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Hotel Tritone Cos'è
15 luglio 2011

 Ex albergo di 2ª categoria, nato negli anni ‘60 in via Piave con veduta sul lungomare Colonna (proprietario Mauro Spadavecchia, prima agli arresti domiciliari per l’inchiesta «Mani sulla città», poi revocati). La struttura non ha mai brillato per qualità, efficienza e dotazione strutturale, fino alla chiusura nel 1996. 2000: cambio di destinazione e ricorso al Tar Abbandonato per 4 anni, i proprietari (oltre a Mauro Spadavecchia anche Pasqua, Nicola e Gaetano Spadavecchia) nel 2000 chiedono l’autorizzazione all’Ufficio Tecnico del Comune per il cambio di destinazione d’uso dell’immobile, da albergo a edificio per civili abitazioni (17, oltre a un piano uffici). L’ing. Giuseppe Parisi, responsabile dell’Ufficio tecnico e territorio, recentemente scomparso, rigetta la richiesta perché il fabbri-cato è inserito nel Prgc in categoria A/2: possibile realizzare solo interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di risanamento conservativo, non una ristrutturazione edilizia. Presentato ricorso, il Tar non solo avvalorò la posizione comunale, ma condannò i proprietari a pagare le spese processuali. «L’inserimento di 17 unità abitative in una zona completamente urbanizzata e destinata ad uso residenziale - questa la motivazione del Tar (sentenza del 28 novembre 2002) - pone all’evidenza problemi di congestione dell’esistente, vedi traffico, parcheggi, spazi destinati a verde pubblico o ad attività collettive, per cui non pare illegittimo la disposta previsione urbanistica di previ piani attuativi al fine di preservare un ordinario e razionale sviluppo urbanistico». La sentenza passò in giudicato e divenne definitiva. 2009: l’autorizzazione dell’ing. Altomare Nel settembre 2005, Pasqua, Nicola e Gaetano Spadavecchia, sicuri che l’albergo sarebbe rimasto abbandonato a se stesso, cedono le loro quote a Mauro. Nel febbraio 2009, il proprietario unico decide di presentare una nuova domanda per il cambio di destinazione con la motivazione di «risanamento conservativo, finalizzato all’adeguamento ad esigenze abitative di edificio esistente», con un progetto firmato dall’architetto Giambattista Del Rosso, dai geom. Nicolò De Simine e Alessandro De Robertis (agli arresti domiciliari). L’ing. Rocco Altomare, responsabile dell’Utc, concede l’autorizzazione a costruire alla Ditta Galassia di Mauro Spadavecchia (vincolo di 36 mesi per la realizzazione, pena la decadenza). Al Comune vanno poco più di 65mila euro. Gli altri ex soci Pasqua, Nicola e Gaetano Spadavecchia presentano un nuovo ricorso al Tar, sostenendo si tratti di una ristrutturazione edilizia, perché i lavori avrebbero comportato la modificazione della distribuzione dei volumi per ciascun piano e la realizzazione di servizi autonomi per ogni unità abitativa. Sarebbe stato necessario un piano particolareggiato o un piano di recupero: in assenza, il permesso di costruire non poteva essere rilasciato, pena la sua illegittimità. Secondo i ricorrenti, si configurerebbe un abuso di potere da parte del responsabile ing. Altomare. Oltre al conflitto familiare, la vicenda avrebbe palesato un possibile conflitto d’interessi fra i tecnici comunali e i progettisti. I lavori sono stati eseguiti a ritmo sostenuto, fino alla metà di giugno, quando la Guardia Forestale, con compiti di polizia giudiziaria, ha apposto i sigilli.

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