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Impianto di compostaggio di Molfetta, la Procura chiude le indagini. Coinvolti dirigenti e la società che vinse l'appalto nel 2012
11 novembre 2015

MOLFETTA - Chiuse le indagini della Procura della Repubblica di Trani sull’impianto di compostaggio di “Torre Pettine” a Molfetta. Una lunga e complicata storia, cominciata nel febbraio del 2012 e che ora potrebbe finire in giudizio. 

Il primo a essere coinvolto dall'avviso di chiusura delle indagini sarebbe Vincenzo Balducci, responsabile fino al 3 novembre 2014 del settore Lavori pubblici, e i dirigenti che gli sono succeduti Sabina Anna Lenoci (che ha sostituito Balducci ad interim fino al 12 agosto 2014), Lazzaro Pappagallo (attuale dirigente dopo le dimissioni della Lenoci), il direttore dell’Asm Silvio Maria Cristiano Binetti direttore dei lavori del sito, e Valentino Di Virgilio, amministratore unico della società “Valori”.

I fatti contestati dal Pm, Antonio Savasta, sono di aver avviato la bonifica, con la gara per la rimozione dei cumuli compostati nell'impianto avviata a marzo del 2015, solo dopo l’inizio delle indagini della magistratura.

In pratica secondo la Procura il contratto con la società consortile Srl “Valori” per l'appalto relativo ai lavori di integrazione, adeguamento e rimessa in funzione dell'impianto di compostaggio si doveva risolvere subito, in quanto difforme e più oneroso rispetto al bando del febbraio 2012, e quindi sarebbero stati "superflui" gli approfondimenti richiesti  nella primavera del 2014 per la valutazione del contratto stesso.    

Le accuse per i dirigenti sono di omissione di atti di ufficio e violazione del Dgls 152/2006 relativo alla tutela ambientale, per aver omesso di bonificare la struttura dalla presenza di rame, antimonio, zinco e arsenico che trasformava l’impianto di compostaggio in una discarica di rifiuti speciali non autorizzata.

Per Di Virgilio, responsabile della società, l’accusa è di tentata frode in pubbliche forniture per aver presentato un progetto difforme dal bando di appalto “con l'effetto di causare criticità e aggravi di spese per opere ulteriori, tali da comportare l'esigenza supplementi di lavori con un ingiusto profitto in favore della Società, derivante dall'incremento dei prezzi, per un importo stimato in oltre 1 milione e mezzo di euro”.

Gli indagati ora hanno 20 giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive al Pm.

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