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Il Comune mette una “tassa” sui disabili Denuncia della «Margherita»: la Asl «scarica» le spese di trasporto sull'ente locale che a sua volta lo «scarica» sulle famiglie
15 marzo 2005

Ci sono cose che indignano perché colpiscono persone “speciali”, verso le quali la sensibilità deve essere massima, al di là della rilevanza economica. Sono uomini e donne “speciali”, perché più papà e più mamma degli altri, genitori di figli “speciali”, che il freddo linguaggio burocratico definisce disabili o diversamente abili. La Giunta comunale, nell'approntare il Bilancio 2005, ha lasciato invariate le tariffe per i servizi a domanda individuale: trasporti e mense scolastiche. Niente rincari quindi rispetto al 2004 per chi già pagava, ma il Comune ha inserito per il 2005 tra i beneficiari del trasporto scolastico anche i soggetti disabili, le cui famiglie usufruivano del servizio senza oneri. Fino al 2002 il trasporto era garantito dalla Asl. Poi l'azienda sanitaria non ne ha più voluto sapere, ritenendo questo un servizio assistenziale e non sanitario. Da allora l'onere è passato al Comune. Nel 2003 la Cooperativa Gea si aggiudicò l'appalto del trasporto scolastico, con l'impegno a garantire per un anno il servizio anche ai bambini disabili. Passato l'anno, il Comune ha comunicato alle famiglie interessate che per il 2005 tocca anche a loro pagare. L'indignazione delle famiglie è stata netta. Per chiarire la faccenda, l'assessore alla Socialità, il dott. Mauro Brattoli, le ha incontrate, alla presenza di Pino Amato. Cosa ci facesse l'assessore al Personale, lo spiega il consigliere d'opposizione Leonardo Lucanie: “Il sig. Pino Amato è dipendente della cooperativa che gestisce l'appalto. La cosa vergognosa è che il sig. Amato, di fronte all'indignazione dei genitori, ha più volte affermato: “Qualche cosa dovete pagare”, come se si stesse contrattando una merce da mercato”. Amara la dichiarazione di un genitore: “Quello che ci ferisce non sono i 25 euro mensili, ma l'insensibilità dimostrata dall'amministrazione comunale”. La cosa non poteva passare sotto silenzio. I consiglieri della “Margherita” hanno chiesto sia l'immediata revoca della delibera e, con un'interpellanza al sindaco, sia che della questione si occupi il Consiglio comunale. In un duro comunicato hanno accusato l'Amministrazione di aver vergognosamente introdotto una “tassa sulla disabilità” e tirato in ballo i tagli della spesa sanitaria perpetuati dalla Regione. Al di là della querelle politica, sempre alta in tempi di campagna elettorale, colpisce che di fronte ad una cifra che si aggirerebbe intorno a poche migliaia di euro, l'amministrazione comunale di una città civile come Molfetta, non trovi tra le pieghe del bilancio questa cifra. Basti pensare che il Comune contribuisce alla spesa del trasporto degli alunni per l'utilizzo della piscina pubblica. Per non parlare poi degli facili contributi, spesso per manifestazioni fini a se stesse. Francesco del Rosso francesco.delrosso@quindici-molfetta.it
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