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Eletti i consiglieri regionali, iniziano le “grandi manovre” per le comunali del 2006
15 aprile 2005

Due consiglieri regionali della nostra città e un panorama politico locale estremamente fluido e dinamico, questo in estrema sintesi, il risultato scaturito a Molfetta dalle elezioni dello scorso 3 e 4 aprile. E, come è inevitabile che sia, le ripercussioni sul piano amministrativo locale e dei rapporti di forza tra i diversi partiti ed all'interno delle due coalizioni non tarderanno ad arrivare. Anzi le “grandi manovre” sono già iniziate. Ma andiamo con ordine. Innanzitutto occorre partire dal dato più importante: Molfetta dopo oltre un decennio in cui non è stata in alcun modo presente nei palazzi della Regione (con ripercussioni estremamente negative che sono sotto gli occhi di tutti, basti pensare alla annosa questione dell'Ospedale), oggi si ritrova con due rappresentanti nella massima assise regionale: uno per il centrosinistra, Guglielmo Minervini eletto nella lista della Margherita, e uno nel centrodestra, Franco Visaggio del Nuovo Psi. Un risultato importantissimo che premia da un lato l'impegno dei due candidati in una durissima campagna elettorale e dall'altro, come vedremo, una raggiunta maturità dell'elettorato molfettese. Non bisogna dimenticare, comunque, che questo successo dei candidati locali è forse in parte dovuto anche alla istituzione della sesta Provincia e della corrispondente circoscrizione elettorale (comprendente Andria, Barletta e Trani) che ha fatto in modo che Molfetta divenisse, dopo il capoluogo, la città più popolosa della Provincia di Bari, elemento assolutamente non trascurabile nel complesso gioco delle preferenze. Ma il dato politico è innegabile: dopo anni di marginalità nella regione, Molfetta tornerà a contare e da questa situazione può solo guadagnare. Anche nella nostra città Nichi Vendola, candidato Presidente del centrosinistra poi risultato eletto, ha superato il “Governatore” uscente Raffaele Fitto. 15.022 i voti per quest'ultimo (47,70%) contro i 16.273 (51,67 %) raccolti dal Parlamentare di Rifondazione Comunista. La differenza tra i due è stata determinata in particolare dalle schede che recavano il voto al solo candidato Presidente e quelle che recavano il cosiddetto “voto disgiunto”, e cioè la preferenza espressa per un partito ed un candidato di una coalizione, ed il voto per il Presidente sostenuto dallo schieramento opposto. Ebbene Vendola ha ottenuto 1.539 voti personali e cioè privi di preferenza per una lista e quasi 1.250 “voti disgiunti” (campione del voto disgiunto è stato, di gran lunga, Franco Visaggio, eletto consigliere regionale). Questo dimostra che il valore aggiunto di un candidato profondamente radicato sul territorio e ritenuto credibile ed affidabile dall'elettorato, capace di avviare processi di reale partecipazione democratica e coinvolgimento di tutte le energie positive presenti nella società, è un aspetto determinante in tutte le campagne elettorali anche per ribaltare situazioni inizialmente non favorevoli (sarebbe il caso che il centrosinistra tenga bene a mente questo elemento in vista della scelta del candidato sindaco del prossimo anno). Infatti sebbene Vendola sia prevalso a Molfetta sul suo antagonista, la coalizione di centrosinistra risulta ancora essere minoranza in città. I voti ottenuti dai partiti di centrodestra, infatti, sono 15.750 (pari al 53.57 %) mentre quelli conseguiti dai partiti di centrosinistra sono 12.504 (pari al 42.56 %) a cui, comunque, andrebbero sottratti i 222 consensi ottenuti dall'Italia dei Valori che nella nostra città sostiene l'amministrazione di destra (a questo proposito l'assessore Nappi dovrebbe “battere un colpo” dando, se vi riesce, una risposta seria a questa anomalia, piuttosto che lasciarsi andare a bizzarre boutade proponendo, come ha fatto, Antonio Di Pietro quale futuro candidato sindaco nella nostra città). Questo dato propone all'attenzione altre due considerazioni principali: la prima è che, sebbene il centrosinistra continui ad essere minoranza in città, il distacco rispetto alla coalizione avversaria si è ridotto notevolmente se si considera che, solo un anno fa, per le consultazioni provinciali, i rapporti di forza erano i seguenti: 60.79 % per il centrodestra, 36,65 % per il centrosinistra. Il trend quindi sembra premiare il centrosinistra che, e qui entriamo nella seconda considerazione, approfitta anche del terremoto politico nazionale che ha travolto la Casa delle Libertà in tutto il tutto il Paese, le cui “onde sismiche”, evidentemente, hanno raggiunto anche la nostra città. Ma i dieci punti di percentuale recuperati in un anno dal centrosinistra a Molfetta hanno, senza dubbio, un'altra spiegazione e cioè l'allargamento della coalizione a forze che fino a non molto tempo fa non ne facevano parte. In questo contesto, e qui passiamo ad analizzare le performance delle diverse liste, importante è stato il contributo della lista “La Primavera Pugliese” che godeva, a Molfetta, del sostegno del neonato “Laboratorio Politico” di Pietro Centrone e Nicola Angione e dei movimenti facenti capo a Lillino Di Gioia, “Il riscatto della città”, “Politica Nuova” ed “Ambientalisti”, fuoriusciti dalla Margherita. Ebbene la “Primavera Pugliese” ha ottenuto a Molfetta un risultato di tutto rispetto, raccogliendo 2.724 voti (2.348 dei quali sono andati al candidato locale, Mauro de Robertis, consigliere comunale fuoriuscito dalla maggioranza, che si è piazzato, nella circoscrizione di Bari, al terzo posto della sua lista) che le hanno consentito di diventare, al suo esordio elettorale, la seconda forza del centrosinistra. E' un risultato molto importante con il quale tutta l'Unione dovrà fare i conti in vista dell'appuntamento elettorale delle amministrative del prossimo anno. Al momento, infatti, è difficile sostenere che la “Primavera Pugliese” e le liste civiche che l'hanno sostenuta facciano organicamente parte della stessa coalizione di centrosinistra (l'unico elemento che sembra accomunarle è l'opposizione all'amministrazione comunale guidata da Tommaso Minervini) ed è questo un chiarimento urgente che, nella massima trasparenza, dovrà avvenire nelle prossime settimana. Il risultato elettorale ha, poi, rivoluzionato le gerarchie tra i diversi partiti a Molfetta. Prima forza politica del centrosinistra e dell'intera città è la Margherita che ha ottenuto un risultato davvero sorprendente. Sono 4.700 i voti raccolti nella nostra città da questa lista (pari al 16 %) che ha senza ombra di dubbio goduto dell'effetto trascinamento del candidato locale, Guglielmo Minervini, che ha ottenuto poco meno di 3.700 preferenze. Oltre 7.500 sono state le preferenze complessive ottenute dall'ex sindaco di Molfetta in tutta la circoscrizione di Bari che gli hanno consentito di essere eletto al Consiglio regionale come candidato più suffragato della sua lista nella Provincia. E' un risultato estremamente importante che rilancia in grande stile sulla scena politica locale e regionale la figura di Guglielmo Minervini il quale dimostra di avere un patrimonio consolidato di credibilità e stima che è ancora molto forte in città ma che è anche in grado di superarne i confini. Due ultime notazioni sulla Margherita: la prima è che questa cresce di oltre mille voti rispetto al dato delle scorse elezioni provinciali, nonostante l'uscita dei tre movimenti che fanno riferimento a Lillino Di Gioia; la seconda è che il fatto che altri candidati “forestieri” della lista della Margherita abbiano “pescato” un discreto numero di preferenze anche a Molfetta dimostra che non proprio tutti, all'interno della sezione, hanno remato dalla stessa parte, così come alcune assenze “importanti” durante la campagna elettorale di questo partito avevano già lasciato presumere. Risultato tutto sommato buono, anche se al di sotto delle aspettative, è quello di Rifondazione Comunista che raccoglie 1.930 voti complessivi (di cui 1.527 per il candidato locale, il segretario Gianni Porta, piazzatosi quarto nella lista di Rifondazione nella circoscrizione di Bari) pari al 6.56 %, dato comunque al di sopra della media provinciale del partito ma ben lontano dal 9,1 % delle elezioni provinciali del 2004 che portò all'elezione di Antonello Zaza. Deludente il 5% ottenuto dai Democratici di Sinistra che con 1.471 voti, dimostrano di aver perso consensi rispetto alle elezioni del 2004 (1.831 allora pari al 6,5 %) nonostante la candidatura forte del consigliere comunale Corrado Minervini, animatore di molteplici realtà associative locali, che si ferma a sole 894 preferenze. Occorre dire che a grossa parte dello stesso elettorato dei Ds era apparsa poco opportuna la scelta di candidare Corrado Minervini (che in una lista provinciale “blindata”, come quella dei Ds, aveva, onestamente, pochissime possibilità di essere eletto) e quindi la perdita di consensi registrata da questo partito, e che in larghissima misura ha premiato Guglielmo Minervini, è da attribuire ad una prova di maturità dell'elettorato di centrosinistra che, ragionando in una logica di coalizione (o addirittura di Federazione dell'Ulivo) e non meramente partigiana o partitica, ha espresso un voto “unitario” consentendo a tutto il centrosinistra di Molfetta (e non solo alla Margherita) di avere un rappresentante in Consiglio regionale. Passando alla coalizione di centrodestra occorre partire dal vero e proprio tracollo in termini di consensi registrato da Forza Italia che passa dagli oltre 5.300 voti ottenuti alle provinciali del 2004 (e dagli oltre 6000 delle europee dello stesso anno) a 3.688 pari al 12,54 %. Evidentemente il partito di Berlusconi paga la scelta di non aver schierato un candidato locale sebbene il candidato barese, sostenuto dal senatore Azzollini (papabile futuro segretario regionale di F.I.), Cassano, sia stato eletto anche grazie alle preferenze ottenuto nella nostra città. Ottima la performance di Alleanza Nazionale che diviene, con 4.669 voti, la seconda forza politica della città e la prima della coalizione di centrodestra, sebbene per questo partito la situazione sia un po' più complessa. E' difficile, infatti, parlare a livello locale di “un solo” partito essendo la sezione locale di An dilaniata da una vera e propria faida tra correnti, riproposta anche in queste elezioni regionali. Tre sono i fronti interni ad An: il primo è quello che fa riferimento all'assessore alle Attività produttive Saverio Tammacco che ha sostenuto in questa campagna elettorale il consigliere regionale uscente (e rieletto) Tommy Attanasio che ha ottenuto nella nostra città 1.413 preferenze. A Nino Marmo faceva riferimento il gruppo dei consiglieri comunali (Panunzio, De Nicolò e De Palma) che all'assessore regionale all'Agricoltura uscente ha portato in dote 988 preferenze, mentre l'Assessore all'Economia del nostro Comune, Mauro Magarelli, ha sostenuto il biscegliese Sergio Silvestris che a Molfetta (nonostante la questione-Ospedale…) ha raccolto 906 preferenze. Insomma la “corrente” di An che fa riferimento al Vice-Sindaco Magarelli è minoranza nel partito: ci saranno ripercussioni sull'Amministrazione? Infine non si può non parlare dell'ottimo risultato raggiunto da Franco Visaggio e dal Nuovo Psi che a Molfetta raccoglie 3.316 preferenze pari all'11.28 % (non molto distante da Forza Italia) quasi tutte per l'Assessore ai Lavori Pubblici del nostro Comune (ma ora, per legge, dovrà dimettersi da questo incarico) che diviene l'unico rappresentate del suo partito in Consiglio regionale. Un risultato sia personale che politico di tutto rispetto (e già si comincia a ragionare su quale significato possa avere la gran messe di “voti disgiunti” che sono andati a Visaggio ed a Vendola. Un segnale politico?). Sulla base di questi numeri, che sono serviti a valutare i rapporti di forza dei diversi partiti in città, hanno già preso avvio le “grandi manovre” in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. Ci attende un anno di lunga e dura campagna elettorale. Ne vedremo delle belle. Giulio Calvani giulio.calvani@quindici-molfetta.it
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