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Finalmente la questione del porto approda in consiglio comunale
04 settembre 2009

MOLFETTA - Bisogna ammetterlo: il sindaco-senatore Antonio Azzollini sa giostrare le parole come pochi altri, nel panorama politico molfettese, dando alle questioni un indirizzo personale, contorto, ma sempre convincente. Del resto, non è facile gestire i temi in gioco in modo tale da portarli alla posizione ideale per persuadere la gente. Spostandoli, ribaltandoli, sciogliendoli e riconnettendoli, fino a renderli coerenti, in tutto un altro contesto. E' un'abilità, e c'è da rendergli merito. E' stata la questione del porto, ieri, in Consiglio comunale, a saggiare le giustificazioni del sindaco. Le accuse dell'opposizione, infatti, sembravano effettivamente stringenti, forti, “senza via di uscita”. Giovanni Abbattista (PD), per prima cosa, denuncia il comportamento irrispettoso da parte della maggioranza nei confronti del Consiglio e della maggioranza. La diserzione del Consiglio e la successiva richiesta di rinvio della discussione sul porto hanno prolungato il silenzio su questioni “agitate”. “Prima o poi bisognava discuterne”, per questo, secondo Abbattista, il senso dei rinvii è sintetizzabile nella formula “Verremo a discutere, ma i tempi non li stabilite voi”. Non a caso, Angelo Marzano, capogruppo del Pdl, aveva accusato l'opposizione di “stravolgere il regolamento”, della “necessità di concordare col sindaco”, e il rinvio era stato chiesto fondamentalmente per la sua assenza. Qualche ora dopo, però, quest'ultimo ha partecipato ad una manifestazione pubblica a Molfetta. L'unica logica presente nella costruzione del porto, espressa dal sindaco in una iniziativa pubblica, come ricorda Abbattista, è stata evocata affermando che “noi per ora realizziamo la stazione, quando passerà il treno si fermerà”. Entrando nel merito della questione, il consigliere Abbattista elenca le irregolarità dell'opera evidenziate dalle autorità. L'autorità di Vigilanza, il 16 Gennaio 2007, fece invito a rivedere il bando, perché le condizioni di quest'ultimo rischiavano di contrarre la concorrenza. L'amministrazione ignorò l'invito, e l'Autorità di Vigilanza, giudicando illegittimo il bando, decise di monitorare i lavori. Intanto venne costituita la società Molfetta Porto, che non ha giustificato i ritardi nei lavori di dragaggio, i quali dovevano iniziare ad Ottobre 2008 e finire ad Aprile 2009. Nel Gennaio 2009, l'Autorità di Vigilanza ha inviato gli atti alla Procura della Repubblica per ipotesi di reato, confermata dall'impresa. Quest'ultima ha così formulato le riserve. E' l'ing. Enzo Balducci dell'Ufficio tecnico comunale a giustificare, per l'amministrazione, i ritardi delle operazioni di dragaggio, ricostruendo le tappe che hanno portato all'inizio dei lavori a partire dal progetto avviato nel 1985. I rallentamenti delle operazioni sono stati dovuti fondamentalmente alle difficoltà incontrate nei lavori di sminamento. Fondamentale, per impedire il blocco dell'attività, è stato l'affidamento al Comune di Molfetta di 5 milioni di euro riservati dallo Stato per la bonifica del basso Adriatico. Secondo Balducci, comunque, i ritardi delle operazioni di dragaggio non costituiscono un ostacolo al normale proseguimento dei lavori. Le riserve, invece, non sono state ancora quantificate. Il consigliere Mino Salvemini (PD), chiede allora perché non si sia proceduto a una consegna parziale delle aree disponibili al dragaggio, in modo da impedire la richiesta di risarcimento da parte dell'impresa. Secondo Balducci, tale procedura avrebbe rallentato i tempi contrattuali. Ma Abbattista incalza, evidenziando la limitazione della concorrenza favorita dai termini di appalto, che porterà inevitabilmente a un contenzioso. Alla gara, infatti, ha partecipato una sola impresa, comportando anche un ribasso contenuto dei costi per il comune. Quanto alle operazioni di dragaggio, sarebbe stato opportuno consegnare parzialmente le aree,in modo da evitare costi aggiuntivi enormi. Ma, evidentemente, “il sindaco doveva far vedere di essere capace di consegnare i lavori, subito prima delle elezioni amministrative”. Il sindaco Antonio Azzollini, non si lascia intimidire. “Mai la politica si deve mettere fra concorrenti”, afferma il sindaco, ricordando che “l'utilizzo di uno strumento tecnologico come la draga è sicuramente meno costoso dell'uso, ad esempio, dei picconi, anche se tutti avrebbero avuto accesso alla gara”. Il sindaco aggiunge che nelle condizioni di appalto si richiedeva la disponibilità della draga, non il possesso. Per questo, tali condizioni non erano limitative. Per quanto riguarda le riserve formulate dall'impresa, esse sono state dovute alla necessità di non rallentare i lavori, che altrimenti avrebbero avuto costi maggiori. Per i consiglieri di opposizione, la consegna parziale avrebbe velocizzato le operazioni, piuttosto che bloccarle. Evidentemente, non è stato colto il riferimento di Azzollini alle parole di Balducci, secondo il quale una consegna parziale avrebbe tardato la consegna definitiva. Su questo punto, sarebbe stato necessario un chiarimento maggiore da parte dell'opposizione. In conclusione, persino la semplice richiesta, da parte dell'opposizione, di affrontare con maggiore attenzione la questione del porto viene rifiutata. E tutti restano fedeli al senatore.
Autore: Giacomo Pisani
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Scusate in anticipo se il tenore di questo intervento può sembrare banale e riduttivo rispetto agli argomenti ponderosamente trattati durante il Consiglio comunale, ma gradirei un chiarimento: Forse non ho compreso bene il senso del virgolettato, e cioé ..."noi per ora realizziamo la stazione, quando passerà il treno si fermerà"... E' un frase detta dal S.S.P. oppure è un'estrapolazione del S.S.P. pensiero sull'opportunità e/o necessità di realizzare un'opera del valore di molte decine di milioni di Euro?, Con l'aggravante che per l'urbanità, sembra non ci siano risorse disponibili e quindi, chissà per quanto ancora dovremo attendere interventi di decenza urbana (cose così come pulizia, strade, decoro urbano, sicurezza, sorveglianza attiva e reattiva, assistenza ai bisognosi, cassonetti dei rifiuti presentabili, razionalizzazioni varie e via discorrendo), mentre ci si è battuti a spada tratta per costruire una (l'ennesima) potenziale cattedrale nel deserto! E SE POI IL TRENO NON DOVESSE PASSARE? QUALCUNO (sono certo che è stato già fatto) HA FATTO UNA STIMA IN PROIEZIONE, O COME SI CHIAMA, DELL'OPPORTUNITà DI UN NUOVO PORTO, ALLA LUCE DELLE ESIGENZE DICIAMO COSì DI BACINO?. Sono, i miei, i medesimi dubbi che esprimo anche per la prossima realizzazione del "resort" nel Palazzo Dogana!. Molfetta, così com'é sarà in grado di attrarre un volume turistico e non, tale da giustificare il sacrificio, per noi Molfettesi che non abbiamo e non usufruiremo forse mai del Palazzo Dogana come spazio pubblico (opportunamente restaurato ed utilizzato - non dimentichiamo che siamo forse l'unica Città di una certa importanza in zona a non possedere un "contenitore culturale" degno di tale nome) e per chi affronterà l'investimento. La storia degli hotel a Molfetta è arci nota!

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