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ELEZIONI REGIONALI – Prime analisi sul voto e possibili scenari futuri
06 aprile 2005

MOLFETTA – 6.4.2005 Ad urne ormai chiuse da qualche ora e avendo finalmente a disposizione i risultati ufficiali delle consultazioni regionali a Molfetta, proviamo ad abbozzare una primissima analisi politica di questo importantissimo voto che assume, nella nostra città come per il resto della regione, un valore senza ombra di dubbio estremamente rilevante. La lettura dei dati infatti fa emergere alcuni elementi su cui nelle prossime settimane si concentrerà l'attenzione di politici ed opinione pubblica locale. Iniziamo con il dato riguardante i voti conseguiti dai due principali candidati alla Presidenza: Nichi Vendola, candidato del centrosinistra eletto davvero al fotofinish, e Raffaele Fitto, candidato sconfitto del centrodestra. Ebbene anche a Molfetta il deputato terlizzese di Rifondazione Comunista è risultato il più suffragato con 16.273 voti (pari al 51,67%) a fronte dei 15.022 voti (pari al 47,70%) ottenuti dal Presidente uscente e non riconfermato. La differenza è stata segnata in particolare dai voti senza preferenza conseguiti dal neo-Presidente, ben 1.539, e da quelli derivanti dal cosiddetto “voto disgiunto” (preferenza assegnata ad un candidato consigliere di uno schieramento e voto al candidato Presidente dello schieramento opposto). Questo fenomeno, che in un primo momento si pensava avrebbe potuto premiare Raffaele Fitto in considerazione del suo profilo decisamente più moderato che avrebbe potuto attirare i voti di chi si presumeva non potesse sentirsi rappresentato in pieno dal “rifondatore comunista” Vendola, ha invece avvantaggiato proprio quest'ultimo in misura a dir poco eclatante (circa 3.000, da una prima stima, i voti assegnati a dimostrazione che il valore aggiunto personale di un politico da sempre percepito come vicino ai problemi concreti dei cittadini vale molto più di qualsiasi etichetta. A fronte però di questo rilevante dato personale di Nichi Vendola, occorre dire che il centrodestra continua ad essere maggioranza in città. Sono infatti 15.750 i voti ottenuti dalle liste di centrodestra pari ad oltre il 53% dei consenti a fronte dei 12.504 voti conseguiti dalle liste di centrosinistra pari al 42,55%. Il gap quindi tra il centrodestra ed il centrosinistra a Molfetta è ancora consistente sebbene si sia assottigliato rispetto alle provinciali dello scorso anno (allora, sebbene con un sistema elettorale differente, la coalizione di centrodestra prese il 60,79% dei voti mentre il centrosinistra prese il 32,60%). Per quanto riguarda i consensi dei singoli partiti incredibile è il rovesciamento dei risultati rispetto alle provinciali e alle europee del 2004. Primo partito a Molfetta è oggi la Margherita che raccoglie 4.700 voti raggiungendo il 16%. Ad una incollatura Alleanza Nazionale con 4.669 voti pari al 15,88%. Forza Italia registra una flessione considerevole passando dagli oltre 6.000 voti delle europee dello scorso anno (che le avevano consentito di essere il primo partito a Molfetta) ad un più modesto 3.688: se non si tratta di un vero e proprio tracollo, poco ci manca. Discreto ma non entusiasmante il risultato di De Cosmo che raccoglie 1.649 preferenze delle 2.816 prese dall'esordiente lista “La Puglia prima di tutto”. Ottimo il risultato del “Nuovo Psi” che a Molfetta raccoglie 3.316 preferenze, quasi tutte per Francesco Visaggio, assessore ai Lavori Pubblici del nostro Comune, che con quasi 4.000 voti in tutta la circoscrizione, sarà l'unico rappresentante di questo partito in Consiglio Regionale. Imponente la macchina elettorale messa su da Visaggio che godeva del sostegno di numerosi consiglieri comunali. Un dato si è avuto modo di rilevare girando per i seggi: davvero innumerevoli sono state le schede che recavano Visaggio come preferenza e Nichi Vendola come Presidente. Un segnale, forse, per il centrosinistra? Nel centrosinistra non si può che tornare sulla ottima performance della Margherita ed in particolare su quella del suo candidato, Guglielmo Minervini che con circa 3.700 preferenze a Molfetta è risultato il più suffragato nella nostra città e con oltre 7.500 preferenze in tutta la circoscrizione è risultato il primo degli eletti nella Margherita. Un successo straordinario e un ritorno in grande stile per l'ex sindaco della città che con questo risultato ha dimostrato di avere ancora un notevolissimo seguito personale e un patrimonio consolidato di stima e fiducia diffuso anche a livello regionale che è andato ben al di là anche delle più rosee aspettative. Comprensibile la soddisfazione espressa dallo stesso Minervini e dal coordinatore locale del partito Cosmo Altomare che hanno atteso insieme presso il comitato allestito in Piazza Cappuccini i risultati del voto, tra l'entusiasmo di centinaia di sostenitori come non se ne vedevano da tempo. E dire che alla vigilia la Margherita di Molfetta aveva dovuto registrare (senza opporre granchè resistenza…) l'uscita dei tre movimenti che erano confluiti nel partito (il Riscatto della Città, Politica Nuova e gli Ambientalisti) e che facevano riferimento a Lillino Di Gioia. Non è comunque da sottovalutare un dato: Minervini, come detto, ha ottenuto poco meno di 3.700 preferenze mentre la Margherita ne ha raccolte 4.700; sono quindi circa 1.000 i voti di questo partito che non sono andati al candidato locale a dimostrazione del fatto che forse qualcuno, all'interno della stessa sezione, non ha remato dalla stessa parte. Ottiene comunque un buon risultato, sebbene un po' al di sotto delle aspettative, Rifondazione Comunista che raccoglie 1.930 voti complessivi (6.56%) di cui 1.527 per il segretario locale Gianni Porta (che con 1.832 voti complessivi nella circoscrizione si attesta al quarto posto nella lista). Questo partito vede diminuire i suoi consensi rispetto alle provinciali dello scorso anno in cui si attestò intorno al 9% e si deve accontentare di essere il terzo partito della coalizione di centrosinistra, sorpassato dalla lista “La Primavera Pugliese” (ricordiamo che a Molfetta era appoggiata anche dal neonato “Laboratorio” di Pietro Centrone e Nicola Angione) che al suo esordio ha raccolto complessivamente 2.724 voti, dei quali 2.348 sono andati al candidato locale De Robertis che nella circoscrizione di Bari si è piazzato al terzo posto (e spera in qualche “ripescaggio”). Discorso a parte meritano i Democratici di Sinistra che hanno raccolto un deludente 5% (1.471 voti, ben lontani anche del già non entusiasmante risultato delle provinciali dello scorso anno) con un ancor più modesto risultato del candidato locale, il consigliere comunale Corrado Minervini che si ferma a 894 preferenze. Sarà il caso che i dirigenti locali del partito avviino una seria discussione al proprio interno per fronteggiare questa emorragia di consensi che indebolisce enormemente l'intera coalizione. Per maggiori approfondimenti e per le interviste a tutti i protagonisti di queste elezioni regionali, vi rimandiamo al giornale cartaceo in edicola dal prossimo 15 aprile, un numero molto atteso: saremo il primo giornale a dare notizie e commenti sulle elezioni regionali. Giulio Calvani
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Caro De Santis, è molto imbarazzante leggere pezzi di questo articolo. E' molto imbarazzante leggere i commenti sui ds, in special modo se scritti da Giulio Calvani, che conosco e stimo, ma credo sia stato membro dello staff di un altro candidato del centrosinistra in questa tornata elettorale, se non è cosi, caro direttore puoi eliminare la frase. Cosa dovrebbero fare i ds scomparire, suicidarsi oppure portare acqua alle margherite. Il risultato dei ds è stato dell'uno per cento (+ o -) meno delle elezioni dello scorso anno, sicuramente un risultato che non è il risultato dei ds nazionali. Molto probabilmente quell'uno per cento è andato a finire proprio su un altro candidato del centrosinistra. Ma da dove nasce lo stile di quelle righe? Forse da quelle preferenze a Corrado Minervini che hanno dato molto fastidio a qualcuno, ma chi sarà questo qualcuno? Inoltre Giulio farebbe bene, non solo a proporre il problema ma a tentare di trovare una spiegazione all'arcano che porta il centrosinistra ad aumentare del dieci per cento le sue capacità in un anno. Quali sono quei settori cosi ampi che una volta votano a destra e una volta a sinistra. Sicuramente non sono quei pochi voti persi dai ds. Chi sono? I raccoglitori di polipi? Un consiglio a tutto il centrosinistra , se si comincia con il "livore" con adesso "la faccio pagare ai traditori", non si va molto avanti. Usando questo stile, che avevo gia visto in una lettera credo di Tambone, molta gente resterebbe ancora a casa, che magari è anche un bene per il centrosinistra. Saluti gpani

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