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L'Azione Cattolica diocesana presenta a Molfetta i Codici Etici per gli elettori
10 gennaio 2013

Molfetta - L'Azione Cattolica diocesana, venerdì 11 gennaio presso la Fabbrica di S. Domenico, sala Finocchiaro, ore 19.00, in occasione delle prossime elezioni, Interpretando le profonde istanze della gente e l'urgenza di un cambiamento di fondo nei rapporti tra politici e cittadini, presenterà i Codici etici per i partiti e i gruppi politici. Essi sono basati sul rispetto assoluto e intransigente di cinque punti: la legalità, la trasparenza, l'etica, la difesa dei più deboli, la salvaguardia del Bene Comune. Pertanto è stato chiesto a quanti si riconoscono in questi principi e li condividono, di accettarli e di metterli in pratica, facendone prassi quotidiana per le proprie scelte politiche ed amministrative. Nella stessa ottica i cittadini sono intanto ad esercitare il diritto di voto, consapevoli che partecipare è un dovere perché è l'unico modo per difendere i diritti, l'unico modo per essere gli artefici del domani e del futuro dei giovani: il voto è la massima espressione di una democrazia.

Tuttavia non è solo importante partecipare al voto, ma è necessario votare secondo giusti criteri. Un voto "libero" è un voto determinante, perché può essere usato sempre da chi lo esercita per vigilare e per pretendere una amministrazione giusta, etica, trasparente. Per questo l’azione Cattolica, ha preparato un Codice Etico anche per gli elettori, invitando tutti a partecipare alla vita pubblica della città, a votare seguendo solo la voce della propria coscienza, senza cedere ai canti ingannatori di sirene interessate; privilegiando, invece, chi fa dell'interesse della collettività il suo unico fine e lo persegue con rigore morale, con lo stile della correttezza e nello spirito di servizio. Pertanto la cittadinanza tutta è invitata alla presentazione dei Codici ETICI per Elettori, che si terrà venerdì 11 gennaio presso la Fabbrica di S. Domenico, sala Finocchiaro, ore 19.00. Tale momento precede l'avvio della campagna "IO CAMBIO! IL MIO VOTO NON LO SCAMBIO", un progetto che sarà portato nelle scuole e nelle comunità parrocchiali e che sarà illustrato nel corso della serata.

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ABATE. “Dove andate, Signor abate?” con tutto quel che segue….Ma lo sapete che abate significa padre? Se lo sarete davvero, renderete servizio al pubblico, e farete senza dubbio la miglior cosa che possa fare un uomo: padre di essere ragionevoli. Opera in cui c'è qualcosa di divino. Ma se voi siete il “Signor abate” soltanto perché avete la tonsura, portate un collettino rotondo e un mantello corto, e state in attesa di qualche beneficio, non meritate tal nome. I monaci di una volta chiamarono così il loro superiore che essi stessi eleggevano: l'abate era il loro padre spirituale. Ma come cambia il significato dei nomi nel tempo! Quell'abate spirituale era un povero, capo di numerosi altri poveri. Ma questi poveri padri spirituali sono venuti ad avere nel tempo le tre e le quattrocentomila lire di rendita all'anno; e vi sono oggidì poveri padri spirituali in Germania, che mantengono un reggimento di Guardie. Un povero, che ha fatto giuramento di restare povero, e che di conseguenza diventa un sovrano! E' stato già detto, ma non bisogna stancarsi di ripeterlo: è un fatto inammissibile. Gridan le leggi contro questo abuso, la vera religione se ne indigna, e i poverelli autentici, nudi e senza cibo levan strida e lamenti alla porta del palazzo del Signor abate. Ma qui i signori abati d'Italia e di Germania, delle Fiandre e della Borgogna protestano e dicono: “E perché non dovremmo accumulare anche noi beni ed onori? Lo fanno bene anche i vescovi: in origine essi erano poveri come noi; poi si sono arricchiti, si sono elevati e uno di loro è diventato persino superiore ai re: lasciateci imitarli fin che possiamo”. E avete ragioni, signori: invadete il mondo, poiché il mondo appartiene ai forti e ai furbi che lo san conquistare. Voi avete approfittato dei secoli di ignoranza e di superstizione e di demenza, per spogliarci delle nostre eredità, per metterci sotto i piedi, per ingrassarvi coi beni degli sventurati: attenti che non arrivi il giorno della ragione. (Voltaire – Dizionario Filosofico)





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