Francesco Padre, chiesta la riapertura del caso
MOLFETTA – 31.7.2001
A sette anni dalla tragedia del peschereccio “Francesco Padre” l’avvocato delle famiglie dei marittimi morti, Antonio Pansini, chiede la riapertura del caso. L’esplosione dell’imbarcazione avvenne nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 1994 a 18 miglia dalle coste del Montenegro.
Non si conoscono i motivi della richiesta, né i nuovi elementi raccolti dall’avv. Pansini, ma con molta probabilità il legale farà riferimento all’intervista ad un pilota Nato trasmessa dai “Rai News 24” nel maggio scorso, in cui si parlava della probabile esistenza negli archivi Nato di un filmato utile per chiarire ogni dubbio in relazione alle cause che portarono alla esplosione del natante (secondo la versione ufficiale fu un pilota inglese, impegnato in operazioni di ricognizione a notare un bagliore in mare e a fornire le coordinate dell'esplosione) e alla morte di Giovanni Pansini, Saverio Gadaleta, Luigi De Giglio, Francesco Zaza e Mario De Nicolò, i cui corpi, tranne quello del De Nicolò che fu ritrovato alle 15 del 4 novembre da un velivolo della Marina militare, giacciono tutti ancora in fondo al mare con il relitto dell’imbarcazione.
Relitto che non è stato mai recuperato e che nasconde il mistero di quell’esplosione, per la quale ingiustamente si parlò di traffico di armi ed esplosivi per l’equipaggio.
“Quindici” pubblicò in esclusiva anche le immagini del peschereccio in fondo al mare, nelle quali si intravedeva anche un teschio. L’inchiesta si concluse con l’archiviazione. Oggi si spera nella riapertura del caso (la richiesta verrà depositata nei prossimi giorni) e soprattutto nel recupero del natante, che potrebbe far emergere la verità su quella tragedia che ormai è considerata l’.
Michele de Sanctis jr.