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Gergario degli addetti ai lavori nella Quaresima molfettese Dedicato a tutti i confratelli, ai portatori ed al popolo molfettese che, al seguito di processioni o nel corso di discussioni quaresimali, odono ed usano termini ai più, a volte, sconosciuti, arcani e misteriosi
15 marzo 2010

E’ l’intervallo intercorrente tra due pali dell’illuminazione stradale e che segna per i portatori il punto di cambio. Per l’Arciconfraternita della Morte il segnale di riferimento è dato dall’allineamento della croce dell’Addolorata o della Pietà con il palo che sostiene la lampada stradale (bomb). Si dice “bomba piena” se si è portatori, “bomba vuota” se si è a forcella: Tale limite non vale per Cristo Morto poiché il cambio è a “tratto”. Bussare/Tzzlà Richiesta dei portatori alla quadriglia “a forcella” di sorreggere la statua con tale mezzo per eff ettuare un cambio o per una breve sosta. Bussola Strumento girevole in cui vengono introdotti L Pdin (palline di legno) con i numeri corrispondenti alle coppie da sorteggiare e che vengono estratti generalmente da un bambino scelto fra i più piccoli presenti (Tradizione vuole che diffi cilmente i fi gli estraggano i numeri abbinati ai padri). Calavrès Confratello che per sciatteria o noncuranza non rispetta usi e consuetudini della Confraternita. Camice/U’ Chems Il camice è il “sacco” che ciascun confratello indossa al di sopra dei vestiti, di colore bianco tranne per le due Arciconfraternite della Morte (nero) e S. Stefano (tabacco). Il sacco nero deriva da quello di S. Maria dell’Orazione e Morte a cui l’Arciconfraternita molfettese è aggregata e quello color tabacco deriva dal camice rosso indossato dai medici che costituivano una delle categorie originarie dei Confratelli di S.Stefano. I camici erano e sono, in genere, di fi ne tela bianca. Quello dell’Arciconfraternita della Morte è l’unico che, secondo antica tradizione è realizzato in lino, acquistato di color bianco e tinto successivamente in nero (ecco perché i camici molto antichi appaiono lucidi, aspetto tipico del lino stropicciato ed in uso da molti anni), mentre quello di S. Stefano (rigorosamente in tela) veniva tinto utilizzando un’infusione di corteccia di pino (stesso sistema utilizzato all’epoca per tingere le reti). Il camice di S. Stefano è l’unico che si indossa senza alcuna mozzetta o copri spalla e viene indossato su vestito scuro, camicia bianca e cravatta nera; il camice per antica consuetudine viene indossato dai confratelli al loro decesso e per quelli appartenenti all’Arciconfraternita di S. Stefano è l’unica occasione in cui il camice viene chiuso sul petto poiché nel presentarsi al cospetto del Signore non c’è bisogno della cravatta… Cap’Ast Confratello dell’Arciconfraternita della Morte incaricato dal Priore di seguire il buon andamento dell’asta nel corso delle processioni e disciplinarne i cambi dei portatori. Indimenticabile nel ruolo, il confratello Antonio Chiarella detto “Endonie u chiazzeire” che, per dare maggiore lustro al compito e salvare almeno uno della sua famiglia, usava proferire con cipiglio, rivolto al segretario dell’Arciconfraternita all’atto della composizione dell’ottetto dei portatori: All’ast tutti studenti, assegna (scrivi) mio fi glio chiazziere!!. Capataz Eponimo del Confratello Leonardo Balacco che possedeva una voce roboante come, del resto, il suo fi sico imponente e che si distingueva nelle assemblee dell’Arciconfraternita di S, Stefano per le sue posizioni spesso in contrasto con quelle altrui. Cappidd (Cappello) Segno distintivo dell’Arciconfraternita di S. Stefano, indossato dai confratelli sul fi anco sinistro consistente in un cappello rosso a larghe falde ripiegato e retto da un laccio rosso con fi occo pendente dalla spalla destra. Quando si è portatori, il cappello si aggancia direttamente al laccio che stringe i fi anchi, onde non interferire con le spalle.Concesso con Regio Rescritto (Regno di Napoli) dell’ Uffi cio del Consiglio Generale degli Ospizi in data 13 Agosto 1856 n° 1668. Cappidd d’ Caruenn Quando i Confratelli di S. Stefano erano in numero molto inferiore a quello attuale (bei tempi!) i sorteggi per essere portatori di Cristo Morto si svolgevano in maniera molto semplice: erano bigliettini arrotolati recanti i nomi delle coppie da sorteggiare, messi nel cappello rovesciato del mitico ed indimenticabile (per chi lo ha conosciuto) priore Domenico Calvario (Caruenn). L’ingenuo trucco consisteva nell’arrotolare poco i bigliettini col nome delle coppie preferite (M’ send ca cuss enne av’assaie…) e molto quelli con le coppie che si riteneva poco adatte o non gradite (chi pescava lo faceva a colpo sicuro prendendo i foglietti poco arrotolati). Il trucchetto fu scoperto dal confratello Peppino Farinola (Lumin) raramente estratto ed allora si passò all’uso delle pedine della tombola fornite per l’occasione dal confratello Leonardo Balacco, a loro volta sostituite con palline di legno recanti impressi i numeri. Cascetedd Era una cassetta con la parte anteriore trasparente, portata da confratelli piccoli, che nel coso delle processioni dell’Arciconfraternita della Morte raccoglieva le off erte dei fedeli e che venivano ricambiate con immagini dell’Addolorata o della Pietà, Tale oggetto fu dismesso per volere del Vescovo Mons. Antonio Bello (Don Tonino). Cascioen E’ il cataletto in legno, coperto dalla coltre, che regge la statua del Cristo Morto e che rimbomba in maniera cupa quando i portatori posteriori “tzzlescen” (bussano) su di esso per fermarsi e quindi avvisano chi è a forcella di porre la stessa sotto la “sdanga”. I portatori anteriori “tzzlescen” sulla “sdanga”. In genere i colpi sono due (stile e purismo lo impongono). Cemlat Fiocco terminale del cingolo (lazz) con cui i confratelli stringono il camice alla vita, o qualsiasi fi occo pendulo (es. quello omerale dell’abito di S. Stefano). Chennel a quatt pizzl Candela di forma quadrangolare usata nel corso delle processioni solo dagli Amministratori delle Confraternite. Cin Cin Bar Punto di riferimento storico degli appassionati delle tradizioni quaresimali nei pressi dell’omonimo bar sito in Corso Dante (di fronte alla Cattedrale) e presso la cui sede avvengono discussioni varie a tema obbligato! Si creano e si distruggono alleanze in occasione di particolari assemblee, si commentano i risultati di sorteggi, si off re da bere agli amici in caso di sorteggio favorevole, si ipotizzano future amministrazioni o si demoliscono quelle possibili, si fanno nomi di ipotetici candidati per cariche sociali (Consultori, Revisori dei conti…), si commentano decisioni di Curia ed altro ancora… (Chir d’sop o grat). Cocchieri Sono tre uomini indossanti un cappotto o uno spolverino nero, abito nero, cappello a cilindro e guanti neri che seguono gli stradari e recavano il paliotto (bandierone con le insegne delle Arciconfraternite) nelle processioni quaresimali e solo in esse (indimenticabile nel ruolo Iudd). Erano, in origine, cocchieri o famigli dell’antica nobiltà molfettese o di ricchi possidenti. Coltre/La cultr Per coltre s’intende la gualdrappa che avvolge il cataletto che sorregge le statue di Cristo Morto e della Pietà. La coltre di Cristo Morto, fi no al 1843 era composta di velluto nero e ricamata con stelle in oro; a partire all’anno 1845 con donazione del Priore don Sergio Lezza la stessa risultò composta da una coltre intessuta di seta color bleu e lamina d’oro ornata con 120 stelle, galloni e frangia d’oro e simboli della passione anch’essi ricamati in oro e quattro fi occhi in oro pendenti ai quattro lati (questi ultimi negli anni andati venivano retti, dalla chiesa dei Cappuccini a quella di S. Teresa, da quattro frati). Tale coltre restò in uso fi no al 1955 quando l’Amministrazione dell’epoca (L.Carabellese, A. Gadaleta sr. D.Mancini), fece realizzare dalla ditta Caldarazzo (Napoli) una nuova coltre, identica a quella precedente, a sua volta sostituita con quella attuale donata dalla famiglia del defunto confratello Elio Ragno (Amministrazione: G. De Ceglie, M. Mancini, L. Aurora) che però a causa del non perfetto bilanciamento tra i fi li di seta e quelli d’oro, quando viene colpita dal sole risulta di colore quasi beige!!??). Confraternita/Arciconfraternita Associazione pubblica di fedeli (C.J.C.) che raggruppa laici e religiosi sotto il patronato di un Santo o della Madonna. Sono Arciconfraternite quelle che sono affi liate ad una Arciconfraternita romana con sede nella Città eterna (Arciconfraternita della Morte affi liata a quella di S. Maria dell’Orazione e Morte, sita in via Giulia) Arciconfraternita di S. Stefano affi liata a quella della Santissima Trinità dei Pellegrini e Convalescenti).

Autore: Angelo e Gennaro Gadaleta
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