L’Arci di Molfetta per la fine della guerra del Nagorno Karabakh
MOLFETTA - L'emergenza sanitaria ha fatto passare in secondo piano il conflitto interetnico riaccesosi tra armeni e azeri che, già in pochi giorni, ha provocato decine di morti, centinaia di feriti, anche civili, numerosi sfollati e danni economici in una zona (Nagorno-Karabakh) già devastata dalla miseria.
Il conflitto in atto rischia, secondo gli esperti della zona, di trasformarsi in una vasta guerra in Transcaucasia, anche per il coinvolgimento, su fronti opposti, di potenze quali la Russia e la Turchia interessate ai giacimenti petroliferi di cui la zona è ricca.
A molti può sembrare una zona lontana e, pertanto, non "attinente" alle nostre odierne preoccupazioni, dimenticando in primis i nostri legami, a doppio filo, con quei territori di cui ne sono testimonianza i cognomi che rimandano all’immigrazione armena nel nostro Paese (p.es.: Armenio, Armenise, Armani etc.) e poi il fatto che le tensioni economiche e sociali, derivanti dall'epidemia COVID in Europa ed in Asia, gettano benzina sul fuoco di quella crisi che, deflagrando, rischia di coinvolgerci in pieno.
Il Circolo "ARCI - Orizzonti", che ha fatto dell'impegno per l'AMICIZIA dei popoli, la sua bandiera, si rivolge a tutti perché, anche nel complicato periodo che stiamo vivendo, a Molfetta, nel Nagorno-Karabakh, nel mondo, si tenga ben in alto la bandiera della pace e si sostengano con forza i valori che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite: Pace, Sicurezza, rispetto dei Diritti umani e sviluppo sostenibile.