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Il rifiuto insostenibile
08 settembre 2025

Entro il 2050, la quantità di rifiuti nel mondo potrebbe aumentare di due terzi rispetto ai livelli attuali. Nel 2024, il volume complessivo ammonta a 3,1 miliardi di tonnellate, ma la crescita esponenziale prevista avrà un impatto significativo sulla salute pubblica, sull’ambiente e sull’economia.
È essenziale sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni ambientali derivanti dall’abbandono dei rifiuti e dal mancato rispetto della raccolta differenziata. Questo compito spetta non solo agli ambientalisti, ma anche ai giornalisti, soprattutto in assenza di adeguate campagne informative da parte delle autorità responsabili della gestione dei rifiuti, anche a livello locale. In questo caso occorrono più controlli e più sanzioni, utilizzando soprattutto le telecamere e le foto trappola, strumenti già in dotazione all’amministrazione comunale di Molfetta e alla Polizia locale.

E’ anche una questione di volontà, accettando anche l’inevitabile impopolarità e magari la perdita di consenso delle minoranze incivili, che questa azione repressiva, accanto a quella preventiva, comporta.
Se non si interverrà con azioni concrete, la produzione di rifiuti urbani (escludendo quelli industriali e di costruzione) potrebbe raggiungere i 3,8 miliardi di tonnellate entro la metà del secolo, superando le previsioni precedenti di 3,4 miliardi di tonnellate fornite dalla Banca Mondiale nel 2018. A lanciare l’allarme è una ricerca condotta dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) insieme alla International Solid Waste Association (ISWA), presentata alla sesta Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente a Nairobi.
Le discariche contribuiscono al 20% delle emissioni globali di metano, un potente gas serra rilasciato dalla decomposizione di rifiuti organici come gli scarti alimentari. Inoltre, il trasporto e il trattamento dei rifiuti generano anidride carbonica, aggravando il riscaldamento globale. Tuttavia, secondo UNEP e ISWA, riducendo le discariche incontrollate, eliminando l’incenerimento a cielo aperto (ancora diffuso nei Paesi a basso reddito) e migliorando la gestione dei rifiuti organici, le emissioni globali di gas serra potrebbero essere ridotte del 15-25%.
L’inquinamento da rifiuti è un’altra emergenza da affrontare. Lo smaltimento indiscriminato introduce sostanze chimiche pericolose nel suolo, nelle acque e nell’aria, minacciando la biodiversità ed entrando nella catena alimentare umana. "L’inquinamento da rifiuti non conosce confini, quindi è nell’interesse di tutti prevenire la loro produzione e migliorare la gestione dei rifiuti", afferma Zoë Lenkiewicz, autrice principale del rapporto UNEP.
Rifiuti mal gestiti rilasciano patogeni, metalli pesanti e altri contaminanti nel suolo e nelle falde acquifere per anni, mentre la combustione a cielo aperto sprigiona sostanze inquinanti persistenti, come i “forever chemicals”, con effetti dannosi sulla salute umana e sull’ambiente. Secondo le stime, ogni anno tra 400.000 e un milione di persone muoiono a causa di malattie correlate alla cattiva gestione dei rifiuti (diarrea, malaria, malattie cardiovascolari, cancro), senza contare i problemi di salute non mortali e il rischio di infertilità.
L’impatto economico è altrettanto preoccupante. Nel 2020, il costo della gestione dei rifiuti era stimato in 252 miliardi di dollari, cifra che sale a 361 miliardi considerando i danni legati all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Senza interventi, questa cifra potrebbe raddoppiare, raggiungendo 640,3 miliardi di dollari entro il 2050.
Un indicatore spesso trascurato dello sviluppo economico di un Paese è proprio la produzione di rifiuti.

La crescita del Pil pro capite è generalmente accompagnata da un aumento dei rifiuti, il che rende cruciale adottare strategie per ridurne la produzione e migliorare il riciclo. "La produzione di rifiuti è direttamente collegata al Pil e molte economie in rapida espansione stanno affrontando il problema di una crescita incontrollata dei rifiuti", avverte Inger Andersen, direttrice esecutiva dell’UNEP.
Le nostre attività quotidiane generano inevitabilmente rifiuti: consumare una bevanda, leggere un giornale o acquistare un prodotto confezionato. Se non vengono smaltiti correttamente, finiscono in discariche o inceneritori, con conseguenze negative su suolo, aria e falde acquifere, oltre ai costi elevati per lo smaltimento. La raccolta differenziata permette di risparmiare risorse naturali e ridurre l’inquinamento, separando i rifiuti in base alla tipologia (carta, plastica, vetro, alluminio, frazione organica) per il riciclaggio e il riutilizzo delle materie prime. Una gestione integrata dei rifiuti può anche contribuire significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico.
Purtroppo, nonostante un incremento dell’1,7% nella raccolta differenziata annuale, la sensibilità degli italiani verso questo tema è ancora insufficiente, con un netto divario tra Nord e Sud. Mentre la raccolta di piccoli rifiuti (vetro, carta, plastica, batterie) procede bene, lo stesso non si può dire per i beni durevoli come elettrodomestici e dispositivi elettronici, che contengono sostanze nocive per l’ozono. In molte zone si assiste ancora all’abbandono di vecchi frigoriferi, lavatrici e televisori nelle campagne o lungo le strade secondarie.

Basta un giro nei dintorni di città come Molfetta per rendersi conto della diffusione delle discariche abusive, segno di una mancanza di rispetto per l’ambiente.
Il riciclaggio non è solo una questione economica, ma anche ecologica. Ad esempio, il riciclo della carta contribuisce a preservare le foreste, riducendo la necessità di abbattere alberi. La consapevolezza dell’importanza del riciclo e della gestione responsabile dei rifiuti è fondamentale per migliorare la qualità della vita e favorire lo sviluppo sostenibile.
Guardando al futuro, è essenziale adottare un approccio più responsabile. Educare la popolazione, investire in tecnologie sostenibili e favorire la collaborazione tra istituzioni, aziende e cittadini sono passi fondamentali per affrontare l’emergenza rifiuti. Ogni piccolo gesto conta: dalla corretta separazione dei rifiuti alla riduzione dell’uso di materiali non riciclabili. Solo attraverso un impegno collettivo potremo garantire un futuro più pulito e sostenibile per le prossime generazioni.

Felice de Sanctis

© Riproduzione riservata

Editoriale rivista mensile “Quindici” marzo 2025

Autore: Felice de Sanctis
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