I consiglieri di opposizione chiedono le dimissioni del sindaco. Consiglio Comunale decisivo lunedì mattina
MOLFETTA - 20.10.2005
“La città è nel caos e nell'immobilismo, priva di una amministrazione nel pieno delle sue funzioni. Sarebbe ora che il sindaco prendesse atto dell'esaurimento della sua esperienza di governo, dimettendosi ed evitando alla collettività danni ulteriori”.
Queste le parole con cui Nino Sallustio, consigliere comunale della Margherita, ha aperto la conferenza stampa convocata da tutti i consiglieri comunali di opposizione (ai quali si sono aggiunti anche De Palma e Di Molfetta, fuoriusciti da An) per denunciare lo stato di crisi in cui versa la coalizione di centrodestra al governo della città e per invitare il sindaco a compiere un gesto “di dignità e responsabilità”, rassegnando le sue dimissioni.
“La legge – ha proseguito Sallustio – disciplina il corretto svolgimento di una crisi amministrativa che deve necessariamente aprirsi con le dimissioni del sindaco. Invece Tommaso Minervini ha scelto di percorrere una strada tutta sua, e, colto da una sorta di sindrome da 'pulizia etnica', ha azzerato tutta la giunta, bocciando di fatto i partiti che in questi anni lo hanno sostenuto e che esprimevano quegli assessori verso il cui operato, oggi, egli esprime tutta la sua sfiducia. E' questo un fatto di una gravità assoluta. Ma in questi giorni si è solo formalizzata una crisi che nella sostanza si trascinava ormai da mesi e che aveva reso ingovernabile la situazione amministrativa. In tutto questo periodo è stato solo grazie al senso di responsabilità delle opposizioni che è stato possibile approvare, con i nostri voti, importanti provvedimenti nell'interesse della città, come quelli riguardanti l'edilizia residenziale pubblica. Ora però Molfetta non può permettersi di assistere al lento crepuscolo di questa amministrazione, ha bisogno di risposte urgenti a tutti i suoi problemi. Invece in queste stesse ore sul tavolo della trattativa tra il sindaco e i partiti ci sono le aspirazioni dei singoli consiglieri, le rivendicazioni di questo o di quello, le richieste di visibilità; non ci sono certo i problemi della città e gli strumenti per risolverli. Esprimiamo oggi – ha concluso Sallustio – tutto il nostro disgusto per questa triste pagina amministrativa che non tiene in nessuna considerazione l'interesse pubblico, la moralità ed il bene della città”.
Per Corrado Minervini (Ds) “il re è nudo ed ormai se ne sono accorti tutti, tranne il diretto interessato. Quello a cui stiamo assistendo è un teatrino squallido e dequalificante per la città”.
Sulla vicenda della rimozione da parte del sindaco dei vertici delle aziende municipalizzate si è soffermato, invece, il consigliere Nicola Angione: “L'azzeramento dei consigli di amministrazione delle società municipalizzate significa privare queste aziende dei loro legali rappresentanti. Oggi Asm, Multiservizi e Mtm non possono svolgere né l'ordinaria né la straordinaria amministrazione. Sono di fatto impossibilitate ad operare, perché prive di alcun organo di gestione. Il provvedimento del sindaco è senza dubbio illegittimo e ci meravigliamo che gli organi di vigilanza non abbiano preso i giusti provvedimenti”. “Tommaso Minervini – ha proseguito Angione – era il più acceso oppositore dell'amministrazione di Guglielmo Minervini, accusata, allora, di essere una oligarchia. Ma lui ha superato tutti. La sua non è neanche una oligarchia; Tommaso è l'amministratore unico della città di Molfetta. E' una situazione intollerabile”.
Sulle recenti polemiche tra il sindaco di Molfetta e quello di Giovinazzo, in merito alla individuazione della sede della nuova Asl, è intervenuto il consigliere Pietro Centrone: “Noi crediamo che questa sia stata una polemica sollevata artatamente da Tommaso Minervini per alzare solo un polverone. E' una fuga in avanti nervosa, dovuta alla precarietà della poltrona su cui oggi il sindaco si trova. Abbiamo immediatamente contattato l'assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, il quale ci ha assicurato che non c'è nessuna vendetta politica da perpetrare nei confronti di Tommaso Minervini. L'ospedale di Molfetta resterà punto di riferimento della Asl, sarà potenziato e la questione della sede sarà definita senza bisogno di questi isterismi”. Il dott. Centrone si è anche soffermato sulla paventata possibilità che il sindaco presenti una giunta tecnica: “Io ho la sensazione che non abbia i numeri per una giunta tecnica. Ormai è chiaro a tutti che il suo progetto civico è fallito e che la sua è una amministrazione politica targata centrodestra, e così sarà anche la giunta, se dovesse riuscire a farne una. Noi, comunque, invitiamo il sindaco a dimettersi perché solo così recherebbe meno danni alla città. Saremmo anche disposti a discutere un paio di punti in Consiglio Comunale che siano di particolare interesse per Molfetta, ma un attimo dopo Tommaso Minervini deve rassegnare le dimissioni. Il commissario prefettizio non ci spaventa per niente”.
Al consigliere Nunzio Fiorentini (Sdi) è toccato lanciare un appello a quei consiglieri di maggioranza che hanno denunciato la fine dell'alleanza politica con la coalizione di centrodestra: “Noi siamo 11 consiglieri di minoranza. Facciamo un appello ad altri cinque coraggiosi perché con noi facciano cadere questa amministrazione. C'è ormai una dicotomia profonda tra i partiti di centrodestra che fanno parte di quella coalizione e forze politiche, come il Nuovo Psi, che da tempo guardano a sinistra. Bene, noi crediamo che sia tempo che traggano le conclusioni di questo discorso. In fondo, da quella parte sono rimasti solo generali senza truppe, perché i consensi dei cittadini ormai si stanno allontanando da questa amministrazione”.
C'è infine da sottolineare che è stato convocato per lunedì mattina (a partire dalle ore 9.00) il Consiglio Comunale in cui il sindaco farà le sue comunicazioni sull'esito di questa crisi. Al momento è difficile fare previsioni. Tommaso Minervini è stretto da una parte da chi (Forza Italia ed An) vorrebbe una giunta targata politicamente e, dall'altra, da chi (Nuovo Psi e Molfetta che Vogliamo) spinge per un “governo tecnico” che arrivi fino alla fine naturale del mandato. I nodi saranno sciolti solo lunedì mattina.
Si è comunque appreso che, nel caso in cui il primo cittadino dovesse decidere di ricomporre una giunta politica, non farà parte della squadra l'ex vice-sindaco, Mauro Magarelli, verso cui ormai Tommaso Minervini non nutre più nessuna fiducia dopo le prese di posizione assunte da An sulla vicenda della Città della Moda.
Giulio Calvani