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Il Comune di Molfetta al lavoro per l'assistenza domiciliare: 400 mila euro per gli "angeli custodi" degli anziani L'amministrazione comunale di Molfetta è già al lavoro per implementare il nuovo sistema di assistenza domiciliare agli anziani (SAD) a favore dei pensionati Inpdap. Il progetto durerà un anno e sarà finanziato con un contributo di 400 mila euro dell'Inpdap
30 marzo 2011

MOLFETTA - I primi giorni di aprile sarà pronto il bando pubblico rivolto agli anziani pensionati Inpdap per partecipare al progetto di assistenza domiciliare "Home Care Premium". Elaborato dall'assessorato ai Servizi Socio Educativi del Comune di Molfetta, il nuovo servizio di assistenza domiciliare agli anziani (SAD) è stato giudicato il migliore in Puglia ottenendo un finanziamento di 400 mila euro da parte dell'istituto nazionale di Previdenza per i Dipendenti della Pubblica Amministrazione (Inpdap). Si tratta, infatti, di un progetto di "rete integrata" per l'assistenza domiciliare a favore di 50 pensionati Inpdap non autosufficienti.
Il servizio di assistenza domiciliare abbraccerà tanto la sfera domestica, quanto quella socio-assistenziale e della socializzazione fuori casa. Gli "angeli custodi" del servizio Home Care Premium saranno sempre al fianco degli anziani, dalla preparazione di pasti caldi all'aiuto nell'igiene personale, dalla spesa quotidiana alla socializzazione nei centri aggregativi della città, dal lavaggio della biancheria a domicilio alla pulizia dell'alloggio. Non solo: tra i servizi integrativi sono compresi la teleassistenza, il supporto psicologico e la riabilitazione fisica.
"La forza di questo progetto sta nel coinvolgimento della rete assistenziale territoriale, permettendo agli anziani di restare nel proprio ambiente tra le persone e le cose più care" spiega l'assessore ai servizi Socio Educativi Luigi Roselli. "In altre parole, miglioriamo la qualità di vita degli anziani puntando tutto sulle risorse del territorio come alternativa al ricovero in casa di cura: i 50 anziani non più autonomi che beneficeranno del servizio, pur restando nella propria abitazione, saranno affiancati da veri e propri "angeli custodi" che li aiuteranno a riconquistare una vita dignitosa e un ruolo socialmente attivo."
Per ogni anziano utente saranno predisposti un Piano di assistenza settimanale individuale, una Cartella Domiciliare e una Scheda Giornaliera di Servizio. La strategia distintiva che ha permesso al S.A.D. (servizio di assistenza domiciliare) di Molfetta di essere giudicato il più "innovativo" in Puglia è quello di riuscire a "mobilitare" tutte le risorse sociali territoriali, pubbliche e private: la "rete" già sperimentata dal Comune di Molfetta è composta, infatti, da istituzioni pubbliche (l'assessorato ai Servizi Socio-Assistenziali e il Distretto Socio-Sanitario 1 Asl Ba) e da risorse del cosiddetto "privato sociale" (associazioni di volontariato, famiglia e vicinato, parrocchie).
"È un progetto efficace e innovativo perché risponde a una molteplicità di bisogni socio-assistenziali, sanitari, di socializzazione e d'intrattenimento" osserva il sindaco Antonio Azzollini. "La rete socio-assistenziale di Molfetta si conferma così tra le più avanzate in Italia, come dimostra la scelta dell'Inpdap di finanziare con 400 mila euro il nostro progetto di assistenza domiciliare. È l'attestazione di un impegno assoluto che questa amministrazione sta dimostrando non a parole ma direttamente sul campo, a favore degli anziani, delle famiglie, dei minori, dei diversamente abili."
 

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Trascrivo (non copia e incolla) - A ottantatre anni, in chiusura di una breve lettera indirizzata a un amico, Jung scrive: “Della salute non mi posso lamentare, e divento sempre più vecchio, con i miei migliori saluti”. Dunque la vecchiaia come destino biologico, ma anche storico-culturale, nonché differente da individuo a individuo. Quando il tempo ciclico e ogni anno, il ritmo della stagione, “le opere e i giorni”, come ci ricorda Esiodo, ripetevano se stessi, chi aveva vissuto di più sapeva di più. Per questo “conoscere e ricordare”, come annota Platone e il vecchio, nell'accumulo del suo ricordo, è ricco di conoscenza. Nel mondo antico la saggezza della vecchiaia era quindi il risultato della concezione ciclica del tempo, che faceva del vecchio, che molto aveva visto, il depositario del sapere. Oggi con la concezione progressiva del tempo, non più come quello ciclico che ripete se stesso, ma freccia scagliata in un infinito senza meta, la vecchiaia non è più deposito di sapere, ma ritardo, inadeguatezza, ansia per le novità che non riescono più a controllare nella loro successione rapida e assillante. Per questo la vecchiaia è dura da vivere, non solo per il decadimento biologico, ma per una serie di destrutturazioni che in età giovanile sarebbero devastanti e al limite della psicosi, mentre nell'età senile non assumono necessariamente questo aspetto perché arginate dall'irrigidimento delle abitudini. Il problema è che alla vecchiaia non riescono a dar senso neanche coloro che ci vivono accanto perché, come osserva Stefano Mistura, nessuno riesce a identificarsi con un vecchio, anzi tutti si difendono spasmodicamente da questa identificazione, e perciò si crea quella seconda destrutturazione tra l'Io e il mondo circostante che impoverisce e rende convenzionale e perciò falsa l'affettività. (U.Galimberti – I miti del nostro tempo).
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