Il vincitore del Campiello 2012 Carmine Abate alla libreria Il Ghigno di Molfetta con “Il bacio del pane”
MOLFETTA - Grande successo di pubblico per Carmine Abate, vincitore del Premio Campiello 2012 alla libreria il Ghigno di Molfetta. All’evento hanno partecipato giovani studenti e adulti affascinati dalla personalità, dalla scrittura e dalla competenza di Abate. Hanno aderito all’ incontro la prof.ssa Nuccia de Ceglia, docente d’ italiano con le sue due classi I A e II AL del Liceo Scientifico G.Ferrares, indirizzo in Scienze Applicate. La prof.ssa Rosanna Salvemini, docente d’ italiano con le sue I AL del Liceo e II AL del Liceo Linguistico Fornari il professore Giovanni Pappagallo, docente di Storia e Filosofia del Liceo Scientifico “Einstein”.
La prof.ssa Isa De Marco ha introdotto la presentazione del libro “Il Bacio del pane”, l’ultimo lavoro di Carmine Abate. Abate è uno scrittore italiano, autore di numerosi racconti, saggi e romanzi che trattano i temi legati ai migranti e agli incontri tra le culture. E’ autore con Cataldo Perri dello spettacolo teatrale “Vivere per addizione nelle terre d’ondata” tratto da “Terre di andata e vivere per addizione”.
Il primo settembre del 2012 Abate vince la 50 esima edizione del Premio Campiello con il romanzo “ La collina del vento”. Ora vive a Besenello, è felicemente sposato e ama infinitamente i suoi due frutti nati dal grande amore, Michele e Christian.
L’ autore ha raccontato ai ragazzi i frammenti della sua vita, del suo lavoro, la sua passione per la scrittura e la laurea in lettere conseguita presso l’Università di Bari. Ha voluto ricordare l’importanza della Divina Commedia, dell’Odissea, dell’Eneide. L’autore ha una forte stima per Enea perché ha portato il padre sulle spalle e ha costruito una nuova città. Non si è pianto addosso ma è stato determinato ed è questo l’insegnamento che dovremo mettere in pratica, non abbandonarsi alla rassegnazione.
“Il bacio del pane” è l’ultima fatica dello scrittore, è un romanzo di formazione ma allo stesso tempo è un romanzo di impegno civile. Carmine Abate descrive il gesto più importante del mondo contadino, baciare il pane che è un segno di lavoro onesto perché per preparare il pane occorrono tre ingredienti: il tempo, la forza, la fatica.
Lo scrittore proviene da Carfizzi, paese di etnia albanese. L’ autore racconta i valori dell’amicizia, dell’amore e della solidarietà tramite un gruppo di giovani adolescenti che d’estate soggiornano a Spillace. I giovani incontreranno un uomo misterioso che li condurrà verso l’età adulta.
Nel romanzo non mancano i riferimenti agli anni Settanta, la voglia di emancipazione, di libertà e di progresso. “Il romanzo è stato raccontato con leggerezza per non appesantire il lettore che si appresta ad entrare nella storia”, ha spiegato Carmine Abate. E’ un romanzo che porta il lettore a riflettere sull’uomo di oggi e a coltivare i sogni, le proprie ambizioni e le passioni. Al riguardo i due protagonisti apprendono che nella vita si può scegliere chi si vuol essere, cosa si vuole fare, a cosa ambire senza doversi sottomettere ai potenti.
E’ un autore che stuzzica la curiosità del lettore perché affronta nei suoi libri tematiche sociali molto importanti che purtroppo la società di oggi, trafitta dalla superficialità e dell’apparenza trascura la questione dell’immigrazione, dell’odio e dell’intolleranza, il ricordo delle tradizioni culturali.
I ragazzi hanno interagito con lo scrittore dimostrando grande ammirazione per quest’uomo che confida nelle future generazioni nel potere del cambiamento in questa società stuprata dai quotidiani episodi di criminalità, di corruzione dove il talento non spesso viene premiato perchè si assiste al fenomeno delle raccomandazioni.
Si dovrebbe iniziare a concretizzare una società più meritocratica e più aperta al rispetto delle diverse culture, considerare l’altro non per arrivare a qualcosa ma come risorsa per conoscere e arricchire il bagaglio culturale per aggiungere nelle nostre valigie il valore dell’onestà, della solidarietà e della cultura.
Lo scrittore ha concluso la sua presentazione con un grande incoraggiamento a praticare i sogni e a non abbandonarsi al pessimismo perché altrimenti non si vive più. Una vita senza mete è una vita che non è degna di essere vissuta. “Il pane non si butta così, come una pietra senza valore. Il pane è la vita, ci vuole troppa fatica per farlo”.
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