MOLFETTA - Novembre 2007, l’isola ecologica dell’Asm sotto il ponte di Lama Cupa, all’incrocio di via Giulio Cozzoli con via gen. Amato (nei pressi dell'ex passaggio a livello della contrada Samarelle) fu oggetto di sequestro penale da parte della GdF (foto). Secondo le dichirazioni dell’epoca, non si sarebbe trattato di un semplice conferimento di rifiuti differenziati da parte dei cittadini, ma di un vero e proprio stoccaggio, per il quale l’Asm non avrebbe richiesto alcuna autorizzazione. Un passaggio burocratico elementare che, però, palesò la grave superficialità da parte di chi aveva deciso di implementare quella struttura, senza tutte le opportune autorizzazioni.
Finiva così ingloriosamente la prima esperienza di isola ecologica fissa a Molfetta: prima sequestrata dalla GdF, poi vandalizzata, nonostante alcuni risultati positivi. Bruciate decine di migliaia di euro per non aver chiesto una semplice autorizzazione. Una dimenticanza imperdonabile.
Le eventuali (e pur palesi?) responsabilità dell’Asm furono attribuite non agli errori amministrativi e tecnici (autorizzazioni assenti), bensì alla complessità della normativa vigente, accusata di essere stata incomprensibile per i dirigenti aziendali che avrebbero violato la legge “a loro insaputa”. Insomma, se si viola la legge, la responsabilità è della legge stessa: bizzarro principio, quello dell’«Uomo del Monte», con le sue commesse trasversali, guadagnate da destra a sinistra. Perciò, l’Asm preannunciò ricorso all’autorità giudiziaria perché «nell’isola ecologica non avveniva un vero e proprio stoccaggio, ma una semplice raccolta, così come nei tanti cassonetti in strada». In sostanza, l’isola sarebbe stata un cassonetto per i dirigenti dell’Asm. Eppure, sono passati 5 anni e l’isola non ha più ripreso la propria attività, lasciata alla mercé dei vandali.
Con un coupe de theatre, ad aprile la giunta Azzollini ha espresso «indirizzo politico amministrativo finalizzato alla massima accelerazione degli adempimenti necessari all’attuazione della convenzione sottoscritta da Comune di Molfetta e Regione Puglia (il 21 ottobre 2011, ndr), concernente la realizzazione del Centro Comunale di Raccolta di Levante» (delibera GC n.45/12). Infatti, il nuovo centro di raccolta dovrà essere operativo entro il 17 luglio prossimo, come stabilito dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Molfetta che nell’aprile 2010 aveva affidato all’Asm la gestione di 3 centri di raccolta.
In questo caso, sono state e saranno richieste le necessarie autorizzazioni? È stato e sarà rispettato passo dopo passo il relativo iter burocratico-amministrativo, per evitare l’ennesimo spreco di risorse pubbliche, vista la fretta politica e la “sufficienza” dei soggetti deputati e in tutt’altre faccende affaccendati?
Inoltre, la giunta ha approvato il progetto dei lavori necessari al completamento e alla riattivazione del centro di raccolta denominato «Concessione contributi per la realizzazione di Centri Comunali di Raccolta Rifiuti differenziati definiti “punti ecologici” - Progetto punto ecologico Levante», nell’importo complessivo di 83mila euro. La Regione Puglia finanzierà una quota di 50mila euro, come da convenzione, mentre la residua somma di 33mila euro sarà a carico del Comune di Molfetta con appositi fondi da stanziarsi nel redigendo bilancio di previsione dell’esercizio 2012. Il Comune provvederà anche ad anticipare la quota del 5% del contributo finanziario definitivo, corrispondente alla quota di saldo che la Regione Puglia erogherà a seguito dell’avvenuta approvazione del certificato di collaudo tecnico-amministrativo/certificato di regolare esecuzione ed omologazione della spesa complessiva sostenuta per l’intervento da parte del soggetto beneficiario.
È tutto pronto, nella speranza che non si commettano altri errori burocratico-amministrativi, espressione non solo di superficialità tecnica, ma anche di una certa arroganza al di sopra delle leggi.
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