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Indeco Molfetta, danza a passo di gambero: retrocessione! Errori e presunzioni di una dirigenza inadeguata e incapace di relazioni con i media
15 aprile 2004

Non è bastato il successo per 3-2 contro il Salento Taviano a prolungare l'agonia dell'Indeco Cattolica Molfetta, che torna in serie B1 dopo un solo anno di A2. Il verdetto era nell'aria da qualche settimana, specie dopo la grave e incredibile sconfitta di Formigine, contro una compagine già retrocessa da tempo. Sul campo, però, erano i padroni di casa a sembrare in lotta per la permanenza, con i molfettesi rinunciatari, nonostante i tifosi giunti in Emilia per sostenere la squadra. Questo, per forza di cose, è il tempo dei processi, o, meglio, dei bilanci: al tirar delle somme, comunque, si è in passivo, pur avendo alle spalle un'intera città, ed un tifo che ha seguito la squadra in ogni occasione, in casa e fuori. L'Indeco Cattolica ha sempre veleggiato negli ultimi posti della graduatoria, pur se qualche dirigente, in televisione, ha parlato di essere pronto per la massima sfida, quella contro i grandi marchi della serie A1. Dichiarazione che a qualcuno è parsa quasi uno sfottò nei confronti di chi, con passione, ha sofferto per una stagione vissuta sempre ai margini della zona pericolo. Ed anche dopo l'ultimo match col Taviano, nessuno ha dato l'annuncio della retrocessione, anzi si è notato anche qualche sorriso di troppo. Non vogliamo accanirci con la dirigenza, addebitando ogni responsabilità per il risultato finale, di cui i protagonisti sono stati in gran parte gli atleti, ma già la programmazione non è stata delle migliori. Allontanato mister Lorizio, tecnico della promozione, è stato chiamato dalla B2 Spaccavento, esonerato dopo una giornata. Che senso ha avuto questa doppia mossa? Il povero Ermanno Piacentini si è trovato a lavorare con un materiale umano da lui non scelto, ed infatti l'ex Nicosia, ha potuto solo far intravedere le sue indubbie capacità. Poi il rapporto con i media, che non è stato impeccabile: società, anche neopromosse come il Molfetta, si sono pubblicizzate inviando continue informazioni a giornali, televisioni e siti internet, oltre ad aggiornare il proprio in modo accettabile. Qui a Molfetta, niente di tutto ciò. Non vogliamo nemmeno soffermarci sulla mancata concessione di accrediti al nostro giornale, che si commenta da sé. È solo sinonimo di nanismo sportivo, mediatico e di scarsa capacità di relazioni, oltre scarsa lungimiranza, non intuendo, ad esempio, le indubbie capacità del sito di “Quindici” come veicolo informativo. La squadra, infine, incompleta per quanto riguarda la panchina, ha visto alcuni giocatori rendere molto al di sotto delle proprie potenzialità. Da assolvere con formula piena, a nostro avviso, Ciccio Sottocorona, Filippo Panetto, il Josè Matheus del girone d'andata e le ultime partite di capitan Claudio Bonati. Per il resto, parecchie insufficienze. Ora, salvo ripescaggi, si torna in B1, dimensione forse giusta per questa società, ma non per una città che ha ampiamente dimostrato di essere da serie A. Michele Bruno
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