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L'ANALISI DEL VOTO. Alle amministrative si rafforza il PdL, si conferma il valzer di pacchetti di voti. Pochi volti nuovi in consiglio comunale
15 aprile 2008

Comprendere e analizzare come si compone il quadro politico locale dopo le elezioni amministrative è complesso. Non ci si dovrebbe fermare ai dati numerici ma considerare tutti i fattori che l'hanno determinato. Precisarne le dinamiche sociali e relazionali che l'hanno determinato, gli interessi economici che l'hanno favorito. Un quadro vasto del quale in questa analisi, necessariamente sommaria, proviamo almeno a evidenziarne alcuni aspetti. PREFERENZE AI SINDACI E VOTO DISGIUNTO Partiamo dal risultato complessivo dei candidati sindaci e dal loro risultato personale. Antonio Azzollini accede al ballottaggio avendo ottenuto 18.979 voti pari al 48,76%, riparti tra le quattro liste che lo hanno sostenuto (18.047 voti), cui si aggiungono 753 preferenze dirette al candidato sindaco senza indicazione di partito e 179 voti personali ottenuti in maniera disgiunta dalle sue liste. Quindi il Senatore ha potuto contare sulla coalizione che ha messo insieme il maggior numero di voti e anche il maggior numero di preferenze dirette. Il voto disgiunto, cioè l'indicazione di un candidato sindaco e il voto a un consigliere di una lista non collegata allo stesso, in questa tornata elettorale non è stato molto rilevante. Chi, tuttavia, ne ha tratto maggiore vantaggio è stato Antonello Zaza che ha raccolto 890 voti d'opinione, la maggior parte dei quali proprio da chi ha votato al consiglio comunale partiti che come sindaco sostenevano Mino Salvemini. Il candidato del centro-sinistra, invece, ha potuto contare solo su 458 preferenze dirette, che hanno infl uito in minima parte sui 16.944 voti raccolti dalla sua coalizione. IL RISULTATO DEI PARTITI E IL VOTO A “PACCHETTO” La prima coalizione a Molfetta è stata quella che ha sostenuto Azzollini e il primo partito il Popolo della libertà con 11.796 voti. Si tratta di un ritorno ai fasti del 2001, considerando che i voti di Forza Italia e Alleanza Nazionale nelle prime elezioni amministrative del nuovo secolo furono pressoché gli stessi. Nel 2006, invece, i due partiti si fermarono a circa novemila voti. Questo risultato è stato inoltre realizzato anche grazie alla propaganda diretta del leader Silvio Berlusconi, in quanto il Pdl ha intercettato 1.359 croci sul proprio simbolo, senza che sia poi stato indicato alcun consigliere comunale. Comunque la lista ha dimostrato di avere al suo interno candidati forti, dieci dei quali sono andati oltre le 500 preferenze mentre solo in tre sono andati sotto le 100. In conseguenza di questo risultato, il Pdl avrà almeno 7 consiglieri che prenderanno parte alla prossima legislatura (Tammacco, Camporeale, La Grasta, Giacomo Spadavecchia, Roselli, Nappi) e 12 in caso di vittoria del Senatore, fra cui l'esordiente più votato, Pietro Mastropasqua (515 voti), una vera sorpresa. La seconda lista, fra quelle che hanno appoggiato Azzollini, a ottenere il maggior numero di adesioni è stata Molfetta in Azione, con 3.887 voti. Si tratta di una lista civica costituita come un autentico cartello elettorale, che ha raccolto i pacchetti di voti portati in dote dai candidati in essa più suffragati, alcuni dei quali consiglieri comunali uscenti e transfughi di altri partiti: Udc, Molfetta prima di tutto, Partito Repubblicano, Alleanza nazionale e Udeur. Ciò ha permesso di ottenere questo ragguardevole risultato che ha collocato il movimento politico come quarto in assoluto in città con 2 (Enzo Spadavecchia, Corrieri) in caso di vittoria di Mino Salvemini o 4 consiglieri in caso di vittoria di Antonio Azzollini. Lo stesso valzer di voti, portati da consiglieri fi no alla precedente legislatura in altri partiti anche all'opposizione dello stesso Azzollini, ha premiato il neonato Movimento per Autonomia Sud, che ha ottenuto 1.967 voti la maggior parte dei quali raccolti da candidati che militavano nell'Udeur, in An, nel Pri e in Forza Italia. Mariano Caputo, già Udeur, il più votato, sarà sicuramente in consiglio comunale. Stabile rispetto al 2006 e quasi ininfl uente la percentuale dei votanti dell'estrema destra che hanno trovato approdo nel partito di Storace ma che hanno raccolto appena lo 0,71%. IL RISULTATO DEL CENTRO-SINISTRA Passando alla coalizione di Mino Salvemini, tra le sei liste che lo hanno sostenuto, la più suffragata è stata quella del Partito Democratico. Il Pd, però, diversamente da quanto fatto alle elezioni politiche a Molfetta, non è riuscito a fare la differenza. Infatti, rispetto alla storia dei partiti dal quale è nato, Democratici di sinistra e Margherita, i 5.961 voti ottenuti (15,9%) sono poco più di quanto ottenuto nella precedente tornata elettorale, e se si considera che 892 sono stati i voti di lista, senza che sia stato poi indicato il consigliere comunale, il risultato appare più chiaro e deludente. Come per il maggiore schieramento del centro-destra anche qui si sono registrate le ricadute della campagna elettorale di Walter Veltroni, che ha convinto i molfettesi, ma i candidati di lista non hanno saputo poi intercettarne la preferenza. Tuttavia, saranno da 4 (Abbattista, De Candia, Patimo, Di Molfetta) a 6 i rappresentanti nell'emiciclo di Palazzo di Città, con il più votato, il segretario Giovanni Abbattista che per la prima volta siederà nell'assise cittadina. Secondo partito del centro-sinistra è stato l'Udc, che ha ottenuto 3.909 voti (10,42%). Rispetto al 2006 si è quindi registrato un notevole incremento, dovuto principalmente alla candidatura di Pino Amato nelle fi la del partito di Pierferdinando Casini, che ha portato quel migliaio di voti utili a migliorarne il risultato. Il partito, che a livello locale è rappresentato dalla famiglia Minuto, è riuscito a frenare l'emorragia di voti provocata dalla fuga di alcuni suoi rappresentanti verso il centro-destra, recuperando, proprio dal campo degli avversari politici, alcuni rappresentati che spostando i loro pacchetti di voti ne hanno garantito il buon risultato. Così Pino Amato, il più votato in assoluto a Molfetta nelle due coalizioni, e Carmela Minuto saranno presenti in consiglio comunale anche in questa legislatura, e se vincesse Salvemini ci sarebbero altri due posti. L'alleanza tra i Socialisti e l'Italia dei valori ha fatto sì che la lista guadagnasse un buon numero di consensi. I 2.697 voti sono frutto del risultato di Nicola Piergiovanni e degli altri esponenti che alle scorse amministrative si candidarono in liste civiche che appoggiarono la candidatura a sindaco di Tommaso Minervini. Oltre a Nicola Piergiovanni, nell'assise cittadina con Salvemini Sindaco potrebbero trovare posto Leonardo Siragusa e Ignazio Cirillo. Non va oltre i 1.204 voti la lista civica Il Confronto di Antonio Visaggio che, in caso di vittoria al ballottaggio di Azzollini, non avrebbe diritto a sedere nell'assise cittadina. La vittoria del Senatore escluderebbe dal consiglio i “grandi vecchi” della politica cittadina, Enzo de Cosmo e Lillino Di Gioia, che non sono stati i più suffragati delle loro liste (De Cosmo per Molfetta 1.860 voti e La Rosa Bianca 1.710) e quindi potrebbero restare fuori. Mentre per i loro movimenti entrerebbero in consiglio Adele Claudio e Mauro de Robertis. L'ARCOBALENO OPACO Il candidato sindaco a non essere approdato al ballottaggio, Antonello Zaza si è detto comunque in parte soddisfatto dal suo risultato. E non ha tutti i torti. Oltre al buon successo personale di cui abbiamo detto, anche la sola lista che lo sosteneva è andata oltre il risultato del 2006 delle liste confl uite nella Sinistra l'Arcobaleno. Due anni fa, rifondazione comunista, il liberatorio politico, i comunisti italiani e i verdi raccolsero insieme 1.595 voti. Si tratta di un incremento di 517 voti non da poco. Se poi si esclude il candidato sindaco, il più votato è stato Gianni Porta con 407 preferenze. Nel 2006 lo stesso Porta, che probabilmente siederà in consiglio comunale, essendo possibile la rinuncia di Zaza, ottenne appena 16 voti. n bel salto. IL VOTO IN ROSA Un'ultima curiosità di questa tornata elettorale amministrativa riguarda il voto delle donne. C'è stato solo un sensibile aumento dei votanti rispetto al 2006, tra questi maggiore è stata la partecipazione delle donne, che, però, hanno esercitato il loro elettorato passivo in favore degli uomini. A conti fatti, solo due siederanno nel consiglio comunale: Adele Claudio e Carmela Minuto, tutte nel centro-sinistra. Per trovare una donna tra le più suffragate nello schieramento che sostiene Azzollini, con Piera Picaro che risultò nel 2006 tra le più votate e che oggi, con appena 189 voti, non arriverà in consiglio comunale, bisogna scendere di almeno una dozzina di posizioni. Dunque, niente quote rosa tra i partiti e in attesa di conoscere quante donne ci saranno nella prossima giunta, a Molfetta la politica si declina tutta al maschile.
Autore: Michele de Sanctis jr.
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