Grazie alla Provincia di Bari Molfetta riavrà l'apertura al pubblico del “Pulo” bene comune della città
MOLFETTA - Dopo la conferenza dei servizi del 16 marzo scorso a Molfetta e convocata dalla Provincia di Bari per provare a chiudere la questione “Pulo”, decidere l'avvio dei lavori necessari a porre rimedio agli atti di vandalismo e perfezionare la concessione della gestione a un consorzio di associazioni locali – Archeoclub, Ictiùs, Legambiente, ProLoco, Terrae, Wwf – il presidente della Provincia Divella ha deciso di assumersi pubblicamente la responsabilità delle scelte che avrebbero potuto e dovuto essere concertate con l'Amministrazione Comunale, prendendo impegni precisi: avviare i lavori necessari alla riapertura del Pulo entro sei mesi, stimati in circa 100mila euro; affidare al consorzio di sei associazioni molfettesi la gestione della dolina, con 40mila euro annui, per i primi tre anni.
“Una decisione fortemente voluta da quanti si battono da anni per la riqualificazione del nostro patrimonio storico, naturalistico e archeologico e sostenuta dalla presenza di Rifondazione Comunista - dice un comunicato del partito - nel governo provinciale con l'assessore Zaza, come pubblicamente riconosciuto dal Presidente Divella.
Una decisione coraggiosa e un riconoscimento concreto per Molfetta che arrivano nonostante l'assenza non giustificata né comunicata del sindaco Azzollini alla conferenza, senza che lo stesso abbia pensato di mandarvi un rappresentante del Comune, né uno dei ben dieci assessori della sua giunta, né un consigliere comunale della folta maggioranza.
Insomma uno sgarbo sul piano del rispetto delle istituzioni e della città, su cui il presidente Divella ha sorvolato con eleganza ovviamente sconosciuta a chi governa oggi Molfetta, assumendosi anzi come Ente Provincia l'onere di rimettere a nuovo il Pulo, per rispetto verso la nostra città, verso i suoi cittadini, la sua storia e la sua cultura. Offrendo un esempio di come si governa con stile e disponendosi all'ascolto attento delle comunità.
Rimane comunque l'amarezza per via della latitanza del Comune in merito alla gestione del “Lazzaretto”, sede del futuro museo archeologico, e il “Fondo Azzollini”, definita area di interesse archeologico, entrambi di proprietà comunale.
Anche su questo Rifondazione Comunista in città e in Provincia con i suoi rappresentanti, continuerà la sua battaglia con quanti ritengono che il futuro di Molfetta e il suo sviluppo economico non dipendano soltanto da megaopere come il porto e dal cemento dell'edilizia che ha divorato le bellezze del nostro territorio.
Molfetta merita un altro futuro ma solo la partecipazione dei cittadini e un altro modo di governare possono garantirglielo”.