I restauri a S. Stefano
Egregio Direttore, nel n. 3 del 15 marzo u.s. del periodico da Lei diretto, a pag. 29, è apparso il servizio di Michele Bruno (“Restauri S. Stefano, trovati resti di una cappella medievale”), su alcuni punti del quale desidero fare le seguenti precisazioni:
I «Resti di una struttura precedente» erano stati rinvenuti già alcuni decenni or sono durante i lavori di consolidamento e restauro (finanziati dalla Cassa per il Mezzogiorno) effettuati nel 1964/65 dall'Impresa ing. Giovanni Rodio spa, su progetto e Direzione dei lavori dello scrivente e sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Bari, resti riguardanti un muro curvilineo a levante dell'attuale altare maggiore ed altre tratte di murature da levante a ponente (verso l'attuale sagrestia).
Di tali reperti venne opportunamente isolato il muro curvilineo - attribuito all'abside di una preesistente chiesetta - e, al fine di consentirne la visibilità, fu realizzato un corridoio, a quello concentrico, dotato di impianto di illuminazione, di una botola apribile e di una scaletta. Furono eseguite diverse fotografie ed il tutto, repertoriato, venne ampiamente illustrato alla committente Arciconfraternita di S. Stefano (1964), e ripreso in successivi dibattiti e conferenze aventi per oggetto le origini della detta chiesetta.
Di tanto si hanno dettagliate notizie (grafici e fotografie dell'epoca) nella mia pubblicazione La Chiesa e l'Arciconfratemita di S. Stefano di Molfetta - Note e documenti (Edizioni Mezzina, Molfetta, marzo 2001) nonché in altre precedenti pubblicazioni.
Per quanto riguarda la prima foto riportata in alto a sinistra della detta pag. 29, si tratta semplicemente di un piccolo vano destinato alla sepoltura dei confratelli (come da lapide ora addossata al muro di levante della chiesa e datata 1641) che, a seguito di una ricognizione effettuata il 10 giugno 1928 dal dott. Ignazio Pansini, venne poi descritto a pagg. 48 e 69 del suo libro “La chiesa e l'arciconfratemita di S. Stefano” (SIAG, Genova, 1980); notizie, queste, riportate anche da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, nell'edizione di giovedì 30 luglio 1964. Tale manufatto trovasi a ponente dell'altare maggiore e ricade nell'ambito della preesistente chiesetta fra il citato muro absidale e la sagrestia (Cfr. grafico riportato nella detta mia pubblicazione).
La ringrazio per lo spazio che vorrà riservare a questa mia nota nel pubblicare la prossima edizione del Suo periodico e Le porgo distinti saluti.
Ing. Gaetano Viesti