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L'Udc di Molfetta rettifica l'errore nel comunicato stampa sull'annuncio della querela per diffamazione contro Matteo D'Ingeo del Liberatorio Nel documento “Sì all'informazione libera, no alle persecuzioni politiche e mediatiche”, è stato scambiato l'art. 595 con l'art. 575 del codice penale
18 aprile 2012

MOLFETTA – Dopo l’invio del comunicato con cui annunciava la querela contro Matteo D’Ingeo del Liberatorio politico, l’Udc di Molfetta, ha inviato una rettifica: «a proposito del comunicato, inviato pochi giorni fa presso gli organi di stampa, l'Udc Molfetta tiene a precisare che il Sig. Matteo D’Ingeo, viene indagato  in ordine al reato di cui all’art. 595 codice penale e non all’art. 575 c.p., così come il precedente comunicato riportava per un mero errore di scrittura (già rettificato da “Quindici” sullo stesso comunicato originario, ndr).
La nostra buona fede - continua il comunicato dell'Udc Molfetta - è dimostrata dal fatto che in allegato al comunicato è stata riportata copia dell’originale della querela.
Ribadendo fermamente il contenuto di quanto riportato nel precedente comunicato, ci scusiamo con il Sig. D’Ingeo per l’errore avvenuto
».

 

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RISCHIO CALCOLATO-…Come si tutela la LIBERTA' di stampa in DEMOCRAZIA? Soprattutto con leggi chiare. Ad esempio, negli Stati Uniti esistono norme che non consentono a chi ha incarichi pubblici, di intraprendere cause per diffamazione contro i mezzi di informazione. Chi gestisce soldi pubblici, chi assume decisioni importanti deve essere soggetto al più ampio CONTROLLO. Deve accettare che si indaghi sui suoi atti politici, sulla sua vita privata, sulla sua condotta sessuale. E' duro, ma necessario se si vuole ricoprire un incarico pubblico. La DIFFAMAZIONE? Un rischio calcolato, fa parte del gioco. Faccio un esempio: sarebbe molto facile ridurre la criminalità. Basterebbero leggi più repressive. In quel modo, però, si colpirebbero le libertà civili. E allora, in democrazia, si accetta un certo grado di criminalità, per poter vivere più liberi. Così dovrebbe essere anche per l'informazione. In questo modo, ovviamente, si accetta anche la possibilità che la stampa sbagli (e non è il nostro caso) o deformi. Una società democratica è disposta a rischiare, se considera l'informazione un VALORE. Tuttavia, la tutela della libertà di stampa non è solo un fatto legislativo ma anche CULTURALE. Deve essere forte l'idea tra i cittadini che la stampa sia il CANE da GUARDIA del potere. Quindi, quello che compie la stampa LIBERA e ONESTA è un'opera necessaria e santa di purificazione e liberazione. Sono, queste, cose sì ovvie che si è veramente mortificati – come molfettesi, cittadini e uomini- a doverle scrivere.

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