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L'asfalto continua a cedere: altra buca in via Madonna dei Martiri
05 marzo 2011

MOLFETTA - La pavimentazione stradale continua a cedere, dopo il maltempo dei giorni scorsi. Non solo in via Tenente Fiorino e in via de Bari, ora anche in via Madonna dei Martiri, di fronte l’ingresso principale di Pizza ex-Mattatoio, a pochi centimetri dalle grate della fogna bianca (foto). Senza dimenticare le scrostature dell’asfalto, come in via Volpicelli, tra via Isonzo e Via Maggior Sallustio, asfaltata “in modo indecente” dopo i recenti lavori.
Sembra che Molfetta stia sprofondando sotto i colpi della pioggia battente e copiosa, soprattutto nelle aree vicine la costa (come la buca in via Tenente Fiorino) e a ridosso di lame coperte dalle urbanizzazioni degli anni ’90. Infatti, la buca di via Madonna dei Martiri si trova in corrispondenza della Lama Le Sedelle (come riportato in cartina), che, provenendo da Terlizzi, interessa una parte della zona 167 (via Pio la Torre, via Fremantle), passa dai sottopassi di via Ruvo, continua su via Salvemini fino alla Cala Secca dei Pali, dove è stata interrata una vasca di grigliatura e disabbiatura per riversare le acque provenienti dall’interno e dalle falde. Insomma, quest’ultima buca potrebbe testimoniare un microcedimento del materiale sotto l’asfalto, lungo il tratto finale di Lama Le Sedelle, a pochi metri dalle palazzine.

 
Sul prossimo numero, in edicola il 15 marzo, Quindici affronterà ancora una volta il problema delle strade e la loro bitumazione, dopo la concessione del mutuo da 3milioni di euro dalla Cassa Depositi e Prestiti.
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Autore: Marcello la Forgia
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Magari fosse solo un problema di bitumazione. Non sono un tecnico, ma ci vuol poco a comprendere che iniziamo a fare i conti con la vasta cementificazione del nostro territorio, urbano, periurbano, ed agricolo... Con "buona pace" del Sindaco, e dell'amministrazione, la bitumazione è solo un maquillage... Bastano due giorni di piggia, per scoprire che il nostro sottosuolo è "in movimento", interessato da tutti quei fenomeni tipici che investono quelle città, dove canaloni, lame, alvei sono stati nel tempo interrati od occlusi. Le toppe, ammesso e non concesso che le facciano come si deve, servono solo per chiudere le buche qua e là, ma non per arrestare questo fenomeno. Rilevo inoltre, che le strade, un tempo, tutte le strade, avevano "le gobbe" e le canalette laterali, per il deflusso dell'acqua piovana. Oggi, questi "scienziati" cosa fanno? Asfaltano le strade spianandole (che costa meno... tra l'altro!)... Attraversare Via Achille Salvucci, Via Berlinguer, Via Poggioreale... diventa un impresa, solo per citare alcuni casi... Diventano dei laghi... ma tutte le strade fatte negli ultimi 20 anni, se mi consentite, fanno cagare... che volete che faccia l'acqua, su queste strade, non potendo incanalarsi nei canaloni laterali inesistenti (quelli che si facevano una volta con le basole). Non solo, ma la cosa più grave, è che lì dove c'erano quelli costruiti negli anni '60 e '70, vedi quartierte di levante (Via Cap. De candia, Via Gaetano salvemini, Via Cap. magrone, ecc...), sono stati interrati! Che scienziati, sono questi tecnici! Che superficiali pasticcioni! Mo v'immaginate che cosa possano aver partorito nel "piano dell'agro". La sostituzione degli alberi d'ulivo con i piloni di cemento! I migliori costruttori di strade sono stati i Romani, 2000 anni fa. Non abbiamo nulla da imparare, l'unica cosa che dobbiamo evitare è di fare le strade come si facevano nelle zonde desertiche (e sottosviluppate), dove non piove mai. Da noi piove, e non penso questo sia uno scoop.


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