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L'Oasi Torre Calderina sta tornando all'antico splendore
15 luglio 2015

È un sito di straordinario interesse naturalistico. Un luogo preferenziale per l’avifauna in transito lungo le coste occidentali della Puglia per le rotte migratorie. Un’area purtroppo dimenticata e poco valorizzata sino a qualche tempo fa. Si tratta dell’Oasi di Torre Calderina, territorio fascinoso recuperato dall’incuria e dalla dimenticanza grazie all’operato di Nicola Pertuso, proprietario del Villaggio Lido Nettuno di Molfetta, seguito a ruota da molte associazioni ambientaliste e dalla sensibilità delle istituzioni locali. Così a partire dal 2011 con la costituzione del Comitato di Protezione, Salvaguardia e Sviluppo dell’Oasi Naturale di Torre Calderina sono state messe in atto azioni concrete volte a riassestare l’area e riportarla al suo antico splendore. A fare il punto della situazione a Quindici, proprio Nicola Pertuso. Quali sono state le azioni concrete messe in atto per recuperare e valorizzare l’area? «Le azioni più efficaci che abbiamo messo in atto sono legate alla pulizia di quest’area. Non si tratta soltanto della zona riconducibile alla spiaggia e circoscrivibile al villaggio ma abbraccia tutta la litoranea prossima a Torre Calderina. Inoltre, quest’anno abbiamo goduto dell’ausilio dei dipendenti dell’Asm di Molfetta che ci hanno dato una grossa mano. In più abbiamo istituito anche un servizio di vigilanza affinché ci si assicuri che in zona non solo non vengano buttati rifiuti di ogni sorta ma che sia evitata la pesca di frodo di datteri con conseguente deturpamento del fondale marino a tutela e salvaguardia di questo tratto di costa». Chi si occupa della vigilanza? «Se ne occupano i nostri dipendenti. Di fatti per tale ragione hanno svolto un corso di formazione con gli educatori ambientali e sub professionisti, il dott. Francesco Marco D’Onghia e la dottoressa Maria Minerva. Con lo staff e la preziosa collaborazione dei nostri clienti stiamo portando avanti un’iniziativa di sensibilizzazione alla tutela e salvaguardia del territorio». E la questione del depuratore come è stata gestita? «Appena si insediò il nuovo Sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, denunciai il cattivo funzionamento del depuratore ubicato nei pressi di Torre Calderina perché funzionava molto male e addirittura promisi che avrei fatto lo sciopero della fame se qualcosa non si fosse mosso nella direzione giusta. Devo riconoscere che il primo cittadino e l’Assessore all’Ambiente, Rosalba Gadaleta furono sensibili a questo argomento e attivarono da subito una serie di denuncie alla Procura della Repubblica, ai Carabinieri e alla Polizia affinché si effettuassero degli accertamenti su quel depuratore. Sta di fatto che nel giro di un anno l’impianto è stato sequestrato ad un’azienda privata che non effettuava la regolare manutenzione e non si accertava del buon funzionamento dello stesso ed è stato affidato all’Acquedotto Pugliese. Ad oggi l’impianto, a dire la verità non è ancora abbastanza dimensionato per poter funzionare bene ma i valori dell’Arpa sono cambiati sensibilmente in questi anni e noi lo notiamo anche dalla qualità dell’acqua». Cos’altro si può fare per migliorare la fruibilità dell’Oasi di Torre Calderina? «Stiamo continuando a spingere affinché si metta in funzione l’impianto di affinamento delle acque che si trova nell’agro di Molfetta e che non è mai stato utilizzato. Dunque sarebbe opportuno iniziare a farlo funzionare anche se più volte si sono verificati furti di rame che lo hanno danneggiato. In più servirebbe anche agli agricoltori che fruirebbero di acqua più pulita, utile all’irrigazione dei terreni. A suffragio della possibilità di utilizzo di questo vantaggioso strumento, un progetto finanziato dalla Regione Puglia grazie ai finanziamenti stanziati dall’UE che permetterebbe l’interramento di un canale che trasporterebbe i detriti residui delle acque a 2 km dalla costa. L’attenzione sul tema è altissima tanto quanto la sensibilità delle istituzioni locali. Infatti il Sindaco di Molfetta sta organizzando una serie di riunioni con gli imprenditori della zona industriale per chiedere loro un adeguamento degli impianti di depurazione perché, seppur ci siano situazioni di eccellenza, in taluni casi non funzionano a dovere. Ha inoltre fissato un termine utile affinché anche queste aziende si adeguino. Quindi stiamo facendo un lavoro a 360 gradi in modo che ognuno dia il proprio contributo». Che riscontro è stato ottenuto ad oggi? «Nei mesi scorsi l’Arpa ha eseguito le analisi di rito e abbiamo avuto la tabella relativa alle condizioni dell’acqua in prossimità della spiaggia. È risultato che nella graduatoria della balneabilità dell’acqua abbiamo ottenuto un punteggio di tre stelle, il massimo possibile sintomo di eccellenza. Questo dato è importante perché ci permette di rassicurare e tranquillizzare i bagnanti e ricordare loro che questa è una zona assolutamente balneabile e sicura non perché lo diciamo noi ma perché ci siamo adoperati in tutte queste iniziative e i risultati, a conti fatti, ci hanno dato ragione. Dunque la situazione al momento è buona e le previsioni per il futuro si prospettano ancora migliori». Ci sono altri progetti in corso? «Ci stiamo adoperando anche con un’altra iniziativa. Si tratta del progetto del Museo Marino Artistico MuMART, vincitore del bando Principi Attivi 2012, promosso e finanziato dalla Regione Puglia. Abbiamo fatto realizzare da alcuni scultori famosi delle opere che hanno come filo conduttore l’elemento marino. Si tratta di “Barriere Artificiali Sommerse” da collocare sul fondo sabbioso dell’area marina interessata al fine di facilitare il ripopolamento ittico, contrastare la pesca illegale con reti e fornire, al contempo, un substrato per gli organismi che popolano i fondali marini. Al momento le opere d’arte sono a disposizione di chi voglia vederle presso la parte antistante dell’ospedaletto dei Crociati a Molfetta. A breve però verranno immerse in mare affinché il sito acquisti maggiore prestigio e valore e attragga un numero cospicuo di persone affinché diventi un sito di prestigio come è successo in molte zone della Puglia». Obiettivi per il futuro? «Ci siamo riuniti tutti i gestori degli stabilimenti balneari di Molfetta e insieme alla Capitaneria di Porto abbiamo incominciato a ragionare su come far ottenere all’Oasi di Torre Calderina la Bandiera Blu. Se i depuratori funzionano, se i servizi sulle spiagge ci sono, se si effettua la raccolta differenziata, se si mettono in moto una serie di cose come in realtà sta accadendo, a Molfetta potremmo raggiungere il tanto ambito traguardo». 

Autore: Angelica Vecchio
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