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Floricoltura, il modello Ciccolella piace ai cinesi
31 luglio 2010

MOLFETTA - Nei giorni in cui i cinesi comunicano investimenti per 30 milioni di dollari per nuovi impianti fotovoltaici in Puglia, la Marina asiatica approda per la prima volta a Taranto e l’Italia brilla all’Expo di Shanghai, una delegazione dell’Ambasciata di Pechino è stata ospite presso gli impianti florovivaistici di Molfetta e Candela del Gruppo Ciccolella, leader europeo nel settore (nella foto, da destra Vincenzo Ciccolella, presidente del Gruppo, con la delegazione cinese a Candela).

Il connubio “magico” tra produzione e ambiente, è stato il tema dominante della visita presso gli impianti del gruppo di Molfetta e l’aspetto che ha più incuriosito la delegazione, dopo la bellezza di rose e anthurium e i numeri dell’azienda: oltre 110 ettari di serre coltivate e produzioni esportate in tutto il mondo. Fiori e green economy dunque o in altre parole, il “modello Ciccolella”, quello che attraverso l’utilizzo della cogenerazione e del teleriscaldamento, assicura parallelamente sviluppo delle produzioni, crescita economica del territorio e tutela dell’ambiente. La cogenerazione infatti permette di utilizzare l’acqua calda di scarto delle centrali elettriche per riscaldare le serre, senza ulteriori aggravi produttivi e con notevoli risparmi in termini di emissioni di CO2 e di costi energetici a tutto vantaggio della competitività.
Vincenzo Ciccolella, presidente della holding, si è detto onorato e soddisfatto della giornata passata insieme ai rappresentanti cinesi, che, entusiasti della visita, hanno dichiarato di aver avuto conferma di una realtà imprenditoriale d’eccellenza e in grande crescita, non solo nel campo delle produzioni floricole ma anche nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. I cinesi hanno messo in evidenza che esistono tutte le condizioni per individuare aree di collaborazione nel settore delle produzioni in serra e nelle fonti rinnovabili e l’interesse e l’impegno a creare contatti con le loro migliori realtà produttive in vista di nuovi possibili orizzonti collaborativi. Il “modello Ciccolella” hanno infatti concluso i funzionari dell’Ambasciata cinese, non solo è vincente, sostenibile e innovativo ma rappresenta di sicuro, un trampolino di lancio per il moderno comparto florovivaistico ed energetico.
 
 
 
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