Recupero Password
Gerolamo Grassi: la Regione con ragione Intervista
15 gennaio 2006

Non è solo la ragione che affiora dalle pagine di “La Regione con ragione”, l'ultimo libro di Gerolamo Grassi, attuale coordinatore regionale della Margherita. A riscattare e controbilanciare lo stile asciutto e il tono quasi cronachistico con cui ricostruisce minuziosamente eventi e interventi politici o riporta interviste, riflessioni, discorsi programmatici, analisi, relazioni di partito e non, c'è il mondo pulsante dei sentimenti e delle sensazioni a cui sembra non sottrarsi quando parla della propria regione, la Puglia, bellissima e dolente, egemonia per oltre dieci anni di un rozzo e incapace governo di centrodestra, o del proprio paese, Terlizzi, che definisce “città di pietra dura, viva e pulita” e che ama attraversare ad ogni rientro per poterla meglio osservare nel silenzio e nelle luci della notte. In copertina Gero Grassi è ritratto con l'amico di sempre, l'attuale governatore della Regione Puglia, Nichy Vendola, con cui ha condiviso gli anni irripetibili dell'infanzia e dell'adolescenza e l'esaltante stagione delle lotte giovanili, per certi versi simile a quella di oggi anche se diverso, contraddittorio e più scarno, è forse lo scenario politico in cui sono costretti a muoversi, entrambi rappresentanti di una classe dirigente nata e cresciuta al sole dell'impegno e dell'entusiasmo ma spesso svilita dal confronto con improbabili o improponibili avversari o da inutili e piccole lotte combattute sul terreno fragile dell'opportunismo, della speculazione e dell'intolleranza piuttosto che su quello ampio e forte dei grandi progetti e dei grandi ideali. Un libro, dunque, in bilico tra mente e cuore, tra passato e futuro, tra pubblico e privato, in cui l'anima dell'uomo accoglie la coscienza del politico e lì riversa progetti, aspirazioni, istanze che coincidono con i suoi sogni di ragazzo e gli ideali covati sin da bambino, quando giocava a palla per le strade del suo paese proprio con il suo amico Nichy. La memoria è il filo conduttore di molti tuoi libri e persino quelli puramente “storici” nascono da un progetto di ricostruzione di eventi ed accadimenti che, in qualche modo e per qualche ragione, non vuoi che vadano persi. Che valore ha per un politico il senso del passato? “Direi che è fondamentale così come lo è per ogni uomo. Una tendenza negativa delle società moderne è quella di cancellare il passato, anzi di non crearlo, tant'è che le nuove generazioni non hanno memoria e tendono a consumare rapidamente ogni cosa, persino i flebili ricordi personali e collettivi, distratti e disorientati da quelli successivi o da altro. Io tendo a recuperare il passato, per quanto è possibile, e a proiettarlo nel futuro, non per motivi nostalgici, ma forse anche di 'comodità'. Come politico non voglio dimenticare quanto affermo, propongo e prometto: solo così posso essere fedele al tanto decantato criterio di responsabilità”. Nel libro parla dei cambiamenti politici avvenuti in Puglia con le amministrative del 2004 e le regionali del 2005, che decretarono la vittoria del centrosinistra. Perché il titolo “La Regione con ragione”? “La Puglia di Fitto era senza ragione, “sragionata” dal punto di vista culturale, politico, economico, amministrata in nome della ferrea legge dei numeri, isolata, inesplorata, quasi dimenticata. Quella di oggi ha alla base dell'azione amministrativa una “ragionevolezza” di scelte e comportamenti che porta ad un nuovo equilibrio sociale ed al rispetto dei bisogni primari della gente, soprattutto di quella che non ha voce né visibilità”. Lei afferma anche di preferire la “elaborazione” politica e la riflessione alla gestione diretta della cosa pubblica, ossia all'amministrazione. Non crede che dote essenziale di un politico sia quella di riuscire a mettere in atto, per quanto è possibile, le idee che proclama? “Non necessariamente. Il politico deve indicare la strada e la soluzione dei problemi, metterle in atto tocca all'amministratore. Amministrazione vuol dire contingenza, condizionamenti di vario tipo, mancanza di tempo, ecco perché preferisco svolgere ruoli all'interno del partito il che mi dà libertà di pensiero e di azione. Proprio perché non ero oberato da problemi gestionali diretti ho potuto, ad esempio, impegnarmi a fondo nella battaglia contro Fitto, studiare ed analizzare bene la questione sanitaria, pensare a strade alternative e proporle nella sede giusta”. Oltre al luogo (Terlizzi), all'anno di nascita (1958) ed all'avversione per i gatti neri lei ha in comune con Nichy Vendola un certo 'disamore' per il potere. Eppure esso è strettamente collegato al concetto di politica: che cos'è, se non potere, quello che si esercita con la forza delle idee e delle parole quando ci si rivolge agli elettori o a chiunque altro si tenti di “persuadere”? “Certo, ne sono perfettamente consapevole, d'altronde non è per un caso che mi ritrovo ad essere segretario regionale della Margherita, il secondo partito della coalizione che ha 300.000 voti in questa regione, 700 consiglieri comunali e 60 sindaci. Il potere che non amo e che non m'interessa è quello che può diventare abuso, prevaricazione, corruzione, è quello che nasce dall'idea che tutto è possibile e giustificabile in nome ed in virtù di un ruolo che si riveste “per” gli altri e non “grazie” agli altri. Il potere che non rincorro è quello del falso prestigio e degli inutili giochi, dei meriti millantati, degli errori non riconosciuti o delle sconfitte taciute”. Un laico e un cattolico che condividono una visione “etica” della politica… “Questo è possibile se si crede negli stessi valori che sono poi la solidarietà, l'attenzione per gli altri, l'ascolto dei più deboli, il confronto, il dialogo continuo. Non ci può essere scissione tra etica e politica anche se quest'ultima spesso sembra non avere leggi, così come la politica non può prescindere dalla morale che non deve, comunque, essere moralismo ma rigore, coerenza, correttezza”. Corre voce che il partito le abbia chiesto di mettersi in lista per la Camera dei Deputati. Come si prepara ad affrontare questa nuova stagione politica? “Sono sereno, consapevole del fatto che in questo nuovo e importante percorso politico potrò mettere a frutto l'esperienza accumulata in 15 anni e acquisire quelle competenze che potranno meglio farmi operare per la mia regione dove gli obiettivi principali della Margherita (riordino e umanizzazione del servizio sanitario, rilancio dell'occupazione, valorizzazione della risorsa mare) saranno senz'altro perseguiti e raggiunti”. Beatrice De Gennaro
Nominativo  
Email  
Messaggio  

Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2023
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet