Il costruttore Spadavecchia restituisce le somme in nero ed evita il processo penale
MOLFETTA – 25.6.2003
Si è conclusa con una transazione stragiudiziale e la conseguente successiva assoluzione in tribunale, la vicenda del costruttore Vincenzo Spadavecchia, accusa di aver percepito somme “in nero” vendendo case in edilizia convenzionata a prezzi gonfiati e condannato in primo grado per lo stesso reato al risarcimento di oltre 300 miliondi vecchie lire agli interessati.
E' caduta così l'accusa di concussione a carico del costruttore molfettese, difeso dall'avv. Giacomo Ragno, anche in virtù del fatto che il difensore degli acquirenti degli appartamenti (i coniugi Corrado De Pinto e Giovanna De Robertis, Giovanni Gadaleta e Giovanna Fumarola, Michele Marzocca e Angela Abbattista), l'avv. Vincenzo Tritta, aveva revocato la costituzione di parte civile proprio in seguito alla suddetta restituzione. Spadavecchia, infatti, oltre ad aver restituito le somme “in nero” da lui “pretese e ottenute”, come comunica lo stesso avv. Tritta, ha pagato anche le spese processuali e gli onorari di patrocinio.
I fatti contestati al costruttore molfettese – ricordiamo che sono sotto processo per lo stesso reato altri cinque imprenditori edili molfettesi – risalgono ai primi anni '90 quando, secondo l'accusa, l'imprenditore “quale incaricato di pubblico servizio con più azioni esecutive di uno stesso disegno criminoso, omettendo di rappresentare agli acquirenti che gli appartamenti rientravano nel piano di edilizia economica e popolare con un prezzo massimo stabilito nella convenzione, induceva i coniugi a corrispondere un prezzo di acquisto superiore a quello legale con ingiusto profitto e con danno patrimoniale di particolare gravità”.
Una volta restituite le somme percepite “in nero”, è venuto a cadere l'interesse civile nel processo penale, come dichiarato dallo stesso avvocato Tritta difensore dei coniugi danneggiati, che ha revocato la costituzione di parte civile.
“Solo nell'ottica dell'avvenuto risarcimento integrale del danno – dice l'avv. Tritta - va dunque inquadrata ed interpretata la sentenza di assoluzione emessa dai Tribunale di Trani, (tuttora soggetta ad impugnazione), il quale evidentemente, avendo da me appreso che le parti erano state totalmente tacitate di ogni loro pretesa, ha ritenuto non più sussistente il reato di concussione”.
Lo stesso legale, quindi, conferma che “Vincenzo Spadavecchia aveva venduto le case a prezzi gonfiati” (non si spiegherebbe altrimenti la restituzione delle somme in nero da lui pretese), e che la sentenza di condanna per abuso d'uffcio, da cui è scaturito l'obbligo di restituire le somme illegittimamente percepite, è stata definitivamente confermata in sede di gravame anche dalla Corte d'Appello di Bari per quanto concerne le statuizioni civili”.
Gli appartamenti in questione sono quelli costruiti in via Pio La Torre, in via Molfettesi d'Argentina e in altre zone della città. Il costruttore molfettese era stato condannato nel '99 dal Tribunale di Trani. L'inchiesta partì proprio dalla denuncia di alcuni acquirenti, difesi dall'avv. Vincenzo Tritta. Spadavecchia presentò ricorso in appello contro quella sentenza, ma anche stavolta ebbe torto, perché la Corte di Appello di Bari lo assolse dai reati fiscali e da quello di abuso d'ufficio «perché estinto per prescrizione», ma confermò le sanzioni civili stabilite dal Tribunale di Trani, condannando l'imputato a ulteriori spese di parte civile.
Le case di edilizia convenzionata – come è emerso dal dibattimento in Appello - venivano vendute a prezzi convenienti: a chi era interessato all'acquisto si richiedevano soldi in contanti, una prima somma da versare subito senza il rilascio di ricevuta, da integrare successivamente con altri pagamenti. In primo grado i testi dell'accusa avevano sostenuto che, qualche giorno prima della visita della Guardia di Finanza, era stato loro chiesto di sostenere di non aver versato quei soldi in contanti. Inoltre, secondo la testimonianza dei proprietari truffati gli appartamenti di edilizia convenzionata venivano presentati come «civili abitazioni».
P.S.
In riferimento alla notizia sull'assoluzione del costruttore Spadavecchia, pubblicata nelle NEWS di “Quindici on line” il 25.6.03, l'avv. Ragno difensore dell'interessato contesta alcune affermazioni dell'avv. Tritta difensore delle parti civili e sostiene che le stesse parti civili sono state risarcite solo a seguito di transazione; che lo Spadavecchia, a seguito di regolare giudizio di primo grado, è stato assolto dal Tribunale di Trani dalla imputazione di concussione perché il fatto non sussiste; che non vi è alcun rapporto tra la revoca della costituzione di parte civile, avvenuta a seguito del risarcimento del danno delle parti private e la sentenza di assoluzione; che sicuramente lo Spadavecchia sarebbe stato assolto anche senza la tacitazione delle pretese risarcitorie delle parti civili.