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I commercianti di Molfetta contro la chiusura al traffico di Lungomare e Corso Dante “Mancanza assoluta di concertazione. Così si uccide il commercio”. Ma il sindaco non torna sui suoi passi
15 luglio 2007

MOLFETTA - E' guerra aperta tra i gestori di locali pubblici e l'amministrazione comunale sull'ordinanza che, nei giorni scorsi, ha stabilito la chiusura al traffico, nelle ore serali del week end, del Lungomare e di Corso Dante. Ma i titolari di bar, pizzerie, pub e ristoranti non ci stanno ed hanno inviato una lettera al sindaco, Antonio Azzollini, chiedendo la revoca immediata del provvedimento. “Non è possibile – ci ha detto uno dei promotori della protesta, titolare di un'avviatissima attività sulla Banchina Seminario – venire a conoscenza solo giovedì sera, e solo dai siti internet locali, di questo provvedimento così importante per noi. Noi non siamo stati mai avvisati e nessuno ha chiesto il nostro parere. Non si può andare avanti così. Questa amministrazione sta uccidendo il commercio ed il turismo”. Parole forti, queste, riprese chiaramente anche nel documento sottoscritto da decine di titolari di esercizi: “I commercianti di Via Dante – si legge nella nota – hanno appreso per passa parola che l'amministrazione comunale di Molfetta ha deciso di chiudere al traffico sia Corso Dante che la Villa Comunale. In considerazione che questo esperimento è stato fatto da precedenti amministrazioni, causando un notevolissimo danno economico, chiediamo l'immediata sospensione di detta ordinanza”. “Siamo offesi – procede il documento – dal comportamento di questa amministrazione che senza tenere in alcuna considerazione gli operatori del settore ha emesso tale ordinanza”. E sulla mancata concertazione tra amministrazione ed operatori del settore è intervenuto anche Nicola Piergiovanni, consigliere comunale di opposizione e presidente dell'Associazione Lavoratori Settore Turistico: “E' un problema di metodo: qui si continua a preferire l'arroganza alla concertazione. I titolari degli esercizi pubblici si sono trovati a fare i conti con questa ordinanza da un giorno all'altro, senza alcun preavviso e senza aver potuto organizzare qualche iniziativa che potesse attrarre gente e vivacizzare tutta la zona. La chiusura di quelle strade può anche essere presa in considerazione, ma deve necessariamente arrivare dopo una seria programmazione di altri interventi che sono indispensabili. Chiudere semplicemente due strade non risolve il problema”. Concetto, questo, condiviso ovviamente anche dai commercianti, secondo i quali per far crescere il turismo e l'attrattività della nostra città sono ben altre le priorità: “Non ci si inventa un'estate molfettese – scrivono – bloccando le strade con due transenne da un giorno all'altro, tenendo all'oscuro noi operatori, ma si fa un programma: si creano parcheggi, si abbelliscono le strade, si creano strutture e poi, se ne vale proprio la pena, potete chiudere le vie della nostra città. Imparate dai paesi limitrofi”. Gli operatori, infine, si dicono “disperati e disposti a tutto” per far ritirare “immediatamente” questa ordinanza. E, d'altro canto, stando al loro parere, il primo week-end chiuso al traffico è stato un clamoroso buco nell'acqua: “Corso Dante ieri sera (sabato ndr) era un deserto ed anche la Banchina Seminario” ci dice il titolare di un pub. “Abbiamo invitato il sindaco e tutta la giunta a farsi una passeggiata qui per verificare di persona come certe iniziative ci penalizzino enormemente, ma non si è fatto vedere nessuno”. Ma questa mattina, nel corso di un incotro tenutosi in Comune tra una delegazione di commercianti ed il sindaco, il primo cittadino ha ribadito che l'amministrazione non ha nessuna intenzione di tornare sui suoi passi perché la chiusura al traffico di quelle strade è stata chiesta da migliaia di cittadini. “Tutti noi, però – continua il titolare di un pub che ha firmato la petizione –, diamo lavoro a centinaia di persone. Se le cose andranno avanti così e continueremo a registrare ingenti perdite, saremo costretti a licenziare i nostri dipendenti. E ciascuno si assumerà le sue responsabilità”. La battaglia, come si vede, è solo all'inizio.
Autore: Giulio Calvani
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