I propositi del buon cittadino
In ascensore saluterò senza contemplare le mie scarpe. Non parcheggerò in seconda fila, né su un passò carrabile, né sul marciapiede. Cederò col sorriso il posto a sedere ad un anziano e lo lascerò passare sulle strisce pedonali anche se lui ha il rosso. Apprezzerò quelli che ci rappresentano e usano il potere con “sobrietà, giustizia e pietà”, come diceva Don Tonino Bello, a favore dei cittadini e non per interessi o ripicche personali. Così adempiono le proprie funzioni “con disciplina e onore” come dice la nostra Costituzione all’art. 54. Sorriderò ai giovani che parleranno con la gente e non solo col telefonino, e agli adulti che guarderanno la strada e i volti dei passanti anziché solo il telefonino. Incoraggerò chi non imbratta la strada, i muri e la nostra campagna e chi getta i rifiuti nei cassonetti della differenziata e non per terra. Dirò all’idraulico o all’artigiano di farmi la fattura, anche se “dovrò pagare l’IVA” e al commerciante “dai non dimenticare lo scontrino”. Ammirerò tutti quelli che pensano che non ci sono diritti senza doveri. E alla fine potrò guardarmi allo specchio senza aver nulla da rimproverarmi, e non perderò mai la speranza in una città e in un mondo migliore.