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Incidente sulla A 14, muore anche il soldato molfettese Luigi Squeo di 26 anni Nato negli Stati Uniti, ma residente a Molfetta, il caporal maggiore era di stanza al Comando battaglione Ariete nella caserma di Maniago, in provincia di Pordenone
21 gennaio 2008

POGGIO IMPERIALE (FOGGIA) – C'è anche un giovane di Molfetta tra le vittime, tutti militari dell'Esercito, rientrati ieri da una missione in Libano, dell'incidente stradale avvenuto stamattina sulla corsia Sud dell'autostrada A14, a circa otto chilometri dal casello autostradale di Poggio Imperiale, dove una Renault Megane si è schiantata contro un tir in sosta. Si tratta del caporal maggiore Luigi Squeo (nella foto), di 26 anni, nato negli Usa e residente a Molfetta (Bari) che ha perso la vita insieme ai suoi compagni tenente Stefano Brocolini, di 25 anni, nato e residente a Trani (Bari), che era alla guida della vettura; sergente Carmine Genovese, di 31, nato a Bari e residente a Valenzano (Bari). Erano tutti di stanza al Comando battaglione Ariete nella caserma di Maniago, in provincia di Pordenone. La polizia stradale, che ha avviato indagini per la ricostruzione della dinamica, non esclude che l'incidente possa essere stato causato da un colpo di sonno del guidatore (nella foto, dal tg di Telenorba, l'auto dei militari ). I tre soldati facevano ritorno a casa per trascorrere un periodo di licenza. Ieri sera erano sbarcati a Trieste, provenienti dal Libano, dove hanno noleggiato la Megane. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti gli agenti della polizia stradale di Vasto (Chieti), i vigili del fuoco di Termoli (Campobasso) e di San Severo (Foggia) e il 118. Ci sono volute molte ore di lavoro per estrarre i cadaveri, incastrati tra le lamiere dell'automobile. «È una tragedia che mai nessuno vorrebbe trovarsi a commentare. Il mio dolore è quello di una intera comunità che ha perso un giovanissimo militare sulla strada del ritorno verso la sua terra. Non esistono parole che in questo momento possono alleviare il dolore della famiglia», così ha dichiarato il sindaco di Molfetta, sen. Antonio Azzollini, commentando la notizia della morte di Luigi Squeo. Anche il presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella, esprime cordoglio a nome suo, della Giunta e di tutto il Consiglio per la tragica scomparsa dei tre militari baresi, originari di Trani, Valenzano e Molfetta: “Sono profondamente addolorato per questo tragico evento che ha coinvolto tre giovani vite, tre servitori dello Stato di ritorno da una missione in Libano tutti originari del nostro territorio. La Provincia di Bari – conclude Divella - partecipa commossa al grave lutto che ha colpito le famiglie di Stefano Brocolini, Carmine Genovese e Luigi Squeo”. Anche il presidente del consiglio regionale Pietro Pepe ha espresso il suo cordoglio: "Esprimo il cordoglio del Consiglio regionale della Puglia alle famiglie dei militari pugliesi, originari di Trani, Valenzano e Molfetta, deceduti in un incidente stradale al rientro dalla missione in Libano. Una tragica fatalità si abbatte su tre famiglie pugliesi. La Puglia piange altri suoi figli”. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha espresso anch'egli il cordoglio suo e della giunta regionale: “Voglio esprimere la mia vicinanza alle famiglie, ai conoscenti e ai colleghi dei soldati, colpiti da una così tragica fatalità durante un periodo di licenza che doveva invece essere di serenità e di ricongiungimento familiare”.
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E' inaudito, è tremendo, è assurdo apprendere che altri tre ragazzi sono morti sulle nostre strade. Questa volta non si tratta di ragazzi che rientrano da una discoteca o da una notte brava. Non si tratta di ragazzi alterati dall'alcol o dalla droga. Questa volta si è trattato di ragazzi il cui unico desiderio era quello di rientrare a casa il più presto possibile per ritrovare l'affetto dei propri familiari, l'amore delle loro amate e l'allegria dei loro amici. E' assurdo che si debba morire per questo. Sicuramente la responsabilità di questa tragedia sarà attribuita al fato, al destino, al caso e alla sfortuna. Ma non è proprio così. Permettetemi di dire che una buona dose di responsabilità è da attribuire alle Istituzioni militari. Mi spiego meglio. Che senso ha destinare dei ragazzi agli antipodi della loro regione? Che senso ha destinare ragazzi Pugliesi in Friuli e viceversa? Che senso ha strappare dalla loro terra d'origine ragazzi nel pieno della gioventù, ragazzi che vivono gli anni più belli della loro vita per sbatterli in sedi di servizio così lontane motivando questa scelta con regolamenti ormai obsoleti? E' evidente che il desiderio più ardente per ognuno di questi ragazzi è ritornare nella loro terra d'origine per "respirare l'aria di casa" ogni qualvolta si presenti la minima occasione. A questi ragazzi non importa se si è appena rientrati da una missione di guerra o si è reduci da turni massacranti di lavoro senza aver dormito adeguatamente. A loro interessa solo e soltanto far rientro a casa. Non chiedono altro. E allora cari "capoccioni" delle Istituzioni militari fate in modo che questi episodi non accadano più o si riducano drasticamente. Destinate questi ragazzi in sedi più vicine alle loro radici. L'Italia è piena di Caserme, ce ne sono fin troppe, anche dietro l'angolo. Meditate! Eviteremo tragedie inutili. Il mio grido di dolore non è nulla in confronto al dolore che stanno vivendo le famiglie di questi poveri ragazzi. A loro le mie più sentite condoglianze.


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