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Inquinamento marino: se ne discute questa sera con la Fidapa di Molfetta
20 maggio 2017

MOLFETTA - Da alcuni giorni la sala dei Templari sta ospitando una interessante mostra a cura della BPW Fidapa di Molfetta intitolata "Molfetta... di Mare e d'amore".
La rassegna rientra nelle iniziative realizzate per il Maggio molfettese, promosso annualmente dal sodalizio, e prevede anche una serie di incontri e dibattiti.
Questa sera, alle 18.30, si discuterà delle problematiche legate all'inquinamento marino.
Relatore d'eccezione l'ingegnere Leonardo Murolo, progettista di fama internazionale ha progettato tra l'altro la nave più green al mondo.
Ne discuterà con l'archeologa Alessia Amato, specializzata in archeologia marina.

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Le perdite di petrolio dalle navi trovavano e trovano molta eco sulla stampa, ma rappresentano solo una frazione dell'inquinamento che ha invece origine in mare. Ancora più intenso è lo scarico di scorie in oceano aperto. Lo scarico di acque nere - di origine organica, industriale e umana - è potenzialmente pericoloso a causa della massa dei virus e batteri contenuti. In quanto allo scarico di scorie radioattive, iniziato nel 1949, e saltuariamente continuato, il pericolo è ancora maggiore. Fino al 1970 gli Stati Uniti e altri paesi affondano le scorie radioattive chiuse in contenitori che (in seguito lo si è scoperto) lasciavano filtrare il materiale. LO'afflusso di sostanze chimiche negli oceani ad opera dell'uomo è ben maggiore di quello provocato dalla natura: il mercurio è riversato in misura due volte e mezzo rispetto all'afflusso naturale, il manganese quattro volte, zinco, rame e piombo circa 12 volte, l'antimonio 30 volte e il fosforo 80 volte. In quanto al petrolio, inquinamento di origine umana - provocato da insensata trascuratezza o perfino per volontà deliberata - raggiunge un volume che è di ben quattro quinti rispetto al volume totale delle scorie che fluiscono nei mari, circa 6 milioni di tonnellate all'anno. Quante volte abbiamo notizia di uccelli e altre creature marine uccise dal petrolio! Fortunatamente si tratta di specie che recuperano le perdite nel giro di qualche anno. Il danno peggiore è quello più insidioso: diverse componenti del petrolio sono tossiche, altre carcinogene e tendono a permanere nell'organismo per prolungati periodi di tempo. In cima all'elenco degli agenti inquinanti più dannosi devono figurare i metalli pesanti come il mercurio, il piombo, il cadmio e l'arsenico, oltre a sostanze chimiche come il Ddt e il Pcb. Gli effetti del mercurio li abbiamo conosciuti a nostre spese con l'episodio di Minamata in Giappone e tragedie come in Indonesia; e abbiamo scoperto troppo tardi qual è l'impatto di Ddt e Pcb sui processi riproduttivi quando ne abbiamo visto le conseguenze su uccelli da preda e altri animali selvatici. Il dato più significativo in assoluto è che almeno l'85 per cento dell'inquinamento degli oceani deriva dalle attività umane sulla terra più che sul mare stesso, e che il 90 per cento di questi inquinamenti rimangono in acque costiere, che sono di gran lunga il settore biologicamente più produttivo degli oceani. L'insensata distruzione in queste zone vitali avrà serie conseguenze, non solo per il benessere dell'uomo, ma anche per tutto il regno marino.
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