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Gli ambulanti extracomunitari spostati dalla banchina S. Domenico a Molfetta, non accettano alcuna soluzione alternativa
10 agosto 2014

MOLFETTA - Mancanza di regole, abusivismo tollerato e illegalità diffusa che hanno caratterizzato la vita di Molfetta, città senza regole negli ultimi 10 anni, continua a creare tensioni, difficilmente gestibili.

E’ il caso degli ambulanti extracomunitari e del loro mercatino multietnico spostati dalla banchina San Domenico, che continuano a protestare davanti alla sede comunale di Lama Scotella chiedendo di tornare alla loro collocazione originaria, senza considerare che una ipotesi del genere è assolutamente improponibile. Certo, loro vogliono lavorare e questo è giusto e legittimo, ma non possono scegliersi l’area dove farlo, altrimenti commettono un abuso, che è stato consentito loro per anni, in una città non governata.

Ci sono, infatti, da considerare alcuni aspetti che non consentono quella collocazione: 1) l’area occupata è necessaria come parcheggio libero, dopo che sono stati concessi i permessi di sosta ai residenti del centro antico, anche perché senza quegli spazi, chi deve recarsi in zona è assolutamente impossibilitato a farlo, dopo l’istituzione della Ztl che sta trasformando positivamente l’immagine della città e del duomo liberato dalle auto; 2) anche il marciapiede spartitraffico non può essere utilizzato, altrimenti verrebbe vanificata l’ordinanza di sgombero delle giostrine (a proposito, quando verrà sgombrata anche l’ultima giostrina?) e poi dovrebbero essere avviati i lavori di riqualificazione della stessa isola pedonale, dopo che il punteruolo rosso ha decimato tutte le belle palme che lo decoravano.

La giunta comunale nelle persone dell’assessore al commercio Serena La Ghezza e del vice sindaco Bepi Maralfa, hanno più volte incontrato gli ambulanti, cercando di farli ragionare, ma senza risultato. E’ un dialogo fra sordi, perché gli interessati non vogliono assolutamente accettare soluzioni alternative alla collocazione del mercato multietnico, che non siano la banchina San Domenico. Temono, infatti, di non vendere più se collocati in aree diverse. Certo, il diritto a lavorare va salvaguardato, ma vanno salvaguardate anche le regole: non si può consentire che ognuno si scelga l’area che gli fa più comodo, come è avvenuto per anni quando sono state perfino sanate illegalità oggetto dell’azione giudiziaria. Ecco la vera inversione di tendenza, rispetto al passato, la discontinuità amministrativa che i cittadini hanno scelto votando il centrosinistra e il sindaco Paola Natalicchio.
Scartata l’ipotesi del lungomare dei Crociati, che ci sembra la collocazione più idonea, gli ambulanti non accettano nemmeno l’idea del lungomare Colonna, altra alternativa possibile, che smentisce le ipotesi di mancato guadagno tenuto conto del traffico veicolare e pedonale che circola in quell’area. Ma gli ambulanti ribattono che la collocazione delle bancarelle sul marciapiede non è sufficiente e servirebbe occupare anche parte della strada.

Come si vede, si tratta solo di pretesti per non dialogare con l’amministrazione comunale, tenuto conto che i marciapiedi del lungomare Colonna sono ben più ampi degli spazi da loro occupati sulla banchina S. Domenico. Tra l’altro, allargarsi alla strada, comporterebbe un rischio per gli stessi ambulanti, considerato il traffico veicolare esistente al lungomare.

Ci auguriamo che gli ambulanti imparino ad accettare le regole e la tolleranza nella città che è lieta di accoglierli e ospitarli, ma contro la quale non si può portare avanti una protesta che, alla luce delle considerazioni precedenti, appare solo pretestuosa, se non strumentale o dolosamente indotta.

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