Il triste destino dell'ospedale di Molfetta e le bugie di Emiliano
Caro Direttore,
dopo la ridda di notizie, durata mesi, riguardante la nascita dell’ospedale di 1° livello, all’improvviso è calato un silenzio assordante nel nostro paese, diversamente da quanto successo in altre città, ingiustamente colpite dal riordino.
Il silenzio inizia con la nota pubblicata da Quindici, del bravo consigliere regionale Borraccino che, senza mezzi termini, annunciava che, la scelta dell’ospedale di 1° livello era caduta su Corato. In verità, la notizia arrivò come un fulmine a ciel sereno, perché tutti aspettavano la scelta partecipata, come era stata propagandata ed osannata.
Tutti eravamo tranquilli in quanto la scelta doveva arrivare, in comunione con i sindaci interessati, associazioni, sindacati e medici. A giustificazione della nostra tranquillità, riporto alcuni stralci di note che tutti abbiamo letto.
Inizio con la Gazzetta Meridionale a firma di Massimo Resta: ”Lo deciderà il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che visiterà gli ospedali di Corato, Molfetta e Terlizzi, per capire dove sarà istituito il nosocomio unico, primo esempio in Italia ed in Puglia di sanità partecipata.” (1/2/1017); Molfetta Live, “non è previsto che Emiliano faccia la Sua scelta oggi, ribadiscono dal comitato. Il Presidente raccoglierà i dati e impressioni e li comunicherà alla commissione che dovrà occuparsi della scelta”. (4/2/2017). Quindici Molfetta a firma della brava Isabella de Pinto. Scelta dell’ospedale: “I criteri saranno quelli dell’obiettività. Non sono un tecnico di Ospedali- ha affermato il Presidente- ma questi criteri obiettivi, saranno chiari e valutabili da chiunque. La politica si assumerà le proprie responsabilità” (4/2/2017). Ancora Quindici del 5/2/2017. Il Presidente Emiliano: “Molfetta è un ospedale vecchio, chiuderlo è un dovere, mezzo vuoto, pericoloso e incompleto, tenuto così per compiacere politici e medici”. Bocciata la costruzione del nuovo ospedale, promesso solo quello di primo livello, accorpando in un’unica struttura le risorse tecniche e umane migliori. La scelta dal basso assieme alla Regione è un rivoluzione, perché non lascia la decisione al solo presidente e alla giunta.
Sempre Quindici Molfetta. “Il dr. Spaccavento di Molfetta: soddisfatto della visita di Emiliano agli ospedali, ora cerchiamo di dare un bell’esempio di comunità di condivisione e di partecipazione, non lasciamo la scelta ad uno solo. (5/2/2017).
Ancora Quindici, del 8/2/2017 con la mia nota, ove mettevo in risalto i milioni spesi dalla Regione, per rendere più efficiente l’ospedale. Ribadivo, ancora una volta, che era stato rinnovato completamente il reparto di radiologia; rifatto ed ammodernato il pronto soccorso; rifatto a nuovo il centro trasfusionale; Messo in servizio cinque nuovi ascensori, molto capienti; Costruite ben quattro sale mortuarie, fatte all’insegna dello spreco più assurdo. Tanto scrivevo, caro Direttore, per rispondere agli assurdi apprezzamenti, fatti dal nostro Presidente ed assessore alla sanità della nostra regione sul nostro ospedale. Apprezzamenti che poteva risparmiarci, anche perché, se gli ospedali sono in queste condizioni è solo colpa della Regione e non certo dell’utenza e della cittadinanza. Dopo tutte queste assicurazione sulla scelta partecipata, leggere la delibera sul riordino del 28/2/2017, n 239, si rimane basiti. Non si può aggiungere altro, perché il fatto si commenta da solo. Questo non ci vieta di chiedere al Presidente di lasciare all’ospedale di Molfetta la cardiologia e la urologia, perché la struttura demografica in arrivo, vedrà gli anziani al 30% della popolazione.
Mi permetto ricordare che già il 1956 l’ONU poneva il problema dell’invecchiamento della popolazione, invitando i responsabili delle strutture pubbliche a porre gli indispensabili rimedi. Nella delibera di riordino, non una sola parola sull’invecchiamento. Gli anziani vanno necessariamente curati sul territorio, ovviamente attrezzato di tutti gli ausili indispensabili, oggi inesistenti.
Mi domando quale è la ratio di trasferire l’urologia a Bari, sapendo che gli anziani di questo bacino saranno circa 30 mila? Perché traferire a Corato la cardiologia, quando ha a pochi chilometri, la ottima cardiologia di Andria, lasciando scoperto Molfetta? Come è possibile lasciare la chirurgia ed il pronto soccorso senza il sostegno della cardiologia?
Per noi, Signor Presidente, questo non è riordino. Spero che, “considerato che questa non è una sentenza che passa in giudicato… il provvedimento può essere cambiato” (parole Sue Sig. Presidente), vorrà rivedere le scelte fatte per Molfetta, dando così fiducia e speranza ad una città che si sente, giustamente, offesa e tradita.
Vitangelo Solimini
Cittadinanzattiva