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L'ex clinica Villa Giustina di Molfetta nel mirino della magistratura: truffa alla Asl Indagati i due coniugi ex titolari della clinica privata e tre medici. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, durate tre anni, gli indagati operavano prestazioni sanitarie gonfiate o addirittura mai eseguite con un danno alla Regione per circa 800mila euro solo per il 2006
12 novembre 2009

MOLFETTA - Ancora una volta Molfetta al centro di una vicenda giudiziaria che riguarda la sanità. Si sono appresi altri particolari dell’operazione dei militari della Guardia di Finanza di Molfetta, che dopo un'approfondita indagine, hanno denunziato all'autorità giudiziaria 5 persone, tra le quali 3 medici, a vario titolo per truffa aggravata, falso, abuso d'ufficio e appropriazione indebita in danno del servizio sanitario regionale.  
Nel mirino della magistratura è finita la clinica privata “Villa Giustina”, (nella foto la hall della clinica) chiusa alcuni mesi fa dopo che era passata al gruppo di cliniche Villa Maria, e dopo una ristrutturazione che faceva ben sperare sul futuro della struttura.
Poi, la decisione della proprietà di trasferire la sede da Molfetta a Giovinazzo, che aveva suscitato molte polemiche, seguite da appelli al mantenimento della sede di Molfetta.
La prima disavventura della clinica ci fu a settembre 2008: in seguito a un’ispezione dei Nas dei carabinieri, il magistrato ordinò la chiusura della struttura per presunte gravi inadempienze igienico-sanitarie (il procedimento fu poi archiviato il 22 settembre scorso).
Ora l’accusa più grave (che ovviamente si riferisce alla gestione precedente a quella di Villa Maria) di presunti falsi e truffe per spillare soldi alla Asl Bari e alla Regione, attraverso il regime di convenzione.
Le indagini sono andate avanti per tre anni e sarebbe stata accertata una frode da parte dei responsabili (amministratore unico e procuratore speciale), che per procurarsi ingiusti profitti economici, alteravano gli importi delle fatture che venivano inviate al servizio sanitario per il rimborso delle prestazioni sanitarie effettuate in regime di convenzione.  
La presunta condotta fraudolenta aveva indotto il citato servizio sanitario regionale ad erogare a favore della struttura, convenzionata per l'anno 2006, una somma di circa un milione e 300mila euro anziché 447mila euro determinando un danno patrimoniale nei confronti della Regione Puglia pari a 780mila euro.
Ulteriori indagini hanno permesso, inoltre, di appurare condotte illecite perpetrate da  3 medici, dipendenti di ospedali pubblici e altre amministrazioni, i quali effettuavano prestazioni abusive nella struttura sanitaria privata in violazione dell'esclusività del rapporto di lavoro di dipendente pubblico.
Ora si è arrivati all’avviso di conclusione delle indagini a firma del sostituto procuratore della Repubblica di Trani dott. Antonio Savasta, per «Antonia Saveria Zannella, 46 anni dottoressa di Giovinazzo ex amministratrice della Clinica Villa Giustina Spa, di suo marito Pasquale Leonardo Risolo, 43 anni, militare dei Carabinieri ritenuto – secondo l’accusa - dipendente e presunto amministratore occulto di Villa Giustina che si sarebbe occupato dei rapporti con la Banca Ifis e con gli uffici ammi­nistrativi dell’Asl/Ba, nonché presunto socio e titolare di diritti su azioni quote sociali di Villa Giustina; al radiologo Sergio Petronelli, di 54 anni residente a Moffetta, come medico dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti; al dr. Luigi Giovanni Lupo, 57 anni residente a Bari, dirigente medico di primo livello presso l’unità operativa di chirurgia generale del Policlinico barese e al dr. Nicola Pansini, 35enne barese, in qualità di ginecologo, capitano medico dei Carabinieri, capo sezione dell’ufficio comando in servizio all’ufficio sanità del­l'11° Battaglione Carabinieri Bari».
L’accusa per i coniugi Zannella Risolo sarebbe quella relativa ai reati di truffa e falso ideologico. La truffa sarebbe stata operata in modo elementare, come ritiene il dr. Savasta, indicando alla Asl codici differenti (i cosiddetti DRG) e in particolare più remunerativi rispetto alle prestazioni sanitarie effettivamente attuate sui pazienti di Villa Giustina (di cui si chiedeva il rimborso per il regime di convenzione). In alcuni casi le prestazioni sarebbero state riferite a patologie più gravi, in altri casi sarebbero state addirittura fittizie.
Vantaggi economici cospicui da Villa Giustina sarebbero stati ottenuti anche da alcuni medici. «Ad esempio Pansini - accusato di abuso d’ufficio perché senza l’autorizzazione della direzione sanità del comando generale dell’Arma (che limitava il suo operato a visite mediche e referti) avrebbe svolto a Villa Giustina turni notturni e festivi e proceduto ad interventi di pronto soccorso. All’oscuro del Policlinico di Bari avrebbe invece agito il dr. Lupo che a Villa Giustina avrebbe dirottato pazienti del Po­liclinico per interventi chirurgici da lui stesso eseguiti. Un’at­tività che peraltro avrebbe favorito la clinica molfettese che così poteva chiedere il rimborso al Servizio Sanitario: ora dovrà difendersi dalle accuse di truffa ed abuso d’ufficio. Accusato, invece, di appropriazione indebita il dr. Petro­nelli, che si sarebbe appropriato di danaro a titolo di deposito da versare successivamente all’amministrazione del Miulli, abusando delle prestazioni rese a Villa Giustina».

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E' SOLO STATISTICA ... Egr. Stragapede, è una questione di statistica ... non esistono innocenti a prescindere ... il problema è che in Italia, ci fanno credere ancora che essitono categorie di immuni dal peccato, innocenti a prescindere e, quando qualche P.M. senza i paraocchi, va a fando di ogni situazione, sempre vi trova qualche connivenza, collusione o corruzione ... E' una questione di statistica ... è solo statistica ... non altro ... La fata turchina, non esiste, spero che finalmente questa cosa venga compresa ... come deve essere compreso che il cattivo si può nascondere anche sotto una divisa o, anche una toga con la pelliccetta del gatto morto, solo e semplicemente perché sono uomini e, solo e semplicemente per una questione statistica, anche se, la percentuale pià alta dei proscioglimenti, tra tutte le categorie, la troviamo nelle commissioni ispettive delle pelliccette dei gatti morti. La corporazione tutela sempre tutti i suoi consociati. Gli ordini no, lì prevale la soccombenza del più piccolo rispetto agli interessi massanici e vendicativi dei più grossi e, anche dei più intrallazzisti. Quale ordine? Nessuno, è solo una parola che ho utilizzato come sinonimo contrario di disordine, non altro, è solo una qustione di statistica anche lì, solo che sovente ci rimette le penne il più fesso e non il più bandito! Lo sanno tutti, slinguare in questa repubblichetta di lecchini, è il verbo, chi non vi riesce soccombe per mano di quelli del grembiule!!! Quale ordine? Ma l'ordine delle patatine fritte che avete capito, quello governato dalla massaneria, sinonimo della politica della massa, non altro, alias della pagnotta consociativa e corporativa! ...f.r...
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