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Il pericolo per l'ambiente e la salute delle centrali a biomasse, conferenza a Molfetta
13 maggio 2008

MOLFETTA - La serata organizzata dal Comitato No Centrali e dalle Guardie Campestri, ieri sera all'auditorium Regina Pacis, ha finalmente ripreso una pratica ormai obsoleta. Quella dell'informazione scientifica sui problemi ambientali, della diffusione di certe notizie che l'era della tecnica ci preclude. Che la frammentazione della scienza, il suo crescente asservimento alla tecnologia, la specializzazione incondizionata dal bene sociale e guidata dal “progresso” economico allontana dalla gente, porta i cittadini ad accettare passivamente determinate condizioni, intrappolandoli fra le maglie del sofismo e della retorica. E l'affluenza della gente è stata straordinaria. La conferenza, moderata dal prof. Domenico Picca (Università di Bari), ha visto la partecipazione del biologo, professore all'Università di Padova Gianni Tamino, del dott. Giuseppe Serravezza e di Paolo Ermani. Molto chiarificante è l'analisi generale di Tamino sull'impatto delle centrali a biomasse sull'ambiente e sulle risorse. Le biomasse possono essere costituite da residui delle coltivazioni destinate all'alimentazione umana o animale, da piante coltivate per scopi energetici, da residui forestali, da scarti di attività industriali, da scarti delle aziende zootecniche o dalla parte organica dei rifiuti urbani. L'utilizzo delle biomasse può essere considerato rinnovabile solo se quanto viene sottratto all'ambiente naturale o agricolo corrisponde a quanto nuovamente sarà riprodotto, per il principio basilare della chimica secondo il quale “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Per la CO2 il problema è un po' più complicato. Infatti, teoricamente, se tanti sono i quintali che si bruciano quanti quelli che si riproducono annualmente, la CO2 prodotta dalla combustione sarà circa uguale a quella inglobata dalle piante, grazie alle fotosintesi. Ma le coltivazioni richiedono impiego di fertilizzanti chimici di sintesi e fitofarmaci, oltre che macchine agricole e trasporto dei prodotti, perciò sono richieste grandi quantità di energia di origine fossile che produce CO2. Dunque il bilancio non è più in equilibrio, perché vi è una produzione di CO2 non rinnovabile a causa dell'impiego di energia fossile: le biomasse utilizzabili devono dunque essere o naturali o prodotte biologicamente. Ma le piantagioni si trovano in Malesia, Filippine, Madagascar. Il risparmio si rivela, in ultima analisi, illusorio. Una conseguenza ben più diretta, per l'uomo, è l'emissione, a seguito di ogni combustione ad alta temperatura, di nanoparticelle. Esse penetrano nel nostro organismo producendo danni irreparabili. Ne hanno parlato Paolo Ermani, presidente dell'Associazione PAEA (Progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambiente) e il dott. Giuseppe Serravezza, Presidente della Lega Italiana per la lotta contro i tumori. Quest'ultimo ha affermato che il 90% dei tumori sono causati dall'ambiente esterno, non certo per “castigo divino”. E' proprio alle cause, dunque, che la ricerca deve mirare, soprattutto dal momento in cui la ricerca chimica brancola nel buio, vista l'oscura natura delle nanoparticelle. Un mondo da cui il business trae notevole vantaggio, concentrando la ricerca sulle cure, più che sulle cause: Ma sono proprio le cause, questo tipo di centrali inutili quanto inquinanti, che vanno eliminate. E la soluzione è l'energia solare, unica fonte esterna e davvero inesauribile. Sopraggiunto nel mezzo della conferenza, il sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, esprime la propria posizione. E soprattutto la propria ignoranza in materia, che lo porta a prendere atto di una scienza dominata dalla divergenza di opinioni. Azzollini afferma, comunque, che la politica non può che adeguarsi alla scienza, purché essa riveli conclusioni pressoché univoche. In ogni caso, il sindaco porta il discorso su un livello pragmatico e materialista, affermando le necessità che giorno per giorno dominano il cittadino e che lo portano a vedere nei progetti economici di questo genere l'unico modo per concedere un mondo migliore ai posteri. Un discorso che sembra prescindere dalle conclusioni degli studiosi, e portarsi su una visione parziale e limitata, che non trova l'approvazione del pubblico. Un ragazzo interviene rivendicando il primato della salute, e dichiarando spregevole la concessione del permesso di insediamento di una centrale, prima di averne esaminato i rischi. Il senatore invita a “venire a prendere lezioni di diritto”. Lo stesso sindaco di Giovinazzo sembra tergiversare, difendendo la socratica ammissione del benemerito sindaco Azzollini che “sa di non sapere”. La gente non apprezza l'atteggiamento distante con cui i due politici affrontano la questione, così il discorso resta interrotto e i due sindaci vanno via. Dagli interventi successivi emerge l'ingiustificabile dominio degli interessi sulle decisioni politiche degli amministratori, che preferiscono una posizione defilata di fronte alle problematiche che la scienza pone, anche quando il peso dell'amministrazione sulle scelte regionali, in merito a questioni come l'insediamento di una centrale, è indubbio, pur se smentito dalle “lezioni” di azzolliniana educazione.
Autore: Giacomo Pisani
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