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Grinta, gruppo, gioco: ecco le tre "g" della Pallavolo Molfetta che batte Potenza Draghici: “Noi siamo lottatori, i tifosi unici”
28 marzo 2011

MOLFETTA - Certe partite è presto perché si possano definire decisive, ma ti restano dentro. Vittorie come quella di ieri della Pallavolo Molfetta contro il Potenza hanno il sapore delle imprese e rivelano il segreto di una stagione che deve viverne ancora altre, di emozioni. Le chiameremo le tre "g": grinta, gruppo, gioco. Grinta perché solo con questa puoi andare in casa della squadra più in forma del momento, lottare, trovarti sotto 2-1 e vincere 3-2; gruppo perché solo con lo spirito di squadra è possibile raccontare certe storie; gioco perché senza quello si può parlare tanto, ma è difficile fare risultato.
Ieri la Pallavolo Molfetta si è imposta 3-2 in terra lucana al termine di una battaglia durata due ore e mezza. Un susseguirsi di emozioni di rara intensità, con i molfettesi supportati da un pubblico fantastico, accorso in massa per sostenerli.
I molfettesi partono bene, sono in palla, Rau (foto) si mette subito in mostra con un muro e un primo tempo.
Poi l'andamento del primo set, tra primo e secondo timeout tecnico, prende un'altra piega. I biancorossi regalano qualche battuta di troppo, soffrono un po' in ricezione, mentre dall'altra parte Figliolia e Nuzzo risultano incisivi. La Pallavolo però non lascia andare l'avversario, resta sul "pezzo", pur non riuscendo a recuperare lo svantaggio. Il set finisce 25-22 per il Potenza.
La seconda frazione vede partire bene i potentini, prima che i biancorossi imprimano un'accelerazione che poi si rivelerà decisiva per aggiudicarsi il parziale. Tra prima e seconda sospensione tecnica salgono in cattedra Draghici e De Luca. La portaerei molfettese non si fa fermare praticamente mai. I molfettesi volano a +4 (16-12), gestiscono con sagacia il vantaggio grazie al solito Piccioni, chiudono il set a 25-20. Partita riaperta.
Il terzo set scivola via in modo quasi paradossale. I potentini realizzano subito il break che li porta a 8-5, da lì aumentano via via il vantaggio sino a vincere 25-17. Poi la partita cambia volto.
L'inizio del quarto parziale dei molfettesi è veemente. La Pallavolo, con Draghici in battuta, va avanti addirittura 8-1, Rau innalza il muro, Valente carica i compagni, Parisi detta i tempi perfettamente, Draghici e De Luca vedono nuovamente la cattedra, ci salgono su e decidono di non lasciarla da lì alla fine. Nonostante Nuzzo si riveli quello che è, cioè un grande giocatore. La squadra di casa prova a rosicchiare terreno, ma il set finisce appannaggio dei biancorossi 25-20.
L'ultimo set è per cuori forti. Si procede a passo di lumaca, un punto gli uni, uno gli altri. E quando i biancorossi realizzano con un colpo da manuale di Draghici il loro minibreak, ci pensa l'arbitro a equilibrare le cose: ammonizione per il martello rumeno (che aveva esultato salutando i tifosi) e set riequilibrato. Il minibreak a breve giro di posta lo realizza il Potenza con un ace di Gribov (10-8). Gli errori di Nuzzo e Figliolia, però, e gli attacchi di Draghici e De Luca, rimettono la gara sul binario della parità. Sul 14-13 per la Medical Center i molfettesi sono bravi ad annullare il set point. Poi, sul 15-14 biancorosso, ecco il muro che dà inizio alla festa: lo mette a segno Rau. La Pallavolo mantiene il secondo posto, ringrazia i tifosi e vince un match incredibile.
"È stata una gara emozionante - ha detto Draghici, che poi scherza con lo stesso concetto di emozione.  "Dobbiamo avere la consapevolezza che d'ora in poi tutte le partite saranno così. Per quello che mi riguarda, io mi emoziono quando vedo una bella donna, non quando vinco una partita…". Il "drago" molfettese, tra i migliori in campo, autentico trascinatore, torna subito serio quando si parla della gara. "Abbiamo avuto più voglia di lottare - prosegue - perché non era semplice dimostrare questo carattere in trasferta. E poi abbiamo goduto di un pubblico splendido, sorprendente. Mi era venuta voglia di ringraziarlo già durante la partita, ma poi l'ho fatto e l'arbitro mi ha ammonito…". E in prospettiva? "Partite come questa - conclude - ci danno la spinta a far sempre meglio. Ora dobbiamo provare a riprendere l'Atripalda".

I tabellini
Medical Center Potenza - Pallavolo Molfetta 2-3 (25-22, 20-25, 25-17, 20-25, 14-16)
Medical Center Potenza: Orlando 0, Figliolia 16, Torsello 9, Zuccaro 0, Durante 1, Gribov 9, Nuzzo 28, Di Tommaso 0, Ferraro 5, Guglielmi n.e., Alamprese n.e., Cavaccini libero. All. Draganov.
Pallavolo Molfetta: Draghici 23, Valente 4, Del Vecchio 1, De Luca 23, Bacca 0, Parisi 2, Rau 10, Piccioni 16, Squeo 2, Caputo n.e., Dibello n.e., Bisci libero. All. Lorizio.
 

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...Dovete sapere, che la COMUNICAZIONE tra esseri umani è composta per il 5% da comunicazione VERBALE e per il 95% da comunicazione NON-VERBALE; quest'ultima, diversamente dalla prima, è inconscia e quindi non controllabile dalla volontà. Per cui,non vi state rendendo conto, ma nei vostri post, involontariamente, state comunicando tantissime cose!!!...conosco i PELI di ogni singolo personaggio del vostro ambiente; immagino mi direte: il solito, stà sparando un' altra cavolata!!!...ad es. ho già scritto un particolare dettagliato sul vostro SQUALO, ora ve ne scrivo un'altro...LILLO, sei stato una RISERVA che ha giocato a pallavolo ( perchè l'essere giocatore è un'altra cosa)manifestando, oltre che inconsistenza tecnica e scarsa attitudine al migliorarsi tramite l'allenamento, anche grossi problemi di concentrazione con conseguente incapacità nel saper leggere tatticamente una partita ed adattarsi alle situazioni( in gergo si dice ANALFABETA TECNICO-TATTICO); il fatto che ora tu scriva un post connotato da rilievi tattici elementari che si applicano persino in 1 divisione e li spacci come se fossero chissà quale alchimia tattica, mi vien da ridere!!! LILLO, il volley, nella Teoria dei giochi di squadra è definito uno sport di SITUAZIONE,per cui non fa per te; fai il tifoso riempi-pulmann ( auguri,ho saputo la tua volontà nel voler ricreare il tifo organizzato) e il "cacciatore" su Facebook che è meglio!!!! ...quindi, bellezze, ne ho di aneddoti da raccontare. Dovrò solo ingegnarmi nel trovare il modo per far pubblicare i post senza mettere, nel contempo, in difficoltà la Redazione di Quindici. Mi chiedo da tempo: perchè tutto l'ambiente si sta scaldando tanto per dei semplici commenti scritti, su un rispettabilissimo quotidiano on-line, da un POVERACCIO d'animo e culturale, che ha letto qualcosa di psicologia, che usa un finto linguaggio tecnico misconoscendo, così, i principi del volley, che non ha mai varcato la soglia di un palazzetto,e, soprattutto, non conosce la vita reale????...bella domanda...
GUY FAKE sei un poveraccio. Rileggendo bene molti dei tuoi post si nota benissimo la tua duplice povertà: sia quella d'animo sia quella culturale. Infatti non serve scrivere righe e righe con un finto linguaggio forbito per fare vedere a tutti che sei una persona che pensa di stare una spanna sopra gli altri. Cosi come non serve nemmeno scrivere in un finto linguaggio tecnico e, riferito a questi ultimi post, psicologico per dimostrare che sei una persona che ha varcato la soglia di qualche palazzetto (ovviamente quello di Matera escluso!!!) e che ha letto qualcosa sulla psicologia. Tornando alla prima frase “sei un poveraccio” ti dico cosi perché sei una di quelle persone che non avendo niente di concreto da fare si dilettano nello scrivere, commentare e sentenziare con una sorta di malcelato scontento/delusione, forse, e ripeto forse, dovuto ad una serie di molteplici insuccessi che ti hanno messo in questa posizione, con il fine ultimo di??? A differenza del contenuto dei tuoi post, che possono essere più o meno validi (come si dice: I pareri sono come i coglioni…ognuno ha i suoi) non si capisce dove vuoi andare a parare ricoprendo questo ruolo di vendicatore “Mascherato”. Ma pensi sul serio di cambiare le cose con un finto (FAKE) nome e per di più dal sito di un quotidiano rispettabilissimo? Sai che per realizzare qualcosa bisogna AGIRE e non scrivere o meglio commentare o meglio criticare o meglio ancora lamentarsi? Sai che ci sono anche CRITICHE COSTRUTTIVE e non solo DISTRUTTIVE, che servono per dare un feedback a qualcuno o a qualcosa per migliorare/la? Sei a conoscenza di tutte queste belle cosucce? Ma soprattutto mi chiedo: sai che c'è una VITA REALE oltre a questa dei forum? Per fortuna al mondo d'oggi sono davvero tante le attività che si possono fare oltre a quella di celarsi dietro un finto nome per scrivere su un forum. Siamo anche in Puglia che non sembra assolutamente una regione poco attiva. Perché non inizi a viverla sta vita??? Magari ti trovi anche una ragazza/donna/compagna per svagarti un po' la testa e per sfogarti, anziché stare tanto tempo davanti ad un pc ostinandoti a scrivere con la falsa speranza di poter cambiare le cose. Non è difficile. RAGAZZI FORZA PALLAVOLO MOLFETTA ma soprattutto FORZA MOLFETTA!!!!!!!!



Caro Guy, non credo che la tua disamina psicologica calzi tanto a pennello in questa occasione. Ad un certo punto scrivi:"la vostra unica speranza è quella di affidarvi agli EPISODI favorevoli ( es. 8 battute di fila di Draghici a Potenza che sono la vera causa della vittoria e che nulla ha a che vedere con le “3-G” citate con enfasi)". Cio fa notare che per l'ennesima volta non hai visto la partita ma ti affidi ad un articolo giornalistico per commentarla. Quel break di 8-1 è dovuto principalmente ad errori in attacco del potenza e in qualche caso ad una buona correlazione muro difesa che ci ha permesso di contrattaccare. Le battute di Drago, sebbene ficcanti, non hanno influito molto. Di che ne dica tu, a me (che ho visto la partita) è sembrata invece la vittoria della squadra (e non del gruppo) più che dei singoli.Per 3 motivazioni: 1) Tattica di muro(merito a Lorizio). La gara non è stata impostata come volevi tu a muro. Nuzzo ha avuto un occhio di riguardo ma bisogna dire che a muro non è stato marcato, rischiando di trascurare la squadra restante. Molte volte si è trovato ad attaccare col muro ad uno o addirittura senza muro. E ciò ha permesso di limitare per tutta la partita gli attacchi dei centrali e delle bande. 2) vittoria di squadra perche il Molfetta si è dimostrato più completo del Potenza e in precedenza del Matera. Tutti e cinque gli attaccanti hanno dato il proprio contributo eccezionale con De Luca (evanescente nei primi due set) e Draghici fondamentali nei momenti decisivi. Rau ha murato e messo a terra tanti palloni, Piccioni fondamentale in ricezione, Bisci straordinario in difesa ecc ecc Invece il potenza si è dimostrato Nuzzo dipendente. Quindi non è stato un palla a De Luca e Draghici e pedalare!!! 3)Vincere un tie-break in cui l'arbitro decide di fare il protagonista (ammonizione a Draghici che grida ancora vendetta) è segno di una squadra che non ha bisogno di stimoli esterni, visto che era in vantaggio prima dell'ammonizione e poi dopo è sprofondata a -2!!! Invece è segno di grande concentrazione e forse un po' di merito ce l'hanno tutti i giocatori che punto su punto hanno saputo rimanere ancorati al Potenza!!!

2) B) ATLETA INTERNO, al contrario, sa che il successo è proporzionale alle energie che investe sia nella preparazione sia durante l'attività agonistica. Questi atleti necessitano, per essere motivati, di ALLENATORI che li facciano migliorare dal punto di vista tecnico-tattico ed esigono che siano protagonisti di un impianto tecnico-tattico. Fatte queste premesse, la formazione di una squadra richiede un responsabile tecnico che sia capace di costruire un LOCUS OF CONTROL grazie al quale ogni singolo atleta possa esprimersi, in allenamento e in partita come un ATLETA INTERNO. Quindi un vero allenatore DEVE essere capace di costruire atleti interni. Questo processo di costruzione non è stato fatto da LORIZIO, per cui siamo in presenza di un gruppo fatto da singoli ATLETI ESTERNI i quali sono facili a demotivarsi e deresponsabilizzarsi. Il processo empatico con l'ambiente ci sarà sino a quando ci saranno i risultati, ma se i risultati dovessero venir meno ( es. sconfitta con il Corigliano o concomitanti risultati sfavorevoli) , la mancanza del locus of control determinerà la fine del sogno. Se ci fosse stato un VERO allenatore, questa squadra non starebbe arrancando psicologicamente, enfatizzando una vittoria contro una squadra che, pur in buone condizioni,era, tuttavia, inferiore come potenzialità. In sintesi: non essendoci una identità psicologica di squadra, da cui discende una precisa connotazione tecnico-tattica la vostra unica speranza è quella di affidarvi agli EPISODI favorevoli ( es. 8 battute di fila di Draghici a Potenza che sono la vera causa della vittoria e che nulla ha a che vedere con le “3-G” citate con enfasi ) e alla ISTINTUALITA' che i risultati stanno determinando altrimenti, se questo fragile circolo virtuoso dovesse interrompersi, come dicono gli inglesi, saranno…BITTER COCKS!!!
1)Purtroppo per tutti i detrattori è impossibile ignorare i miei post soprattutto se riguardano argomentazioni serie e non trattabili dal MOBILIO che appellasi con il nome di FEDELISSIMI. Vorrei questa volta, fare considerazioni di PSICOLOGIA SPORTIVA a dimostrazione che il vostro allenatore, LORIZIO sia un dilettante allo sbaraglio e i componenti di questa società sportiva siano poco competenti. Per dimostrare questa mia tesi parto dall' affermazione del “sanguigno” DRAGHICI che tanto fa emozionare il “mobilio” di cui sopra: “partite come queste ci danno la spinta a fare sempre meglio”. Apparentemente, sembrerebbe la frase detta da un atleta sicuro e conscio dei propri mezzi, ma in realtà il LINGUAGGIO NON VERBALE denuncia uno scarso lavoro fatto dal tecnico sulla squadra. Vengo a motivare la mia tesi; la psicologia sportiva, traendo spunto da principi psico-dinamici inerenti la creazione di sistemi bio-psico-sociali, distingue 2 tipi di atleti: A) ATLETA ESTERNO è quell'atleta che si sente “vittima” del destino, tende al fatalismo per cui pensa che l'impegno in allenamento non può sovvertire quello che è già scritto. Questi atleti inneggiano ai tifosi quando ottengono il successo, innescando dei circuiti emozionali nei quali rifugiarsi, perché consci delle loro lacune; amano AUTO-GESTIRSI, in quanto poco inclini al miglioramento tecnico. Soffrono gli allenatori e amano i GESTORI perché negano una progettualità tecnico-tattica ( conta solo il risultato, non interessa la via con la quale si persegue ).








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