Recupero Password
Il rito delle luminarie a Molfetta
07 settembre 2008

MOLFETTA - Se pensate che l'aria della Fiera è solo caos e che il Borgo in quei giorni diventa impraticabile, non andate oltre, non continuate a leggere. Questo è un ricordo, appassionato e nostalgico, di quel rito che tutt'ora illumina gli occhi dei bambini Molfettesi e qualche volta anche dei grandi dal cuore duro. Il montaggio è quasi completo e già è stato quel groviglio di fili che ingombrano la strada, sono state posizionate le infinite lampadine colorate, tutte collegate diligentemente, sotto il sole cocente di queste mattine. Ed ecco il miracolo degli inguaribili sentimentali che si ripete: il Borgo illuminato a giorno ci ricorda le passeggiate fra le bancarelle di quando eravamo bambini, l'odore dello zucchero filato, le lampadine ad altezza d'uomo sulle quali sbattevano gli amici più alti, gli schiamazzi del venditore di tovaglie vicino alla Villa Comunale, la musica napoletana a tutto volume vicino al mercato del pesce e il rumore di denti in difficoltà con quell'unico grumo di zucchero nel quale credevi, e speravi, ci fosse la mandorla. Non si sa se è più gustosa l'attesa o il momento dell'accensione, e non importa se capitano gli intoppi tecnici, se qualcuno la trova irrimediabilmente kitsch, se i pignoli non la trovano simmetrica e agli abitanti delle case in zona illumina la camera da letto a giorno. Non importa affatto, perché l'illuminazione è il simbolo innegabile della parte più ludica della festa della Madonna dei Martiri: ci ricorda la fine delle vacanze estive e il ritorno al lavoro, è il biglietto di ingresso per la camminata verso la Basilica della Madonna dei Martiri, verso le giostre adorate dai pupi e maledette dai genitori pigri, verso le file interminabili di braci ardenti tenute calde col phon, verso i vasconi pieni di ghiaccio e lattine. Rallegrano il ritorno dei Molfettesi emigranti, salutano chi è solo di passaggio, ma soprattutto ci riportano indietro nel tempo, a quando si aspettava la fiera perché ci lasciavan girare da soli, perché tanto Molfetta è tutta lì e nella confusione riuscivi anche a trovare lo zio che non vedevi dalla prima comunione. A diventar grandi si perde il gusto di tante cose, ma le luminarie, come si può perdere il gusto delle luminarie?
Autore: Alessia Ragno
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""


Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet