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Festa di nozze
15 luglio 2021

Quando arrivarono i primi inviti, anche gli amici più vicini non seppero che cosa pensare. Un elegante cartoncino bianco invitava parenti ed amici alla celebrazione di una Messa nella Chiesa Parrocchiale, cui sarebbe seguito un pranzo nell’unico ristorante del paese che garantiva un menù rustico ma con garanzia di cibi genuini e ben preparati. Sembrava una partecipazione di nozze, ma l’invito era soltanto a nome di Valentina. Che voleva dire? Valentina, un abile sarta conosciuta e benvoluta in tutto il paese, alta, bruna, con grandi occhi espressivi e un sorriso aperto e cordiale con tutti, era stata fidanzata per anni con un suo coetaneo, un amore che risaliva alla loro adolescenza, sembravano fatti l’uno per l’altra. Poi lui era andato in guerra e dopo l’armistizio non si erano più avute sue notizie. Dopo cinque anni lo avevano dichiarato disperso e le ricerche si erano fermate. Valentina aveva detto che avrebbe continuato ad aspettarlo per il resto della vita, nonostante i numerosi pretendenti, e ora di anni ne erano trascorsi dieci. La ragione dell’invito la conosceva solo la sua amica più intima che non parlava, nonostante i pressanti interrogatori di parenti e amici. La data della festa si avvicinava, Valentina e la sua amica erano impenetrabili e la curiosità in paese era alle stelle. I giorni trascorsero veloci e puntualissima, all’ora stabilita, Valentina scese al braccio del padre i pochi scalini di accesso alla villetta di periferia dove abitava. Era bellissima, con il suo abito, un abito da sposa, solo più corto rispetto al modello originale, con una piccola acconciatura sui capelli, nel silenzio attonito degli invitati che si erano raccolti intorno alla scala, ed entrò poi serena e sicura in Chiesa. Si sedé al primo banco, accanto al padre, la madre era morta alcuni mesi prima, e i fratelli erano tutti due vicino, nelle loro carrozzine ortopediche. Don Armando al Vangelo fece una bellissima omelia sull’inno alla Carità di San Paolo. Dopo la Messa, si recarono tutti al ristorante e presero posto ad una lunga tavolata ben apparecchiata, ornata di fiori bianchi e ci fu la spiegazione: “Prima della morte di mia madre – avevo già saputo che il mio uomo non sarebbe più tornato – le ho giurato che non mi sarei mai sposata e la mia vita sarebbe stata dedicata ai miei fratelli. Non sarebbero mai finiti in un istituto”. Un lungo mormorio accolse le sue parole, i fratelli batterono le mani e il padre non riusciva a trattenere le lacrime. “Però ho chiesto una sola cosa: volevo la mia festa di nozze, tanto sognata, con voi tutti, familiari e amici, volevo indossare il mio abito bianco e così… eccoci qui. Brindiamo all’amore, amici miei!”. Un lungo, interminabile applauso accolse le sue parole. Furono distribuite anche le bomboniere, confetti bianchi in piccoli fazzoletti di lino bianco, ricamati dalla stessa Valentina e poi il padre, con uno dei parenti, cominciò a portare fuori i ragazzi nelle loro carrozzelle. “Valentina!”, chiamò uno di loro sull’orlo del pianto. “Non preoccupatevi! Fra poco sarò a casa, Niente ci dividerà mai”. Dopo aver salutato gli invitati giunse a casa con la sua migliore amica che aveva voluto accompagnarla. “Tu sei pazza, Valentina! – disse quest’ultima sorridendo – Ma è stata una bellissima festa, nessuno la dimenticherà più”. Lei sorrise, poi il viso le si sbiancò, alla luce della luna, una grande luna bianca nel cielo ancora chiaro, aveva visto un biglietto che spuntava sotto una delle piante di geranio ai lati della porta. La grafia era inconfondibile e quello era il loro posto segreto quando si scambiavano i messaggi. Lo lesse tremando: “Sono tornato dopo anni di prigionia e disavventure, ricoverato per anni in ospedale senza memoria e nessuno che mi riconoscesse. Vedo che hai trovato l’amore, ho sentito in paese di una grande festa e ti ho vista passare diretta alla Chiesa con un inequivocabile abito bianco. Ti auguro ogni bene, Valentina, mio unico insostituibile amore. Sii felice!”. “Che aspetti! – le gridò l’amica dopo aver letto il biglietto che lei le aveva porto – Forse è ancora qui! Va, corri!”. Lei esitò per un attimo. “Doveva andare così!”, disse con un sospiro ed entrò in casa per accudire i fratelli. Avrebbe pianto più tardi, in camera sua. © Riproduzione riservata

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