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I nuovi esami di Stato: la parola agli studenti
15 marzo 2019

Si è parlato tanto degli Esami di Stato e di tutte le modifiche che hanno portato ad un nuovo metodo per stabilire se un giovane ha studiato e compiuto il suo dovere negli ultimi cinque anni oppure ha qualche difficoltà o non ha svolto il suo dovere nel migliore dei modi. Tutti possono parlare di Esami, ma gli unici (o per lo meno i primi) che potranno davvero esprimere un giudizio, negativo o positivo che sia, sono coloro che negli ultimi mesi sono stati perennemente accompagnati da ansia, agitazione e paura, in quanto hanno dovuto accettare tutti i cambiamenti che riguardano gli Esami di Stato, senza nemmeno poter esprimere un giudizio a riguardo: gli studenti. Purtroppo per loro, i primi che dovranno affrontare questa sfida sono i giovani nati nel 2000 (ovviamente qualcuno poco più grande se ripetente o poco più piccolo se anticipatario) i quali dovranno superare la nuova tipologia di Esami di Stato. Per quanto riguarda la prova orale, è ormai confermato che i giovani non avranno più a disposizione una tesina, ma dovranno analizzare testi, documenti, esperienze e progetti e nel corso del colloquio esporranno anche, attraverso una breve relazione le loro esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro. Potranno essere espressi dei veri giudizi da parte degli studenti solo al termine della prova orale, ma per ora, quali sono le opinioni dei ragazzi? Qualcuno ha espresso il suo pensiero, come Riccardo, un giovane ragazzo che frequenta il Liceo Scientifico Albert Einstein, che si sta preparando ad affrontare gli esami di Stato, anche se avrebbe preferito affrontarli in maniera più serena. Che cosa ne pensi dei nuovi Esami di Stato? Penso che non siano adatti ai liceo, hanno inserito argomenti come Cittadinanza e Costituzione, il colloquio come terza prova, credo che non si possa vedere, mi sembra una pagliacciata, anche perché molti professori fanno firmare un programma, ma in realtà molti argomenti non li affrontano del tutto. Come hai trovato la simulazione della prima prova? Non l’ho svolta, per colpa dei miei professori, perché siamo indietro con il programma e la mia professoressa di italiano ha preferito non “sprecare” ore di lezione e ha sostituito l’esecuzione della prova, che si dovrebbe fare in cinque ore, con un semplice commento di sole due ore, ma per il momento, non abbiamo eseguito nemmeno questo. Cosa ti aspetti dal colloquio orale? Non lo so. La busta la sceglierò a caso, non avendo la possibilità di sapere quale argomento sarà oggetto del mio discorso. Sono sicuro che perderò molto tempo nell’organizzare il mio discorso poiché cercherò di trovare delle parole chiave. La “novità” che mi ha demoralizzato di più è la mancanza della presentazione della tesina: hanno tolto a tutti gli studenti l’unica certezza, l’unico punto fisso che mi conferiva stabilità. Quali sono le difficoltà principali della seconda prova? Noi dello scientifico avremo quesiti di matematica e fisica, insieme. Nei cinque anni di scuola però, abbiamo sempre affrontato problemi di matematica e fisica separatamente, quindi per noi sarà difficile risolverli contemporaneamente. Sei spaventato dal nuovo modello di esami orali? Si, ho timore di non eguagliare la media scolastica dello scrutinio finale, e mi infastidisce l’incertezza poiché non so quale argomento mi capiterà. Qual è la posizione dei tuoi professori? Ti è mai capitato di parlarne con loro? Si, abbiamo discusso in classe e i miei professori sono più scandalizzati di noi, non sanno come comportarsi, come aiutarci e ci hanno istigato addirittura a scioperare i quanto loro non condividono il nuovo sistema di esami. Credi che l’eliminazione della tesina sia un vantaggio o uno svantaggio? Credo che sia un grandissimo svantaggio, poiché con la tesina si poteva preparare un discorso basato sulle proprie preferenze culturali. Se avessi la possibilità di parlare con Marco Bussetti, quale sarebbe la tua richiesta in merito agli esami? La mia richiesta sarebbe di tornare al vecchio sistema, se volessero cambiarlo, dovrebbero metterlo in pratica non l’anno corrente, ma almeno cinque anni dopo, per dare la possibilità agli studenti di prepararsi nel modo più adeguato possibile. Molti studenti sono nella stessa situazione di Riccardo: non hanno svolto le simulazioni delle prove, il che significa che non hanno avuto nemmeno la possibilità di comprendere la tipologia dei diversi testi. Ma qual è l’opinione degli alunni che hanno svolto la simulazione? Alcuni l’hanno trovata estremamente semplice, come Sara, una giovane studentessa del Liceo Classico “Leonardo da Vinci” di Molfetta la quale ha accettato di condividere il suo pensiero sugli esami di Stato. “A mio parere il cambiamento degli esami di Stato si inserisce in un clima di novità e di voglia di rinnovare da parte del governo che non riguarda solo l’istruzione, ma che sicuramente sta riscontrando il più notevole impatto proprio nella scuola, specialmente negli istituti superiori. Svolgere la simulazione della prima prova è stato semplice, forse sin troppo. Non appena sono stata al corrente delle novità inerenti alla prima prova ho pensato che la prova di italiano che andrò ad affrontare tra qualche mese non sarà diversa da quella affrontata cinque anni fa in vista degli esami di terza media. Durante la scuola media, essendo in fase di crescita, e quindi di maturazione di coscienza critica, si ha bisogno di linee guida e di spunti di riflessione precisi da cui partire per articolare il proprio pensiero. Una volta terminato il quinindirizzo si tratti, a mio parere la capacità argomentativa e critica dello studente dovrebbe essere data per scontata a tal punto da escludere a priori la tipologia B proposta negli esami di Stato 2019: per me è assurdo pensare di dover rispondere alle domande di comprensione di un testo e di dover inserire solo qualche riflessione personale piuttosto che costruire un tema in cui tirar fuori non solo ma mia capacità critica, ma anche le conoscenze acquisite durante il mio percorso di studi e le mie conoscenze personali. Sono molto delusa anche dalla scomparsa del saggio di carattere storico: personalmente questa alternativa non è mai stata la mia prima scelta, l’ho più volte considerata però, nel momento in cui sentivo di non aver molto da dire in merito agli argomenti proposti nelle tracce restanti. Credo che eliminarla del tutto dalle possibilità di scelta degli allievi sia deleterio. Sviluppare un saggio storico è secondo me un’ottima opportunità per riflettere sugli errori e sulle dinamiche del passato per comprendere il presente; non voglio pensare che la scomparsa della traccia storica sia finalizzata a portare gli studenti a non attribuire l’adeguata importanza agli eventi e alle decisioni che hanno determinato il tempo in cui viviamo. Aldilà di questo, io ho scelto nella simulazione, la tipologia C, che richiedeva di sviluppare una riflessione sulla felicità a partire dallo Zibaldone di Leopardi. Una citazione a mio parere bellissima e molto significativa per i nostri giorni, sulla quale non ho avuto per niente difficoltà ad esprimermi. Ciò che non condivido è il fatto di dover suddividere il tema in paragrafi: all’ultimo anno di scuola superiore si dovrebbe essere liberi di scrivere ciò che si pensa, senza seguire lo schema fisso implicitamente richiesto dalla suddivisione in paragrafi. Forse l’esame orale è il punto meno critico di tutto questo ventaglio di novità. La possibilità di sviluppare prima del colloquio orale un percorso con dei collegamenti pronti era sicuramente una garanzia per gli studenti, ma la possibilità di cogliere al momento i legami tra le varie discipline, tra i vari autori e tra i vari periodi storici è sicuramente la maniera più efficace per mettere alla prova l’intelligenza di un ragazzo. Credo che uno studente possa ritenersi veramente soddisfatto degli studi compiuti solo se possiede i contenuti e sa applicarli alle circostanze della vita, spendendo così il bagaglio culturale acquisito. La nuova tipologia di colloquio gioca molto sulla perspicacia, sulla prontezza e sulla capacità di riflessione, tutti elementi indispensabili per poter proseguire serenamente gli studi universitari o comunque un percorso lavorativo. In merito alla scelta istantanea del candidato tra tre buste sono stati fatti molti commenti, specialmente sui social, dalla serie “Dalla maturità 2019 a Maria de Filippi è un attimo”. Potrà essere anche vero che questa nuova modalità sia un po’ anomala per certi versi, ma a mio parere garantisce più di prima l’equità tra studenti e l’impossibilità, da parte dei docenti, di fare favoritismi. La vera difficoltà degli esami di Stato, per quanto mi riguarda, è rappresentata dalla seconda prova, il cui carattere è misto per ogni indirizzo di studi. Chiaramente non posso esprimere un giudizio sulla seconda prova di ogni istituto, ma per quel che concerne il Liceo Classico, posso affermare che non sarà facile. Intanto se potessi parlare con Marco Bussetti, per prima cosa gli chiederei il perché dell’eccessiva semplificazione della prima prova e lo inviterei a rivalutare l’idea dell’eliminazione della traccia di storia. Nonostante la maggior parte dei ragazzi si lamenta dell’eliminazione della tesina, punto di riferimento per gli alunni, c’è anche chi sostiene che la mancanza del percorso preparato a casa sia un grande vantaggio, come Alessandro, un giovane studente al quinto anno dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Caracciolo”. Che cosa ne pensi dei nuovi Esami di Stato? I nuovi esami di stato sono secondo me strutturati meglio rispetto agli anni passati in quanto pongono le due fasi dell’esame in maniera più semplice per i ragazzi, valorizzando il percorso scolastico dei tre anni passati. Come hai trovato la simulazione della prima prova? Molto semplice, fattibile. Mi sono state proposte delle tracce alla mia portata e comunque in sette tracce, tutti riescono a trovarne una semplice da sviluppare. Cosa ti aspetti dal colloquio orale? Dato che è strutturata come se dovesse essere una conversazione e non come un’interrogazione, credo che andrà bene, un po’ di timore per le tre “buste di Maria de Filippi” però c’è sempre. Quali sono le difficoltà principali della seconda prova? Riuscire a mettere in pratica tutte le nozioni imparate durante questi anni riguardo la navigazione, la materia principale della mia scuola. Sei spaventato dal nuovo modello di esami orali? Non proprio, come ho già detto il timore delle tre buste c’è, nonostante questo, non sarà una novità solo per me, sarà la prima volta anche per i prof, quindi sono tranquillo. Qual è la posizione dei tuoi professori? Se per posizione s’intende la capacità di influire sul risultato finale, allora credo che i prof abbiano lo stesso potere decisionale che hanno avuto negli anni passati. Credi che l’eliminazione della tesina sia un vantaggio o uno svantaggio? Credo che sia un grande vantaggio. Eliminando la tesina, c’è meno possibilità di sbagliare poiché viene valorizzato il percorso scolastico del triennio. Dico questo poiché ognuno di noi può sbagliare, quindi una prova fatta male, inciderebbe negativamente su un ragazzo che magari in tre anni ha avuto una media alta e quindi rischierebbe di trovarsi con un voto finale troppo basso per le sue capacità, che in realtà non merita. Se avessi la possibilità di parlare con Marco Bussetti, quale sarebbe la tua richiesta in merito agli esami? La mia richiesta sarebbe assolutamente di eliminare le tre buste. Gli proporrei un’alternativa, ovvero di sostituire le magiche tre buste con un percorso che possa abbracciare tutte le materie a cui il ragazzo ha dedicato ore di studio per cinque anni. Nonostante la nuova tipologia degli Esami sia stato argomento di discussione per gli scorsi mesi, non bisognerebbe soffermarsi tanto sul metodo che viene utilizzato per valutare il percorso di uno studente, l’unica cosa che conta è che l’alunno possa sentirsi sicuro e non impaurito, e pronto a dare prova delle proprie capacità, e se i professori aiuteranno gli alunni ad abituarsi a questo nuovo metodo di valutazione, i ragazzi si sentiranno appoggiati dai loro punti di riferimento e avranno sicuramente meno problemi nell’affrontare gli esami e chiudere nel migliore dei modi l’ultimo dei cinque di scuola superiore, per poter entrare finalmente nel mondo universitario o, in alternativa, in quello lavorativo.

Autore: Sara Mitoli
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