Recupero Password
“Il mare”, una mostra per sognare La 15ª edizione della Rassegna d'arte contemporanea
15 settembre 2002

La quindicesima edizione della mostra collettiva “Il mare”, curata da Luciana Cataldo e organizzata dal Centro Culturale “Il Punto”, presieduto dalla prof. ssa Pina Pisani, nello splendido scenario della Sala dei Templari, ha offerto ai molfettesi l'occasione per riflettere sul ruolo che il mare gioca nelle loro vite. Mare è vita, in tutti i sensi, e la nostra città, che vi s'immerge dolcemente specchiandosi in lui, da sempre trae sostentamento e notorietà da questo “singolare” giaciglio in movimento.(nella foto "Filia-Filiae" un'opera di Enza Monetti). Oltre alla Mostra sono state realizzate una serie di performance: il 10 settembre in Piazza Municipio si è tenuto lo spettacolo Poesia e scultura ritmica, a cura di Patrizio Bitetto - Scultore Francesco Tammacco – Attore; il 14 settembre, alle ore 20 nell'Auditorium di S. Domenico si terrà un concerto lirico: “Sulla dolce brezza del mare... echeggia la memoria del bel canto” interpreti: Maria Candirri (Soprano), Chiara Camporeale (Mezzosoprano), Gianni Mazzone (Tenore), Gianfranco d'Elia (Pianista), Coro “G. Verdi”; il 20 settembre alle ore 20 infine in Piazza Municipio: “Eco di sirene”, Performance del gruppo “Arte Zero” con Gianluca De Pinto, Anna Teresa Solimini, Vincenzo Lobasso, Emiliana Pappagallo. Diciannove artisti provenienti da tutto il mondo hanno testimoniato il carattere ormai internazionale dell'appuntamento molfettese, hanno espresso, utilizzando tecniche diverse, il loro modo di “sentire” il mare, conducendo per mano lo spettatore al sogno e alla riflessione. Ottima la scelta degli artisti, molti dei quali hanno portato a Molfetta opere di elevata qualità, e di rilievo l'allestimento, molto ben equilibrato. Tra le opere vorrei segnalare per prima “Mater” di Robin Kennedy, un gesso che viaggia nel tempo, portandoci prima alla scultura dell'antichità, con la sua idea del ventre materno pieno d'acqua, simbolo di “iniziazione alla vita”, poi ai giorni nostri, tramandandosi e offrendosi a noi. Dunque la scultura, che migliaia di anni fa era simbolo della vita, si conserva e si ripropone per mezzo del mare. Zimmer e Galliani ci offrono due lavori “ispirati” dalla costa amalfitana. “Carta amalfitana” del primo è un olio su tela, in cui mare e terra si completano e s'immergono in tonalità scure. Il mare è in agitazione, quasi ribolle, come una massa magmatica pronta ad avvolgere la terra. La sua forza, il suo carattere non è domo, e trascina l'uomo verso “un'oniricità” inarrestabile. Galliani ci offre un pastello su carta dal titolo “Carta amalfitana”; questo non ci tragga in inganno perché vi sono differenze tra le due opere. Innanzi tutto la tecnica, che potrebbe sembrare un particolare secondario, è imprescindibile per il precipuo scopo che l'artista si pone; poi l'uso del colore che dal magma-terra di Zimmer si trasforma in un cangiantismo notevole, variante dal chiarissimo allo scuro in Galliani. Ma anche il mare di Galliani ci porta all'onirico e al visionario: il suo mare pulsa, il suo colore varia, come muta di tonalità il mare reale, e quindi l'artista gioca con quest'ambivalenza tra finzione e realtà. Per restare sul “misterioso”, Cecchetto, con il suo “Senza titolo”, dipinge luci e forme visionarie, cangiando l'azzurro dallo scurissimo al chiarissimo, e ci presenta varchi e porte silenziose e significative. È il gioco dell'immaginazione, della fantasia e dell'ebbrezza: è il passaggio verso il passato o la porta per il futuro? Sul passato si sofferma anche Lindstrom, che con la sua tecnica a olio quasi espressionista e molto impastata, ci parla dell'origine del mondo, di vita e morte, attraverso una raffigurazione che ricorda da vicino quella delle antiche saghe nordiche. Splendide le “Sei storie di mare” di Tulli, che ci raccontano il mare attraversando l'arte del Novecento, dal Futurismo al Cavaliere Azzurro. L'acquerello viaggia e ci fa volare sulle onde del pensiero, del sogno e della libertà: del mare. Ma quest' ultimo non deve soltanto dare all'uomo: è il concetto del digitale di Marco Zagara, che utilizzando un'immagine dell'accusato simile a quella del pesce, vestendolo di un collo inamidato, argenteo e squamoso sottolinea il difficile rapporto uomo-natura. Ce lo ricorda Trebbiani, che popola le sue opere di animali. L'uomo spesso dimentica di dover rispettare delicati equilibri, che mutati, possono innescare una “ribellione” delle forze naturali. Un moderno bestiario, che ci riporta al Medioevo. Questi gli altri artisti presenti alla Rassegna: Selim Abdullah, Casaluce-Geiger, Angelo Casciello, Silvio Craia, Marcello Diotallevi, Fathi Hassan, Franco Marrocco, Ezia Mitolo, Enza Monetti, Nicola Salvatore, Luca Scartabelli. Tutti hanno offerto un grande spettacolo e un importante messaggio: il mare si ama e si vive. Come fanno i molfettesi. Michele Bruno
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2023
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet