MOLFETTA - Se la ventina di protagonisti ieri in campo dovranno mai, nella loro vita, usare la frase “Era destino”, beh, questo è il momento. Solo che per alcuni è un assunto che ha il sapore dolce e inatteso della vittoria, per gli altri, l'amarezza di dover lasciare agli avversari un trofeo sognato, previsto, forse anche toccato.
Non bastano i gradi Mercalli per descrivere il terremoto che viene fuori dal torneo di calcio a 5, proprio nel suo atto finale: con il cuore, con il sangue, con la voglia di crederci, il Cuore Immacolato di Maria è il campione delle Ecclesiadi 2009 nel torneo tradizionalmente più sentito, al termine di una partita assurda, bellissima, tiratissima, e , va ammesso, letteralmente maledetta per San Gennaro. Il campo “Salvemini” (nella photo gallery le immagini più belle della serata) aveva messo subito in chiaro le gerarchie, e le rispettive armi: San Gennaro, bella e impossibile (anche se i ragazzi in mimetica avranno pensato che impossibile, ieri sera, era trovare quel dannatissimo gol che non arrivava mai), veloce, aggressiva. Ma, messa su questo piano, l'aggressività è l'unica cosa che certamente non mancava ai ragazzi in celeste del Cuore Immacolato di Maria. Coscienti di ciò che sono, coscienti di dover fare di necessità virtù, coscienti di dover attingere a risorse che neanche si sa di avere, i celesti giocano una partita solida, tatticamente (quasi) perfetta, con tutti gli otto interpreti a cantare e a portare la croce: una partita leggendaria per la piccola grande storia delle Ecclesiadi si è costruita così, sudando, soffrendo, avendo il coraggio di ripartire. San Gennaro può imprecare, e a buon conto, contro la malasorte, contro un avversario che si è nascosto per tutto il torneo e ha tirato fuori tutto nel momento più decisivo, ma, soprattutto, contro la lotteria dei rigori. Perché, è assurdo dirlo solo ora, ma alla fine sono i rigori a decidere la sfida. Una sfida che i bookmakers non avevano nemmeno quotato, alla luce del 3-6 del girone. Ma, alla fine, una sorpresissima, in una partita che, per chi ha memoria delle finali precedenti della manifestazione, diventa unica.
Alla fine, è giusto dirlo prima di passare all'analisi delle due partite di ieri (in precedenza, San Domenico si era aggiudicato il bronzo in una finale per il terzo posto contro il Sacro Cuore altrettanto tirata), nonostante un paio di episodi controversi in partita, tra vincitori e vinti sono solo abbracci, strette di mano, complimenti reciproci. Ha vinto il Cuore Immacolato, ma San Gennaro non ha perso. Hanno soprattutto vinto le Ecclesiadi, e il loro spirito.
Ed ora, sotto con le emozioni.
SACRO CUORE – SAN DOMENICO 1-2
Fase di studio iniziale per chi promette di volersi divertire, ma un occhio al bronzo lo tiene eccome: è la partita remake di quella che resta la perla di questa edizione, un 5-5 assolutamente emozionante. Stavolta si parte su ritmi più bassi, è invece una scelta dettata dalla necessità in casa Sacro Cuore quella di schierare bomber Lucanie tra i pali. Ad aprire le ostilità è De Iudicibus, svincolato dagli impegni difensivi del calcio a 11 e schierato attaccante: tiro dal limite, e 1-0.
Dà solo l'illusione del gol il destro di Germinario, che invece termina di un soffio a lato. Bella combinazione tacco-destro lì davanti per San Domenico, Lucanie smanaccia in angolo. Il suo collega Valente invece si supera su Germinario, servito da un filtrante di Belgiovine, poi non riesce il tap-in a De Nichilo. Lo spettacolo puro porta al 2-0: fraseggio tra De Iudicibus e Valente, con il primo che al volo va in anticipo sul portiere.
C'è un bello scambio anche alla base del gol che riapre il discorso-bronzo: De Nichilo-Belgiovine, il secondo serve al centro, gol di De Nichilo. Il Sacro Cuore si carica, proprio in chiusura di tempo: ma nella ripresa non servono gli accorgimenti tattici, non serve la grinta, non serve soprattutto l'uscita dai pali di Lucanie, schierato nel suo ruolo naturale. Il risultato non cambia più: bronzo a San Domenico, il Sacro Cuore chiude quarto una dignitosissima Ecclesiade, che a un certo punto però aveva fatto sognare ai blues qualcosa in più.
SACRO CUORE: 1 Lucanie L., 2 Lucanie M, 4 Paparella, 5 Belgiovine, 9 Gadaleta, 10 Germinario, 11 De Nichilo
SAN DOMENICO: 1 Valente P., 13 Gagliardi, 14 Gadaleta, 8 De Iudicibus, 11 Valente V., 9 Giancaspro
SAN GENNARO - CUORE IMMACOLATO DI MARIA 3-4 d.c.r (0-0 tempi reg., 1-1 suppl.)
Discorsi dei capitani per caricare le squadre nel corso di tutta la giornata, ognuno nelle ore che precedono l'incontro ha i suoi riti, e finalmente arriva la partita che tutti sognano, ma che giocano solo San Gennaro e Cuore Immacolato. Favori del pronostico per i mimetici, ma il Cuore Immacolato, stupito del suo stesso percorso sin qui, sogna il colpaccio.
Formazioni di partenza senza grosse novità: Squeo-Tempesta-Minervini-Murolo&Murolo per San Gennaro, Tattoli-Allegretta-Serlenga-Mirto-Azzollini il quinquetto del Cuore Immacolato.
Il copione è subito chiaro: il Cuore Immacolato corre dietro a San Gennaro, soprattutto una volta trascorsi i primi minuti di studio. Il subentrato La Forgia sbaglia a porta vuota il gol dell'1-0 per i mimetici: è solo il primo, ma non soffrirà di solitudine, in una gara assurda per San Gennaro, che di solito a Napoli fa miracoli, ma nella finalissima vede solo una grande maledizione, rappresentata dal portiere Tattoli: immenso. Scusate, non troviamo di meglio. Molteplici miracoli dell'estremo celeste tengono in carreggiata la partita del Cuore Immacolato, e già gli avversari iniziano a captare una brutta aria. Non ci sono gatti neri, ma la brutta sensazione persiste.
Non è mai fermo il mister dei celesti, mette seriamente alla prova le sue unghie e i suoi denti: nel secondo tempo passerà direttamente alle mani.
Ancora, solo, San Gennaro: Palma esplode un diagonale che termina di poco a lato, batte un colpo proprio in chiusura di tempo il Cuore Immacolato, con il giovanotto terribile, Altamura, che sfiora il palo.
Riposo e per tutti, ma una cosa è chiara: San Gennaro sa che prima o poi colpirà, si sente più forte, e probabilmente lo è. Il Cuore Immacolato si fa due conti in tasca: sì sofferenza, sì lavoro operaio, ma bisogna tentare qualcosa in avanti, o non se ne esce vivi. Altamura molto mobile ma non intacca, Azzollini tenta di dare respiro al gioco, ma poi non incide in avanti, Binetti ci mette il fisico ma non basta, e soprattutto, Mirto è a mezzo servizio per un brutto infortunio alla caviglia. Per gli avversari, invece, in avanti la premiata ditta Murolo&Murolo è il solito spettacolo, di superare lì dietro capitan Minervini neanche a parlarne, insomma, sembra che a San Gennaro serva solo un po' di pazienza.
Ma qualcosina cambia nella ripresa: il Cuore Immacolato con i minuti ci crede, tenta qualche soluzione offensiva in avanti, e forte dell'imperiosità di Allegretta, Serlenga e poi Farinola lì dietro, cambiando molto spesso in avanti sull'asse Altamura-Azzollini-Binetti, qualche pensierino lo crea. Poi rientra Mirto, ed è tutto più facile.
Ciò non significa che il secondo tempo non sia per cuori forti: palo clamoroso di Lorenzo Murolo, replica Serlenga calciando di poco a lato su passaggio di Mirto. La tensione è troppa, adesso, col passare dei minuti, con i piani che si complicano, anche per San Gennaro. Si chiude, saranno supplementari. E saranno i supplementari dei portieri. Di qui inizia una nuova sfida che, nonostante continui a segnare 0-0 sul tabellone, è di rara bellezza e pathos per chi vi assiste e per chi la vive. Ripetiamo: se qualcuno ricorda una finale delle Ecclesiadi così, alzi la mano. Insomma, la rabbia di San Gennaro si infrange contro quella cosa che rende gli avversari non qualsiasi. Perché, prima di Immacolato, c'è scritto Cuore, ed è decisivo. San Gennaro potrà replicare che è sì decisivo, è sì iniziante con la C, ma si tratta di un'altra cosa. E' comunque un finale epico.
Nei supplementari succede di tutto: parate, traverse (per San Gennaro), ma il pallone non entra. Fino a due minuti dalla fine: Mirto crede in un pallone che sembra perso (forse lo è: a fine partita se ne discute tra i protagonisti), lo rimette in mezzo, e Farinola trova il suo primo, pesantissimo, tremendamente pesante gol della manifestazione. “Farinola eroe per caso”, eravamo pronti a titolare: ma basta un rovesciamento di fronte per scoprire l'assurda verità di questa finale: non erano bastati 60 minuti a trovare un gol, ne bastano due per trovarne due. Altro episodio controverso, con Allegretta che avverte immediatamente un dolore e cade a terra, trascinandosi poi fuori: è un gesto, un bel gesto, che tradisce i suoi, perché non fa in tempo ad entrare il sostituto, che San Gennaro è già andata sulla fascia. Palla in mezzo, autorete. Gioia pazza per San Gennaro, shock per il Cuore Immacolato.
Poi, sono solo rigori (ampia parte della sequenza nella photo gallery). Drammatici, palpitanti, terribili: sbaglia il primo San Gennaro, ma bissa anche il Cuore Immacolato di Maria. Nuovo errore di San Gennaro, non sbaglia invece Serlenga dei celesti. Parità ritrovata, perché segna San Gennaro, sbagliano gli avversari. Quarto rigore, segnano entrambi (ancora Farinola per i celesti). All'ultimo rigore, calcia fuori uno dei migliori di San Gennaro fin lì. Sul dischetto Binetti, una maschera di tensione e concentrazione. Sa dove calciare, calcia lì. La palla entra, velocemente, violentemente, fatalmente. Decide Binetti, e permetteteci una digressione “umana”: al di là dello sport, al di là del campo, è un ragazzo che si meritava questa soddisfazione. Rimane quasi intontito, finchè non viene travolto dall'abbraccio dei suoi compagni. Dolore quasi fisico per i ragazzi di San Gennaro: favoriti, solo argento, e se dovessero spiegare il perché, non saprebbero farlo. Né noi sapremmo suggerirlo, a quella che è probabilmente la migliore squadra del torneo.
Ma la festa è celeste, per una vittoria storica, mai neanche sfiorata nella storia delle Ecclesiadi: è festa in campo, è festa negli spogliatoi, è festa per la strada, con un buon tasso alcolico. E' festa ovunque.
SAN GENNARO: 1 Squeo (7), 2 Pansini (6), 3 Tempesta (6), 4 Minervini (7), 5 Palma (6), 6 Picca (6), 7 Murolo A. (6,5), 8 Murolo L. (7), 9 La Forgia (6,5). All. Stasi-Giovine
CUORE IMMACOLATO DI MARIA: 1 Tattoli (8), 3 Serlenga (7), 6 Allegretta (7), 7 Farinola (7), 10 Mirto (7), 0 Altamura (7), 98 Azzollini (6), 21 Binetti (7). All. Azzollini, D.A. Minervini
Autore: Vincenzo Azzollini