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FIDAS Molfetta, donare il sangue: un gesto solidale che salva la vita
29 febbraio 2012

MOLFETTA - Donano il sangue circa 3 milioni di italiani all’anno, la maggior parte di loro sono uomini, ancora poche le donne. Chi dona il sangue molto spesso ha più di 28 anni, lasciando in minoranza i giovani donatori, in continua diminuzione. Si fa meglio al nord, che al sud, anche se la Puglia, in controtendenza rispetto alle regioni del sud Italia, è riuscita da qualche anno a raggiungere l’autosufficienza e le donazioni sono in costante aumento. Lo dimostrano i dati statistici raccolti dalla sezione pugliese della FIDAS: circa 30mila i pugliesi che hanno donato il sangue nell’ultimo anno, più della metà nella sola provincia di Bari. Un lavoro difficile e costante quello delle 45 sezioni provinciali baresi che dal 1977 incessantemente hanno lavorato per accrescere il numero di volontari e aumentare sempre più il gruppo dei donatori.
«Un gesto semplice, che può salvare la vita», così viene definito il gesto della donazione del sangue da Corrado Camporeale (nella foto), presidente della locale sezione di Molfetta, una delle 45 sezioni della provincia di Bari che quest’anno ha raggiunto la soglia dei 900 donatori. Un atto di solidarietà che accomuna giovani e adulti, uomini e donne. In aumento i donatori stranieri, anche se al sud la percentuale dei donatori immigrati si riduce drasticamente. Nella piccola sezione FIDAS di Molfetta, che raccoglie il sangue direttamente presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale “Don Tonino Bello”dei 900 donatori, solo 5 sono gli stranieri, perlopiù colf e badanti, circa 300 i giovani sotto i 28 anni.
Nonostante il raggiungimento del fabbisogno regionale, in Puglia si è sempre in continuo affanno per cercare di aumentare il numero di volontari disposti a donare. Le difficoltà derivano dalla grave carenza di unità di sangue nelle regioni che non riescono a raggiungere il fabbisogno e per necessità oggettive sono costrette a chiedere aiuto alle regioni con più unità di sangue, per cui accade che le unità in esubero (raccolte generalmente al nord Italia) vengano trasferite al sud, sempre carente di approvvigionamenti di sangue. Difficoltà che si moltiplicano in estate, nei periodi di assenza dei donatori periodici, oppure in inverno, quando molti dei donatori periodici sono costretti a interrompere le donazioni per via dell’influenza stagionale.
«Bisogna perciò promuovere e divulgare la donazione del sangue – ribadisce il presidente FIDAS Camporeale - specialmente tra i giovani, e in maniera più incisiva tra i bambini, probabili futuri donatori una volta arrivati alla maggiore età. E’ per questo che nelle ultime settimane abbiamo compiuto una sorta di indagine conoscitiva nelle scuole cittadine, tra i bambini delle classi quinte elementari, per sondare il terreno sulla conoscenza che hanno i bambini sul tema della donazione del sangue”.
Nelle scuole, i volontari FIDAS hanno tenuto lezioni informative sul significato della donazione, sulle modalità di donazione, spiegando ai “piccoli donatori” la composizione del nostro sangue, chi sono i possibili donatori e chi invece a causa di malattie infettive, tumori o oltre patologie non può effettuare la donazione.
«Un lavoro importante e capillare che ci permetterà di effettuare nei prossimi mesi – ha concluso il presidente della sezione FIDAS di Molfetta - anche una mostra con alcuni degli elaborati che gli stessi alunni hanno disegnato a termine del progetto intrapreso lo scorso anno sul tema della solidarietà e della donazione del sangue».
Importante è dunque la sensibilizzazione dei più giovani, indirizzandoli verso una scelta di vita incentrata sulla cultura del dono anonimo, gratuito e periodico del sangue e dei suoi componenti, perché chi dona sangue dona la vita, con un gesto semplice e di solidarietà.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Giovanni Angione
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