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Il fungo sul mare, edilizia selvaggia, la nuova giunta Frankenstein di Minervini, il Terminal ferroviario e altri argomenti sul nuovo numero della rivista mensile “Quindici” in edicola a Molfetta
25 febbraio 2021

 MOLFETTA – Il fungo sul mare (foto di Mauro Germinario) al quale “Quindici” dedica la copertina il numero della rivista mensile in edicola, è un po’ l’emblema dell’edilizia a Molfetta.

L’edilizia è sempre stata il cancro dal quale la città non è mai riuscita a liberarsi, complice la lobby dei costruttori che è da sempre una forza elettorale.

Ed è diventato anche il simbolo dell’amministrazione di Tommaso Minervini, della corsa al consumo di suolo e al cosiddetto “cemento selvaggio”.

In questo numero della rivista potrete leggere l’atteso editoriale del direttore Felice de Sanctis: “La morte della politica” in una città che ha avuto nobili tradizioni, ma che è finita nel fango delle liste civiche che non rappresentano nessuno, ma solo coloro che ne fanno parte, per vivere di politica, per servirsi della politica e non per servire la città.

Dedichiamo alcune pagine anche al nuovo rimpasto, alla nuova giunta Minervini, conseguenza della sconfitta elettorale della compagine “ciambotto” che ha sostenuto il candidato alla Regione Saverio Tammacco, eletto, ma relegato all’opposizione, dopo che aveva tradito Emiliano per Fitto, cambiando ancora una volta casacca da sinistra a destra.

Alla sua “cacciata” dalla nuova amministrazione e al ridimensionamento del suo ruolo, è dedicata anche la vignetta di Michelangelo Manente “Saverio Tammaccato”.

Isabella de Pinto ci presenta la nuova giunta con qualche assessore ridimensionato e qualche altro di nuova nomina, ma ancora incerto su quello che deve fare, tant’è che ha rifiutato di rispondere alle domande di “Quindici”.

Vi facciamo conoscere anche i nuovi assessori: Isabella de Pinto ha intervistato quello all’Urbanistica ing. Francesco De Gennaro che ci parla delle priorità fra cui Lama Martina e il parco Baden Powell.

Sempre Isabella de Pinto ha sentito il nuovo assessore allo sport, Vincenzo Spadavecchia, che giustifica l’abbandono della piscina comunale per colpa del fallimento della ditta appaltatrice.

Felice de Sanctis intervista il nuovo assessore ai Lavori pubblici dott. Antonio Ancona che ha lasciato l’Annona e la sicurezza e promette di portare avanti l’ambizioso programma di opere pubbliche dell’amministrazione. Sempre il direttore di “Quindici” intervista l’assessore all’annona avv. Pietro Mastropasqua, che ha lasciato l’Urbanistica nel valzer delle poltrone decisa dal sindaco, che giustifica questo cambio di posto col fatto che alla sua lista civica non interessa il tipo di delega, ma il servizio alla città.

Rendere più fruibili le aree verdi è l’obiettivo del nuovo assessore all’ambiente l’avv. Maridda Poli, intervistata da Daniela Bufo.

L’intervista alla nuova assessora ai servizi sociali, la sconosciuta arch. Germana Carrieri non è pervenuta, perché lei ha rifiutato di incontrare “Quindici” in quanto si è dichiarata non ancora pronta ad affrontare i problemi della città. Il suo rifiuto confermerebbe quello che “Quindici” ha sostenuto subito: il sindaco Minervini si è tenuto le deleghe più importanti, lasciando qualche briciola per motivi politici e di stipendio agli altri.

L’altra assessora della giunta è Gabriella Azzollini del Pd (espressione di Piero de Nicolo) che è l’unica rimasta al suo posto.

In pratica, è Minervini che, liberatosi dell’ombra ingombrante di Tammacco, muove autonomamente tutte le pedine politiche e amministrative.

Le accuse alla nuova giunta che “Quindici” ha ribattezzato Frankenstein, perché come la creatura di Mary Shelley, è composto da parti diverse messe insieme col risultato di un mostro, vengono da Felice Spaccavento, già candidato alla Regione per la sinistra, che parla di un processo politico senza dignità. Anche l’opposizione di sinistra con Rifondazione comunista sostiene “l’estrema pericolosità democratica del cerbero a tre teste: Pd, Tammacco e Minervini”, mentre il centrodestra - ormai in pezzi dopo le dimissioni di Sara Castriotta, indagata nell’ “Appaltopoli” e la fuga di Fulvio Sapdavecchia e Pino Amato nella maggioranza Frankestein - tace e si lecca le ferite in attesa di un ritorno in campo dell’ex sen. Azzollini, ormai molto ridimensionato, generale senza truppe.

Sempre in tema di politica, Gianni Porta ci parla della nuova minaccia che si aggira fra di noi: la sindrome da “illusione democratica”, mentre Lazzaro Gigante si pone l’interrogativo per il futuro: “Un Draghi per Molfetta?”.

Beatrice Trogu, invece, intervista l’assessore alla Cultura Sara Allegretta che ha lasciato l’incarico e traccia un bilancio della sua attività nella giunta Minervini.

Altro argomento importante è quello del Terminal ferroviario collegato al nuovo porto e del Movimento che vuole bloccare un’opera inutile, dannosa e costosa. Ce ne parla Gabriele Vilardi, mentre riportiamo le posizioni di “Sinistra italiana” e “Forza della Puglia” (Felice Spaccavento). Felice de Sanctis scrive del Pd che, ignorato dal sindaco sulla sua richiesta di rivedere tutto, è rimasto muto per salvare le poltrone di Piergiovanni, Facchini e Gabriella Azzollini.

Petrus Caput Hurso nella sua rubrica “Scherziamoci su” si occupa anch’egli del Terminal ferroviario e del Pd con l’articolo “De habitudine”.

Un altro grosso problema affrontato da “Quindici” è quello che riguarda la mensa scolastica che non parte e la rabbia delle famiglie. Se ne occupa Paola Natalicchio che denuncia il silenzio dell’amministrazione comunale su una situazione che riguarda 300 bambini.

Daniela Bufo illustra, invece, una interessante iniziativa di studio del territorio, nel filone della smart city, realizzata dagli studenti dell’Itet con i docenti ingg. Raffaele Nappi e Valentina Altomare.

Per le pagine di cultura abbiamo un interessante articolo di Marco Ignazio de Santis sulla rinuncia di Gaetano Salvemini alla candidatura parlamentare, mentre Corrado Pappagallo si occupa dell’epidemia colerica del 1836 a Molfetta.

Gianni Antonio Palumbo recensisce l’ultimo lavoro teatrale di Salvatore Marci “A prescindere. L’ultimo sipario di Totò”.

Due racconti questo mese per i nostri lettori: “La zanzara” di Marisa Carabellese e “il bacio” di Francesco Tammacco.

Questi gli altri argomenti: Didattica a distanza e ritorno a scuola, l’effetto psicologico per i bambini, di Angelica Vecchio. I 90 anni di Liliana Gadaleta Minervini, allieva di Gaetano Salvemini, di Paola Natalicchio. Anche Felice de Sanctis scrive sulla figura di Liliana, storica collaboratrice di “Quindici” e instancabile salveminiana; Gabriele Vilardi ci parla di Ubuntu, ogni luogo è casa, nuovo progetto europeo che unisce i nuovi e i vecchi cittadini; Beatrice Trogu racconta la vicenda di Alda: il ricordo della sorella e la denuncia di furti e vandalismo al cimitero, senza alcuna pietà per i defunti.

L’economia malata e il virus della disuguaglianza, è la riflessione di Giancarlo Piccinni presidente della Fondazione don Tonino Bello, che ricorda la denuncia 30 anni fa della Guerra del Golfo da parte dell’indimenticabile vescovo alla trasmissione televisiva “Samarcanda” di Michele Santoro e lo scontro con il giornalista Mario Cervi.

Ricordiamo che a beneficiare del credito d’imposta e degli sconti prendi due e paghi uno su “Quindici” possono essere aziende, fondazioni e lavoratori autonomi, che scelgono uno spazio pubblicitario sull’unico media che ha due strumenti di diffusione che gli altri non hanno: il quotidiano on line e la prestigiosa rivista mensile in edicola, mal copiata dagli altri, ma inarrivabile nella qualità dell’informazione al servizio del lettori.

“Quindici” quello che gli altri non dicono, “Quindici” quello che gli altri non ti danno.

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