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Il buco nero del commissariamento CORSIVI
15 aprile 2005

La fortuna storica di Tommaso Minervini è d'essere diventato sindaco dopo pochi giorni dall'approvazione definitiva del Piano Regolatore Generale da parte della Regione (maggio 2001). Sull'attuazione del Prg il Sindaco sta cercando di costruirsi una rendita di posizione. “Stiamo costruendo le vostre case” è il suo slogan ricorrente. Per onestà intellettuale dovrebbe ringraziare i suoi predecessori, che nel bene e nel male hanno lavorato e non poco, per fargli trovare sulla scrivania lo strumento urbanistico fondamentale. Il ringraziamento più grande lo deve, ma non solo il Sindaco, al predecessore che più degli altri ha lasciato l'impronta più indelebile: il Commissario Prefettizio che formalmente ha licenziato gli atti finali. Nella fase commissariale, settembre 2000 a maggio 2001, il Prg è stato adeguato alle osservazioni e suggerimenti del CUR (Comitato Urbanistico Regionale). Adeguamenti che hanno modificato alcune norme originarie NTA (Norme tecniche di attuazione), ossia tutte quelle norme che prescrivono i modi e i limiti di edificazione in ogni tipologia di zona, che di fatto decidono i destini e le fortune dei suoli. Cuochi di questa pietanza sono stati i dirigenti dell'apparato tecnico-burocratico del Comune e i progettisti del Prg, legittimati da un ordine del giorno del Consiglio comunale nella “notte della congiura”, prima della capitolazione di Guglielmo Minervini, da parte di 17 consiglieri capeggiati dall'odierno inquilino in capo del Palazzo di città. I “cuochi” hanno cucinato la pietanza secondo le ricette prescritte dalla Regione, oppure ci hanno messo del proprio? Hanno fatto delle scelte discrezionali e con quali priorità? Il Commissario è entrato nel merito delle cose oppure si è solo limitato ad una legittimità formale? Domande che emergono man mano che i vari progetti cominciano ad essere presentati. E' il caso dell'intervento edilizio proposto per l'area dei “Legnami Pansini”, contro il quale alcuni cittadini hanno inviato al Sindaco delle osservazioni, ritenendo il progetto viziato da una disposizione inserita nelle NTA durante la fase di adeguamento del Prg, che configurerebbe una variante e in quanto tale soggetta all'adozione del Consiglio comunale e alla pubblicità degli atti. Vedremo come risponderà il Comune. Sia ben chiaro che qui nessuno accusa nessuno. Una cosa è certa: nella fase finale della definizione finale di un provvedimento così importante, come il Piano Regolatore Generale che un Comune adotta ogni 30/40 anni, è venuto meno il controllo democratico della politica, che risponde direttamente ai cittadini, delle varie associazioni, dei movimenti d'opinione, dei singoli cittadini e della stampa. Francesco del Rosso francesco.delrosso@quindici-molfetta.it
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