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L'Azione Cattolica Diocesana dentro l'Unità d'Italia
04 giugno 2011

MOLFETTA - Tutto pronto per la Festa diocesana degli “Adulti e Adultissimi” di Azione Cattolica della diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi. Appuntamento nel pomeriggio di sabato 4 giugno, come cita un comunicato,  presso l’auditorium “don Tonino Bello” della parrocchia Maria SS. Immacolata di Giovinazzo, zona 167, a partire dalle ore 17.00.  Dopo il momento introduttivo di preghiera, previsto per le 17.30, si aprirà l’incontro-festa sul tema “l’Azione Cattolica diocesana dentro l’Unità d’Italia”. Non solo immagini storiche ma anche musiche e testimonianze per ripercorrere i 150 anni dell’unità italiana intrecciati alle vicende associative.
Si comincia dal 1861, anno dell’unificazione nazionale, ma anche periodo nel quale (grazie all’intuizione dei padri fondatori dell’associazione) nasce la prima cellula di quella che più tardi diventerà l’Azione Cattolica.  Nel corso dell’appuntamento si avvicenderanno numerosi testimoni dell’associazione locale che hanno vissuto le stagioni cruciali, del Paese e associative, sin dal primo dopoguerra. Si comincia con Berardino Spadavecchia e Franca Salvemini gli ‘adultissimi’, aderenti che vantano anni e anni di tesseramento, e che riporteranno alla memoria il significato di quello slogan ‘preghiera, azione e sacrificio’ che caratterizzò per molto tempo, agli inizi del ‘900, il senso dell’impegno associativo.
Un posto speciale lo occuperà poi la stagione nella quale entrarono in associazione le donne. Franca De Nicolo e Ninetta Tedone, protagoniste di quel periodo, metteranno in luce come anche l’Azione Cattolica abbia contribuito in Italia al processo di emancipazione femminile. In questo itinerario di vita del Paese e di confronto con la storia si faranno poi i conti con gli anni bui del ‘900, quelli caratterizzati dai regimi nazifascisti e della povertà dell’immediato dopo guerra. Come incise l’Azione Cattolica su quel periodo e come lo vissero gli aderenti della nostra terra? A raccontarlo alcuni testimoni diretti: Lina Paparella, Lina Ciliberti e don Francesco Gadaleta, in prima linea durante l’esperienza dei comitati civici. Infine il soffio di novità segnato dal Concilio Vaticano II e il contributo portato, in merito all’orizzonte socio-culturale, dall’Azione Cattolica.
Cosimo Altomare e Agostino Ferrante racconteranno quella stagione con particolare riguardo al clima che si respirava nell’associazione locale e alle speranze per il futuro.  E per chiudere l’Azione Cattolica ai giorni nostri: un breve filmato traccerà lo scenario presente. Prima di salutarsi ancora musica e canti per festeggiare insieme i 150 anni di unità nazionale ai quali l’Azione Cattolica non ha dato soltanto un contributo perché è stata, e continua a essere, parte costitutiva del Paese.  

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Roma 20 settembre 1870, ultimo giorno della Roma papalina di Belli e di Mastro Titta, del Papa Re e dello Stato Pontificio. In quella giornata cruciale per i destini dell'Italia e della Chiesa cattolica, la città veniva conquistata con le armi dai bersaglieri del generale Cadorna che vi entravano a passo di carica attraverso una breccia aperta a cannonate sulle mura Aureliane vicino a porta Pia. Dopo Torino e dopo Firenze, il giovane Regno d'Italia poteva darsi così la sua capitale definitiva: ROMA. Pio IX è amareggiato: “Non è il fiore della società che accompagna gli italiani quando si assale il padre dei cattolici.” Mentre il trasferimento della capitale rischiava di allontanarsi sempre di più, frenato da burocrazia e timidezze politiche, il Vaticano non cessava di far sentire la sua voce di protesta. Il 20 ottobre il papa aveva pubblicato una lettera apostolica in cui dichiarava di essere stato costretto a sospendere il Concilio ecumenico perchè tenuto sotto un “dominio e una potestà nemica” e di essere “impedito dal libero ed espedito uso della sua autorità spirituale”. Il 1° novembre scomunicava gli invasori dello Stato Pontificio e in una enciclica proclamava tra l'altro: “Dichiariamo dinanzi a Dio e a tutto il mondo cattolico di trovarci noi in tale prigionia da non poter esercitare serenamente, speditamente e liberamente la suprema nostra autorità pastorale.” A marzo, a una delegazione austriaca in udienza in Vaticano, ha detto: “La tempesta contro di noi crescerà forse, ma dovrà finalmente indietreggiare. Io non so né il tempo né il modo né l'ora, ma verrà certo il giorno in cui il Signore comanderà ai flutti tumultuanti d'arrestarsi, poiché Egli, benché nei giusti fini della sua Provvidenza permetta tutte le rivoluzioni, pure ha segnato il termine oltre il quale non possono andare.” Con l'animo sereno di chi sa che gli eventi gli daranno ragione, Pio IX ha subito in questi giorni l'ultimo affronto: la proclamazione ufficiale di Roma – la “sua” Roma – capitale d'Italia. Finisce la storia della città del Papa Re, comincia quella…………………un'altra storia!!!!!!!!!
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