Recupero Password
La denuncia. Da Luoghi Comuni a Musica e Parole: il Comune di Molfetta si prende gioco dei giovani della propria città Per un discutibile comportamento da parte dell’Amministrazione Minervini, l’associazione giovanile molfettese la "Plancia Piena" si è vista togliere uno spazio comunale assegnatogli su selezione regionale. Al suo posto un gruppo societario di Bari gestore di discoteche e ristoranti
03 maggio 2021

MOLFETTA - È molto deluso e arrabbiato Carlo Gervasio, 32enne di Molfetta e Presidente de “La Plancia Piena”, un’associazione di promozione sociale nata nel 2015 e operante nella formazione e informazione dell’educazione al “gioco intelligente”.
L’esperienza vissuta da Carlo e dalla sua associazione, con 500 soci all’attivo e gestita da 15 giovani dai 25 ai 35 anni, è incredibile e li vede a loro malgrado protagonisti di uno scempio istituzionale mai avvenuto prima.
“Quindici” lo ha intervistato per conoscere meglio cosa fosse successo dando l’occasione a loro e alla nostra città tutta di capire l’accaduto.
Ciao Carlo, potresti spiegarci per bene come si è giunti ad essere vincitori su Molfetta del bando regionale “Luoghi Comuni” a ritrovarsi esclusi e senza più uno spazio per le vostre attività?
«Ciao Gabriele, vorrei partire spiegando in poche parole che cosa è il bando regionale “Luoghi Comuni”.
Luoghi Comuni esiste da diversi anni e periodicamente prova a mettere in rete giovani ed Enti pubblici finanziando progetti rivolti al territorio e alle comunità attraverso una serie di passaggi:
- I Comuni individuano degli spazi che sono momentaneamente non utilizzati o sottosviluppati, ma tenuti sempre in buono stato e quindi agibili, e li candidano al bando;
- L’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l'Innovazione della Regione Puglia (ARTI) valuta gli spazi candidati e se li ritiene idonei li inserisce a bando, aprendo le candidature alle associazioni;
- Gli Enti del Terzo settore possono candidarsi presentando dei progetti dalla durata minima di 2 anni che abbiano come obiettivo anche la riqualificazione del luogo e richiedendo alla Regione un finanziamento fino a 40.000 euro per i primi 18 mesi di attività.
Allo scadere dei due anni, l’amministrazione comunale decide fondamentalmente se rinnovare la collaborazione con l’ETS territoriale o chiudere l’esperienza.
Nel nostro caso in particolare, il Comune di Molfetta aveva aderito a giugno del 2020 candidando due spazi per i quali avevano espresso che l’indirizzo di destinazione fosse di tipo culturale e turistica: l’Ospedaletto dei Crociati e l’immobile ad angolo Via Piazza e Via Macina: quest’ultimo riguarda la nostra triste vicenda.
A luglio dello stesso anno si è tenuto un open day sul posto in cui erano presenti sia il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, l’assessore alle Politiche del lavoro, politiche e finanziamenti regionali ed europei, politiche giovanili Gabriella Azzollini, alcuni componenti dello Staff Luoghi Comuni dell’ARTI e alcune realtà potenzialmente interessate ai luoghi messi a bando.
In quell’occasione avevo parlato con l’assessore che mi aveva confermato l’interesse per il progetto de “La Plancia Piena” e invitato a proseguire nella candidatura.
A fine settembre, a chiusura delle candidature, è seguita la fase di valutazione da parte della Regione con l’associazione risultata vincitrice del bando: a onor del vero non c’erano altre candidature per i luoghi individuati dal Comune ma avevamo comunque il punteggio necessario per risultare idonei per accedere alla graduatoria di Luoghi Comuni».
Quanto era il punteggio?
«Il minimo consentito era 60. Noi avevamo ottenuto 72 su 100».
Cosa è successo dopo settembre 2020?
«Siamo stati in attesa di firma del contratto di ufficializzazione della nomina tra il Comune, Associazione e Arti e di essere contattati per definire i dettagli della proposta di progetto presentato in fase di candidatura.
L’impressione avuta, visto il passare del tempo e l’assenza di comunicazione istituzionale in merito, è che lo scopo e spirito del bando regionale non fosse stato compreso completamente dall’Amministrazione, visti anche gli interventi fatti dal sindaco durante l’open day di luglio che parlava di opportunità di rilancio del commercio, con giro di economia.
A fine gennaio 2021 abbiamo notato dall’Albo pretorio del Comune un avviso pubblico dal nome “Cuore antico” che metteva a bando 18 locali comunali da destinare a commercianti, piccole imprese d’artigianato, ristoratori e bar.
E tra i 18 locali c’era anche quello che era stato candidato dal Comune stesso per il bando regionale “Luoghi Comuni” e per il quale eravamo risultati vincitori.
A quel punto abbiamo chiesto spiegazioni immediatamente ad ARTI e parallelamente al Comune».
Che cosa vi ha detto la Regione a proposito?
«Ci hanno letteralmente detto che “cascavano dalle nuvole” e che un avvenimento del genere non era mai accaduto prima d’ora.
Dopo pochi giorni dalla richiesta di delucidazioni al Comune, ARTI ha affermato di aver ricevuto una pec in cui l’Ente esprimeva la volontà di ritirare lo spazio indicato per il bando “Luoghi Comuni” senza aggiungere particolari motivazioni.
C’è da dire che dal punto di vista normativo del bando, ciò è possibile in quanto non è stato specificato il tempo massimo entro cui poterlo fare».
Avete provato a chiedere un appuntamento al sindaco per chiedere delucidazioni?
«Sì, a richiesta d’incontro per chiedere se la volontà del Comune fosse definitiva, ho avuto modo di parlare con l’assessore Gabriella Azzollini e il sindaco Tommaso Minervini, ma mi è stato confermato che la decisione fosse definitiva e non discutibile. Ho avuto l’impressione che non ci fosse qualcosa contro di noi in particolare, ma che piuttosto il bando non fosse stato ben compreso e il nostro progetto non fosse stato minimamente esaminato».
A questo proposito, potresti spiegare di che progetto si trattava? Qual era il vostro obiettivo?
«Il progetto consisteva nell’implementare il settore del turismo culturale attraverso la gamification, ossia l’inserimento di tecniche o modalità che provengono dal mondo del gioco per trasmettere concetti e nozioni in contesti non ludici.
Esistono infatti esempi, a partire da Bari fino a tutta Italia, dove l’attività educativa viene inserita sotto una chiave di carattere ludico al fine di facilitare l’acquisizione di informazioni da parte dei partecipanti e stimolando la loro partecipazione e attenzione.

Ecco, su questi concetti, avevamo intenzione di creare una serie di attività nel centro storico e nei suoi luoghi (cene con delitto, escape rooms, giochi di carattere investigativo, itineranti) in cui fossero inseriti elementi della storia o cultura locale e di usare lo spazio offerto dal Comune come base operativa per realizzare, coi vari partecipanti, un vero e proprio gioco da tavolo da portare in sviluppo e produzione.
Tutto questo sarebbe stato realizzato con altre realtà appartenenti ai comuni di Bisceglie, Giovinazzo e Molfetta, offerto in diverse lingue grazie anche alla presenza e compartecipazione dei volontari europei presenti a  con l’associazione InCo e inserito in un contesto formativo, visti anche i primi contatti intrapresi con l’Università degli Studi di Bari».
Ritorniamo all’incontro col sindaco: non vi ha proposto nessuna soluzione dopo il danno arrecatovi?
«Ha solamente dichiarato che se avessimo avuto ancora bisogno di uno spazio per fare attività, avrebbero provato a trovarne uno, magari in periferia in modo da non avere problemi di attacchi da parte di vandali.
Ad oggi comunque nessuno ci ha più richiamato, ma sinceramente dopo quanto accaduto non ci avevamo fatto nemmeno tanto affidamento, anche perché la proposta offertaci era oltremodo fuori traccia rispetto al nostro scopo e al progetto: implementare il nostro impegno sul territorio creando un impatto positivo sulla comunità».
Come è proseguita la vicenda tra Comune e ARTI?
«ARTI ha fatto richiesta esplicita al Comune di una formalizzazione del ritiro dell’immobile, considerando inefficace la Pec di comunicazione effettuata nel frattempo dall’ente municipale.
A febbraio, precisamente il giorno 23, l’amministrazione Minervini ha deliberato in Giunta Comunale il ritiro di disponibilità del locale a causa di “non utilizzabilità per cospicui lavori di ristrutturazione della struttura” e rilevati “evidenti condizioni di non funzionalità”: qualcosa che cozza con la realtà delle cose dal momento che se le cose fossero davvero così non si sarebbe potuto candidare l’immobile per il bando regionale “Luoghi Comuni”.
Da quel momento in poi le comunicazioni tra l’Associazione e il Comune si sono completamente interrotte».
Nel comunicato stampa inviato ai giornali locali, concludete dicendo che avete deciso di portare il progetto in una città limitrofa. Quale sarebbe?
«Giovinazzo. Il bando è attualmente aperto e si chiuderà a metà maggio per le candidature. Nel caso non riuscissimo a risultare vincitori, valuteremo altre opzioni».
Attualmente avete subito un danno economico da quanto vi è accaduto?
«No, ma risultati vincitori del bando, avevamo infatti deciso di non rinnovare l’affitto di locazione del nostro spazio associativo.
Non avevamo fatto i conti con il cambio d’idea del Comune, ed è per questo che oggi ci ritroviamo privi di uno spazio associativo.
Fortunatamente le restrizioni Covid in qualche modo ci hanno consentito di non sentire ulteriormente questo problema, visto e considerato che non ci avrebbero comunque permesso di usufruirne e metterlo a disposizione dei soci».
“Molfetta non è un paese per giovani” è stato il titolo della vostra nota stampa, è davvero così secondo te?
«Credo che esista una colpa condivisa tra la disattenzione da parte delle vecchie generazioni verso le nuove e un disinteresse coltivato negli ultimi anni dalle nuove generazioni, figlio probabilmente di una mancata educazione culturale e cittadina ricevuta».
Un’ ultima domanda: se mai ci fosse la possibilità di ritornare a Molfetta dopo quanto vissuto, ritornereste come realtà?
«La maggior parte di noi che abbiamo fatto nascere e gestiamo “La Plancia Piena” è di Molfetta e certamente ci farebbe piacere ritornarci. Ne siamo affezionati e vogliamo costruire qualcosa in essa. Certo è che, almeno al momento, non abbiamo alcuna intenzione di accettare inviti o collaborare con questa amministrazione».

© Riproduzione riservata

Autore: Gabriele Vilardi
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet