle questioni sollevate dagli studenti, quali il richiamo al romanzo inglese “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, il riferimento al toccante capitolo “La lettera”, la possibilità di una marcia di tale portata anche in Italia, l’esperienza da reporter nelle zone del Medio-Oriente e anche il percorso professionale, che è cominciato da quando la Ferrario ancora frequentava il Liceo e che non è mai smesso e per il quale afferma di sentirsi pienamente soddisfatta.

Tanto quanto può ritenersene per l’incontro studentesco, che ha parlato con immediatezza tanto quanto la copertina del libro, fortemente voluta dalla giornalista, che rappresenta la “Ragazza Senza Paura” che tiene testa al Toro di Arturo de Modica, il “Charging Bull”.

La “Ragazza Senza Paura” è il simbolo di ogni donna e ci ricorda di non permettere neanche ad un toro di sottomettere la nostra personalità; oltre a ricordarci che tra noi e il toro in comune c’è un valore: la forza. 

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