Recupero Password
L'incertezza delle famiglie per il futuro dei figli
15 settembre 2010

Carissimo Direttore Felice, complimenti vivissimi per l’Editoriale da te scritto su “Quindici” del mese di luglio-agosto dal titolo “Il Signor refuso episcopello”. Ho molto apprezzato le tue lodevoli considerazioni culturali, politiche e sociologiche che rispecchiano verosimilmente la drammatica situazione locale e nazionale. Sono rimasto colpito, in particolare, dalle seguenti parole: “Oggi ci troviamo pieni di incertezze, con famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, mentre sono costrette a mantenere figli senza futuro, che perpetuano, per necessità, la dipendenza economica dai genitori, almeno fino a quando il risparmio non si esaurirà e finirà la grande illusione. Quel momento ognuno di noi lo avverte sempre più prossimo e non sa come reagire. Preferiamo non pensarci, sia per evitare di soffrire, sia per allontanare il dolore, sia perché non abbiamo una soluzione alternativa”. Ebbene, caro Direttore, non volendo, hai toccato un tasto che mi procura dolori lancinanti, sei stato un magnifico “reporter” della famiglia in cui vivo, con tre figli a carico senza lavoro, per i quali vedo un futuro non nero ma nerissimo: quante domande senza risposta, quante umiliazioni, quante promesse non mantenute, quante porte sbattute in faccia o mai aperte, quanta arroganza di potere, quanto menefreghismo per chi soffre, quante lacrime, quanta voglia di dire “ basta voglio farla finita per sempre”, quanta voglia di dare un calcio al sedere a tanti imbroglioni, ciarlatani, imbonitori, persone capaci di svendere la propria dignità personale pur di occupare e conservare quella “prestigiosa” poltrona, fonte di lauti redditi che assicura benessere a loro e alla loro famiglia. Chi se ne frega della gente senza lavoro sull’orlo della disperazione, dei genitori che, dopo tanti sacrifici per mettere al mondo ed educare i propri figli, ora piangono con loro per una iattura che non ha via di sbocco. Nel momento in cui hanno bisogno di voti elettorali, farebbero bene i politici e gli amministratori della cosa pubblica a mettere “la facce ind’all’é mmèrde”, come recita un detto popolare molfettese, piuttosto che prendere in giro e illudere tanta gente onesta e bisognosa di aiuto. C’è da confidare solo nel buon Dio che ci conservi in salute per mantenere in vita questi nostri figli. Ti chiedo scusa, Direttore, per questo mio sfogo come collaboratore di questo mensile che, ritengo, sia molto vicino alle problematiche della gente, oltre che della città in cui sfortunatamente viviamo. Con le mie espressioni di gratitudine nei tuoi confronti, ti saluto cordialmente e ti abbraccio.

Autore: Cosmo Tridente
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet