Il sindaco ha incontrato i proprietari delle case sequestrate
Il sen. Azzollini ha evitato di entrare nel merito della vicenda, ribadito l'impegno della sua amministrazione a risolverla, ma non sono state fatte proposte concrete
MOLFETTA - Ha esordito affermando di voler evitare le polemiche sul sequestro degli edifici nella Zona 167, il sindaco, sen. Antonio Azzollini, nella assai affollata assemblea di stasera con i proprietari degli appartamenti.
“La nostra attenzione, adesso, è a risolvere il problema”, ha sostenuto il sindaco, attorniato dagli assessori all'Urbanistica, Pietro Uva, all'Ambiente ed alla Programmazione, Mauro Magarelli, e dal dirigente dell'Ufficio urbanistico, Rocco Altomare.
“Ci stiamo dotando di un parere pro veritate - ha affermato Azzollini -. Ho bisogno di chi con un grande livello di conoscenza di queste faccende, indipendentemente dal sequestro, mi dia un parere”.
La seconda sua mossa sarà quella di sottoporre alcune possibili soluzioni già individuate “a chi ci possa far capire se sono praticabili o meno ed eventualmente proporne anche altre, persone che nulla hanno a che fare con l'ambiente cittadino”.
Infine: “Quando avrò raccolto questi pareri – ha aggiunto il sindaco - sono disposto a discutere anche con i giudici, per confrontare i rispettivi punti di vista”.
Più di questo, sugli intenti dell'amministrazione, non è stato dato di sapere. “Non ho altro da aggiungere – ha affermato Azzollini rivolgendosi ai proprietari delle case sequestrate – se non che la nostra scala di priorità sarà: la collettività, voi e a scalare tutti gli altri. Non commetterei mai nulla di illegittimo, nemmeno per sanare un atto come questo; tutto quanto si potrà interpretare legittimamente a vostro favore lo faremo”.
Per mettere però subito sono le mani avanti: “Tutto questo non significa promessa di nulla, tranne che del nostro totale impegno per voi”. Ha anche precisato che “i tempi non sono prevedibili”.
I cittadini presenti hanno posto problemi disparati, c'è chi ha voluto gli si spiegasse il perché l'edificio con il suo appartamento appena acquistato è stato sequestrato; chi ha domandato come mai siano state rilasciate licenze per costruire su cui poi la magistratura ha avuto da dire; qualcuno ha anche provato a tirare in ballo l'assessore Uva.
Il sindaco ha dato le risposte che poteva o che voleva, sempre ribadendo di voler star fuori dalle polemiche, ricordando più volte, anche, che vi è un procedimento penale in corso, su cui il Comune non può nulla e che qualsiasi decisione o soluzione individuata a livello amministrativo non potrà entrare in contraddizione con le leggi dello Stato.
Ma anche, a tranquillizzare i proprietari, affermando: “Non credo allo stato degli atti, che la paura più terribile, quella della demolizione, non mi pare che siamo in caso del genere”. Su sollecitazione di chi lo spingeva a dire qualcosa di più, il sindaco ha fatto intendere che gli interessa separare “gli aspetti di responsabilità personale, da quelli reali, che riguardano le cose, gli appartamenti”.
Il sindaco ha chiesto agli intervenuti se intendano costituirsi in un comitato che potrebbe diventare l'interlocutore privilegiato dell'amministrazione per gli sviluppi della vicenda, questi sono sembrati più propensi a incontri assembleari a scadenza regolare.
Sul prossimo numero di QUINDICI, in edicola verso la fine della prossima settimana, tutti i particolari sulle inchieste su Pino Amato e gli altri indagati e sulle palazzine sequestrate, con la cronistoria e i retroscena delle vicende e degli scandali di Molfetta.